Raccomandazione 169 (2005) 1 sulle grandi maree nere: il ruolo degli enti locali
Il Congresso, vista la proposta della Camera dei poteri locali,
1. Considerando che l’inquinamento degli oceani dovuto al rilascio di idrocarburi è diventato in questi ultimi decenni una problematica che continua a suscitare sempre maggiori inquietudini a livello internazionale;
2. Notando che gran parte dell’Europa è circondata da mari semi chiusi, ossia il Mediterraneo, il Mar Nero, il Mar Caspio e il Mar Baltico, che hanno limitati scambi di masse d’acqua con l’oceano, per cui sono estremamente sensibili all’inquinamento;
3. Conscio del fatto che il litorale atlantico europeo è anch’esso esposto all’inquinamento, derivante soprattutto da fonti ed attività terrestri, dalla produzione offshore di petrolio e di gas, dai trasporti marittimi e dalle maree nere accidentali;
4. Ricordando con sgomento le catastrofi causate da incidenti di petroliere, che hanno colpito le coste europee nel corso di questi ultimi anni, con serie ripercussioni sulle aziende, sul turismo e sui biotopi marini e costieri e gravi danni economici, le cui conseguenze si sono fatte sentire a lungo;
5. Sottolineando nel contempo che il rilascio intenzionale in mare di eccessive quantità di idrocarburi e di altre sostanze pericolose da parte di numerosi tipi di navi provoca danni ancora più gravi per il litorale europeo di quelli dovuti agli incidenti delle petroliere;
6. Ricordando inoltre che molte delle sostanze chimiche trasportate via mare sono molto più pericolose per l’ambiente marino e per gli organismi viventi del petrolio grezzo o del carburante delle navi (bunker oil);
7. Considerando che, dato il costante aumento del volume delle sostanze pericolose e inquinanti trasportate via mare, gli enti locali e regionali delle zone costiere sono esposti a rischi permanenti;
8. Notando che si sta indubbiamente manifestando una maggiore consapevolezza dei rischi ambientali e che è necessario migliorare le legislazioni in materia;
9. Rammaricandosi dell’inadeguato rispetto delle normative, dei risarcimenti insufficienti delle vittime e della carenza dei piani di emergenza;
10. Invita i Governi degli stati membri del Consiglio d’Europa a:
a. adottare tutte le misure necessarie per ridurre al minimo i rischi di inquinamento marino e costiero da idrocarburi;
b. rafforzare l’applicazione del principio “chi inquina paga” per quanto riguarda il trasporto di idrocarburi e sostenere una ferma applicazione delle legislazioni interne e delle norme internazionali definite dall’OMI e dall’Ue, insistendo, per esempio, sulla necessità di utilizzare navi a doppio scafo, prevedendo multe severe per le infrazioni, per esempio in caso di rilascio intenzionale di importanti quantità di idrocarburi o di altri elementi inquinanti, riducendo l’utilizzo di bandiere di comodo e semplificando le attuali complesse disposizioni in materia di proprietà e di esercizio della navigazione delle petroliere, al fine di ridurre la vulnerabilità e i rischi del trasporto marittimo;
c. fare rispettare le normative anti inquinamento dello stato di appartenenza, (che deve accertarsi che le navi battenti bandiera del paese siano conformi alla sua legislazione), dello stato costiero più vicino e degli stati dei porti in cui hanno fatto scalo le navi coinvolte in incidenti di sversamento illecito di prodotti inquinanti;
d. estendere la sorveglianza sistematica mediante tecniche di sensori radar satellitari e pattuglie aeree, non solo al fine di individuare i responsabili di sversamenti illeciti, ma anche di contribuire a predisporre dei sistemi di monitoraggio destinati a contrastare l’inquinamento accidentale e di aiutare a valutare la quantità di idrocarburi rilasciata in una determinata zona, e associare tale sorveglianza al sistema di identificazione automatica AIS (Automatic Identification System) per individuare più efficacemente la nave responsabile dell’inquinamento;
e. rafforzare la capacità di reazione tempestiva, in particolare grazie ad esercitazioni e piani di azione nei seguenti settori: procedure destinate a centralizzare l’informazione, informazione del pubblico, valutazione e controllo delle macchie di petrolio che vanno alla deriva, sorveglianza area e identificazione dei porti in cui le petroliere in difficoltà possono rifugiarsi;
f. costituire delle squadre di lotta contro l’inquinamento, per affiancare e rafforzare i piani di intervento regionali e nazionali, qualora dovessero sopravvenire gravi casi di inquinamento;
g. fare un inventario di un numero sufficiente di luoghi di rifugio (porti o baie), e incoraggiare gli stati del territorio in cui si trovano ad autorizzarne l’accesso, in modo che le navi in difficoltà possano rifugiarvisi tempestivamente per ridurre i rischi di inquinamento;
h. dotare i porti esistenti di infrastrutture che permettano di accogliere le navi in difficoltà e istituire una rete di rimorchiatori che possano essere mobilitati per soccorrere senza indugi le navi in difficoltà che presentano elevati rischi di inquinamento;
i. incoraggiare gli enti locali a elaborare piani di emergenza per agire in caso di marea nera, istituendo dei dispositivi di finanziamento, per esempio sotto forma di tasse sul petrolio importato, che consentano di acquistare le attrezzature tecniche necessarie, con successivo rimborso da parte delle autorità nazionali;
j. accertarsi che i piani di emergenza in caso di marea nera prevedano l’acquisto e la disponibilità di attrezzature moderne destinate ad agire efficacemente in mare aperto contro il problema, prima che gli idrocarburi raggiungano le coste, con la piena consapevolezza che tali investimenti, per quanto onerosi, costano meno delle successive operazioni di pulizia;
k. sviluppare programmi nazionali e internazionali di risarcimento in caso di inquinamento da idrocarburi, a complemento degli indennizzi delle compagnie di assicurazione, i cui fondi non provengano dall’erario, ma, a titolo di esempio, da dazi sul petrolio importato;
l. promuovere l’istituzione di vaste reti di cooperazione per fronteggiare le maree nere, che comprendano l’assistenza da parte delle forze armate e della guardia costiera, dei centri tecnologici di ricerca, delle flotte della marina mercantile, delle compagnie aeree e dei traghetti;
m. sostenere con adeguati incentivi lo sviluppo della cooperazione tra il settore pubblico e il settore privato nella lotta all’inquinamento da idrocarburi;
n. sviluppare una strategia globale per l’Europa sulla sicurezza marittima, volta a definire e a promuovere un’azione europea concertata per fronteggiare le catastrofi marittime;
11. Invita il Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa a sostenere le attività dell’Organizzazione nel campo dell’ambiente, al fine di:
a. stimolare la cooperazione con le autorità internazionali, nazionali, regionali e locali sulle questioni relative all’inquinamento marino;
b. repertoriare ed analizzare le pratiche innovative nel campo della lotta contro le maree nere;
c. approfondire l’analisi delle misure di sicurezza applicabili al trasporto marittimo di idrocarburi.
1 Discussa e approvata dalla Camera dei poteri locali il 31 maggio 2005, e addottata dalla Commissione permanente del Congresso il 2 giugno 2005 (ved. Doc. CPL (12) 3, progetto di Raccomandazione presentato da A. G. Ström-Erichsen (Norvegia, L, SOC) relatore).