16a SESSIONE PLENARIA
Strasburgo, 3-5 marzo 2009

Uguaglianza e diversità in materia di occupazione e di erogazione di servizi nelle amministrazioni comunali

Risoluzione 281 (2009)[1]

1. Un accesso rapido, effettivo e senza restrizioni all’impiego e ai servizi di base è essenziale per garantire un funzionamento armonioso del processo di integrazione degli immigrati nelle società che li accolgono, fare emergere un senso di comune appartenenza e di cittadinanza e costruire insieme buone relazioni all’interno della comunità;

2. Le autorità locali hanno la capacità di incidere in modo positivo in questo settore, poiché, oltre ad essere tra i datori di lavoro più importanti, sono anche responsabili dei servizi maggiormente utili per l’integrazione degli immigrati, in particolare in materia di istruzione, alloggio, e, in certi casi, cure mediche; sono inoltre in grado di esercitare un migliore controllo sui propri servizi e sulla propria politica del personale rispetto ad altre aree di intervento che possono contribuire a promuovere l’integrazione;

3. Tale ruolo fondamentale dei soggetti pubblici locali ha spinto la Rete CLIP (Cities for Local Integration Policy), di cui il Congresso è membro e co-fondatore, a scegliere, come tema per il suo secondo modulo, l’analisi per individuare le strategie atte a garantire efficacemente l’occupazione degli immigrati e l’erogazione di servizi a questo gruppo di popolazione da parte degli enti locali;

4. Il Congresso dei poteri locali e regionali si augura vivamente che le autorità locali accordino maggiore priorità a tutte le prassi destinate a favorire l’occupazione degli immigrati e a eliminare gli ostacoli che si oppongono al loro libero accesso ai servizi comunali;

5. Pertanto, il Congresso sostiene incondizionatamente le conclusioni della Rete CLIP in questo campo e sollecita le autorità locali:

a. a rivedere l’insieme dei loro obiettivi in materia di occupazione degli immigrati ed erogazione dei servizi pubblici e a istituire un sistema manageriale e di responsabilizzazione che garantisca la coerenza trasversale delle prestazioni, in base a tali obiettivi;


b. a completare le loro procedure di lotta alla discriminazione con misure destinate a promuovere l’integrazione:

i.          esaminando se gli immigrati e le persone di origine immigrata hanno un reale accesso agli impieghi e ai servizi comunali, evidenziando gli ostacoli da rimuovere;

ii.         individuando le misure da adottare per superare tali ostacoli e permettere quindi agli immigrati di accedere a un impiego (o migliorare la propria carriera) su un piede di parità rispetto alla popolazione locale e di usufruire di servizi che soddisfino le loro esigenze;

c. a istituire un sistema efficace di monitoraggio degli obiettivi e di rendiconto dei risultati conseguiti in materia di occupazione ed erogazione dei servizi:

i.          verificando se dispongono di dati sufficienti per valutare i loro progressi e, in caso contrario, ricercando altri mezzi vantaggiosi in termini di costo per la raccolta dei dati, che potrebbero adottare uniformemente per l’insieme dei loro servizi amministrativi;

ii.         fissando dei criteri per valutare il livello di attuazione e l’effetto dei provvedimenti adottati;

iii.        prendendo in considerazione altre forme di responsabilizzazione interna per i servizi e il personale, nonché l’opportunità di una valutazione esterna, per ottenere su base regolare un ritorno di informazioni sulle performance e trarre insegnamenti dalle azioni condotte;

d. a garantire procedure di assunzioni gestite in modo egualitario:

i.          riesaminando i requisiti richiesti agli immigrati per presentare domanda di impiego presso la pubblica amministrazione, allo scopo di valutare se siano veramente necessari in tutti i casi i criteri definiti per tutti i candidati, ma che svantaggiano di fatto in modo sproporzionato gli immigrati, quali, ad esempio il livello di competenze linguistiche;

