Raccomandazione 83 (2000)1 sulla valutazione della regionalizzazione in europa centrale, e segnatamente in polonia

Il Congresso,

Esaminata la proposta della Camera delle Regioni,

1. Avendo preso atto della relazione sulla valutazione della regionalizzazione in Europa centrale, e segnatamente in Polonia e delle sue conclusioni, presentata dal Sig. Leon KIERES, Vicepresidente;

2. Ricordando la Raccomandazione 65 (1999) sullo stato attuale e le prospettive della regionalizzazione in Europa, nonché la Raccomandazione 34 (1997) del Congresso e la Raccomandazione 1349 (1997) dell'Assemblea parlamentare sul progetto di Carta europea dell'autonomia regionale e il loro impatto sui progetti di riforme territoriali nei paesi membri;

3. Rallegrandosi dei progressi già compiuti che si possono constatare nei paesi d'Europa centrale nel campo della regionalizzazione e del progresso delle riforme amministrative appropriate;

4. Ribadendo i vantaggi politici ed economici del decentramento e della delega del potere decisionale a livello regionale, che consentono ai cittadini una partecipazione politica più diretta ed un impegno conseguente a favore dello sviluppo del quadro di vita nella loro comunità;

5. Considerando i problemi politici, economici ed organizzativi, ma ugualmente sociali ed umani che accompagnano le profonde riforme amministrative legate alla creazione di strutture regionali e la necessità di formare, in un breve lasso di tempo, un'amministrazione qualificata, motivata e convinta dell'importanza degli obiettivi da conseguire;

6. Sottolineando l'utilità di uno scambio di esperienze in questo campo tra gli Stati che già dispongono di una certa esperienza e quelli che si stanno incamminando sulla via delle riforme amministrative e territoriali;

7. Raccomanda ai Governi degli Stati membri:

a. di riconoscere i vantaggi politici, economici, sociali e culturali delle strutture democratiche decentralizzate per lo sviluppo dell'insieme del loro territorio e di considerare la regionalizzazione una misura atta ad evitare i conflitti e ad incoraggiare l'espressione dei valori delle minoranze e la loro integrazione nelle strutture della società civile;

b. di dotarsi di un meccanismo di scambi di informazioni tra paesi con le stesse esperienze in materia di riforme amministrative e territoriali, al fine di facilitare il trasferimento di conoscenze che consentano di evitare dei problemi e degli ostacoli reali nelle fasi di preparazione e di attuazione dei concetti e della legislazione;

c. di riconoscere gli effetti positivi che può avere la regionalizzazione sullo sviluppo dell'economia, sia sul piano nazionale, che regionale, e di considerare di conseguenza l'istituzione delle regioni una tappa importante per adattare le strutture economiche e politiche alle esigenze legate all'integrazione europea e alle sfide derivanti dalla globalizzazione;

d. di accordare, prima di avviare il processo dell'istituzione di regioni, una priorità alla chiara definizione della ripartizione delle competenze tra i vari livelli e alle modalità e sistemi presi in esame per la ripartizione delle risorse di bilancio e dei trasferimenti finanziari;

e. di adoperarsi, nella fase preparatoria della regionalizzazione, affinché i responsabili politici ed amministrativi cooperino strettamente con i protagonisti della società civile, gli esperti indipendenti e gli istituti specializzati per elaborare un quadro concettuale del decentramento in base ad un consenso il più ampio possibile;

f. di analizzare e di seguire i risultati intermedi durante le varie fasi di una riforma territoriale e di trasmetterli ai principali esponenti degli ambienti politici, amministrativi e della società civile, al fine di creare degli impegni positivi, accomunare i loro interessi e mantenere un dialogo di cooperazione e di coordinamento delle azioni;

g. di tener conto del fatto che lo sviluppo delle risorse umane qualificate è un elemento chiave per la riuscita di qualsiasi riforma amministrativa mirante a creare delle strutture regionali, per cui la formazione di quadri destinati ad assumere delle funzioni nell'amministrazione pubblica dovrebbe cominciare già dall'inizio della programmazione delle riforme;

8. Raccomanda al Comitato dei Ministri:

a. di incaricare il CDLR di studiare le esperienze maturate nei paesi membri e in modo particolare nei paesi dell'Europa centrale nell'area delle riforme amministrative e territoriali finalizzate all'istituzione di collettività territoriali di vari livelli e di predisporre uno studio approfondito basato sulla relazione presentata dal Sig. Kieres al CPLRE, analizzando le difficoltà e gli ostacoli che devono affrontare le autorità statali al momento della preparazione e dell'attuazione delle riforme territoriali e i mezzi per rimuoverli od evitarli.

1 Discussa e approvata dalla Camera delle Regioni il 23 maggio 2000 e adottata dalla Commissione Permanente del Congresso il 25 maggio 2000 (ved. Doc. CPR (7) 3, progetto di Raccomandazione presentato dal Sig. L. Kieres, relatore).