16a SESSIONE PLENARIA
Strasburgo, 3-5 marzo 2009

Uguaglianza e diversità in materia di occupazione e di erogazione di servizi nelle amministrazioni comunali

Raccomandazione 262 (2009)[1]

1. I flussi migratori possono favorire la diversità e la vitalità delle città europee, come lo ha sottolineato il Congresso dei poteri locali e regionali nella Risoluzione 181 (2004) riguardante « un patto per l’integrazione e la partecipazione delle persone di origine immigrata nelle città e regioni d’Europa», che esorta a un’apertura interculturale all’interno dei servizi pubblici, al fine di avvalersi di tale diversità, intesa come una risorsa, e di promuovere l’integrazione;

2. È generalmente riconosciuto che la promozione della non discriminazione e della parità di trattamento in materia di occupazione e di erogazione di servizi e la gestione della diversità possono svolgere un ruolo determinante per favorire il processo di integrazione degli immigrati;

3. Considerando che l’integrazione avviene essenzialmente a livello locale, spetta in tal senso un ruolo decisivo agli enti locali in tale processo, tanto più che sono spesso i datori di lavoro principali della loro regione e inoltre importanti erogatori di servizi;

4. La rete CLIP (Cities for Local Integration Policy), di cui il Congresso è membro e co-fondatore, ha pertanto deciso di procedere a un’analisi per individuare le strategie atte a garantire in modo efficace l’occupazione degli immigrati e l’erogazione di servizi a questo gruppo di popolazione da parte degli enti locali;

5. Le conclusioni che si possono trarre dagli studi di casi concreti realizzati nell’ambito della rete CLIP fanno emergere nettamente la necessità di disporre di un quadro legislativo nazionale e di politiche favorevoli, in grado di permettere agli enti locali di conseguire pienamente ed efficacemente i loro obiettivi in materia di uguaglianza e di gestione della diversità;


6. Il Congresso ritiene che gli Stati membri possano contribuire in maniera decisiva al processo di integrazione, favorendo l’integrazione di personale immigrato nell’organico comunale e garantendo agli immigrati l’accesso ai servizi; chiede pertanto al Comitato dei Ministri:

i.           di chiedere ai Governi e alle autorità regionali degli Stati membri di invitare la Commissione europea a considerare l’opportunità di riesaminare le motivazioni, la necessità e le incidenze delle restrizioni giuridiche esistenti negli Stati membri dell’Unione all’accesso all’impiego presso le amministrazioni comunali per i cittadini di Stati non appartenenti allo Spazio economico europeo, al fine di accrescerne le possibilità di candidatura e quindi di impiego;

ii.          di chiedere agli Stati membri del Consiglio d’Europa:

-           di adottare provvedimenti per mettere in opera la Raccomandazione di politica generale N°7 dell'ECRI, che risale al 2002, sulle legislazioni nazionali per combattere il razzismo e la discriminazione razziale, vigilando affinché i pubblici poteri siano tenuti per legge a promuovere l’uguaglianza e a prevenire la discriminazione nell’esercizio delle loro funzioni;

-           di riconoscere, nei loro piani nazionali per l’integrazione, l’importanza dell’accesso all’impiego e ai servizi presso le amministrazioni comunali per gli immigrati, di incoraggiare le autorità locali a dare l’esempio, attuando politiche di promozione dell’uguaglianza proattive e globali a favore dei lavoratori immigrati all’interno delle loro amministrazioni e di prendere in esame l’opportunità di stanziare risorse finanziarie per permettere uno scambio di esperienze tra i loro enti locali su tali questioni;

-           di riesaminare il loro attuale sistema di riconoscimento delle qualifiche professionali, per accertarsi che non rappresenti un inutile ostacolo a una completa e piena integrazione degli immigrati sul mercato del lavoro, e, in particolare,  nell’organico delle amministrazioni comunali;

-           di garantire agli immigrati l’accesso all’informazione, nelle varie lingue pertinenti, sui loro diritti in materia di occupazione, sulle possibilità di trovare un impiego nell’amministrazione pubblica e sui servizi comunali a cui hanno diritto, oltre che un’informazione più generale sulle regole e le pratiche culturali locali;

7. Il Congresso raccomanda al Consiglio d’Europa e alla Commissione europea:

a. di garantire che gli enti locali abbiano accesso a linee guida autorevoli relative ai concetti, alla terminologia, agli obblighi giuridici e alle buone prassi in materia di gestione dell’uguaglianza e della diversità;

b. di prendere in esame la necessità di adottare dispositivi legislativi nazionali per lottare contro la discriminazione religiosa, nei confronti della quale l’opinione pubblica è attualmente meno sensibilizzata rispetto alla discriminazione razziale.



[1] Discussa e approvata dalla Camera dei poteri locali il 4 marzo 2009 e adottata dal Congresso il 5 marzo 2009, 3° seduta (vedi doc. CPL(16)2REP, relazione esplicativa, relatore: E. Maurer (Svizzera, L, SOC)).