ii.         esponendo all’organo nazionale competente ogni difficoltà incontrata in materia di riconoscimento delle qualifiche, per stabilire un sistema in grado di confermare l’equipollenza delle qualifiche entro tempi ragionevoli;

iii.        prendendo in esame la pertinenza di un approccio proattivo per attirare l’attenzione dei candidati immigrati  sulle opportunità occupazionali e, se del caso, testarne l’efficacia utilizzandolo nella loro strategia di assunzione del personale;

e. a garantire ai dipendenti stranieri un ambiente lavorativo stimolante e accogliente, esaminando il contesto attuale e le eventuali modifiche che potrebbero incoraggiare gli immigrati a presentare domanda di assunzione o a conservare il loro impiego nell’amministrazione comunale;

f. ad avvalersi al massimo di una manodopera culturalmente diversa e gestita in modo efficace:

i.          accertandosi che il personale sia istruito e formato per rispettare la legge e garantire la parità di trattamento;

ii.         formando il personale sulle questioni interculturali, in modo che si senta a suo agio nelle relazioni professionali con persone appartenenti a culture e confessioni religiose diverse e nell’ambito dei servizi che è chiamato a prestare;

iii.        riconoscendo, al momento dell’assunzione, che l’esperienza interculturale fa parte delle competenze professionali;

iv.        vigilando affinché il personale immigrato non sia relegato a svolgere incarichi di specialista dei problemi degli immigrati, ma possa contribuire a migliorare la qualità dei servizi generali forniti a una popolazione locale di differenti origini;

g. a vigilare affinché i prestatori di servizi esterni rispettino gli obiettivi delle autorità locali in materia di occupazione e di erogazione dei servizi,  specificando nei contratti stipulati con tutti gli enti e i prestatori di servizi ai quali versano dei fondi le norme da rispettare in materia di diversità e di uguaglianza;

h. a sviluppare la consultazione e la partecipazione degli immigrati quando sono messe in atto nuove linee politiche o riforme dei servizi, al fine di anticipare gli eventuali effetti negativi e individuare, a uno stadio precoce, i mezzi per promuovere l’uguaglianza;

i. ad accertarsi che i loro obiettivi in materia di uguaglianza e diversità siano rispecchiati in tutti gli accordi locali di partenariato strategico stipulati con dei prestatori di servizi del settore privato e associativo; i comuni che non hanno stipulato tali accordi dovrebbero esaminare se una più stretta cooperazione con organizzazioni competenti a livello locale non potrebbe aiutarli a realizzare i loro obiettivi;

j. a vigilare affinché tutti gli immigrati arrivati recentemente possano avere accesso a consulenze, informazioni e corsi di lingua, valutando, in concertazione con gli immigrati stessi, con i datori di lavoro, le ONG e i sindacati, se i bisogni dei nuovi arrivati sono soddisfatti e studiando i mezzi per estendere i servizi disponibili e migliorare le informazioni fornite agli immigrati, sia integrando le diverse esigenze degli immigrati nei servizi generali, o fornendo prestazioni mirate agli immigrati arrivati recentemente;

k. a combattere l’eventuale ostilità dell’opinione pubblica o la resistenza del personale, attuando una strategia efficace di comunicazione, che permetta di sensibilizzare l’opinione pubblica sulle ragioni che sono alla base delle politiche in materia di gestione della diversità e ad adottare provvedimenti per combattere la disinformazione sull’accesso ai servizi da parte degli immigrati, quando costituiscono una fonte potenziale di tensioni comunitarie;

6. Il Congresso ribadisce il suo impegno a partecipare alla Rete CLIP e a distribuirne le conclusioni e gli esempi di buone prassi e, a tal fine, incarica la propria Commissione della coesione sociale di continuare a condurre tale attività.



[1] Discussa e approvata dalla Camera dei poteri locali il 4 marzo 2009 e adottata dal Congresso il 5 marzo 2009, 3° seduta (vedi doc. CPL(16)2REP, relazione esplicativa, relatore: E. Maurer (Svizzera, L, SOC)).