Risoluzione 166 (2003)1 sul seguito dato al Summit mondiale sullo sviluppo sostenibile
Il Congresso,
1. Avendo esaminato:
a. la relazione sul seguito dato al Summit mondiale sullo sviluppo sostenibile, presentata dal Sig. Keith Whitmore (Regno Unito, R) a nome della Commissione dello sviluppo sostenibile;
b. i documenti precedenti adottati dal CPLRE sulle questioni relative allo sviluppo sostenibile, tra i quali la Risoluzione126 (2002) su Rio+10: Verso il prossimo Summit mondiale sullo sviluppo sostenibile;
c. i documenti più salienti relativi al Summit mondiale, tra cui la Dichiarazione di Johannesburg sullo sviluppo sostenibile, il Piano di implementazione, l’appello di Johannesburg e la Dichiarazione dei governi locali per il Summit mondiale sullo sviluppo sostenibile;
2. Considerando che:
a. la sostenibilità locale è determinante per lo sviluppo socio-economico e per la qualità della vita, e costituisce pertanto un fattore essenziale che richiede l’attenzione di tutte le sfere di governo, della società civile e del settore privato;
b. dopo il Summit di Rio del 1992, sono stati avviati in Europa oltre 5000 processi per un’Agenda Locale 21. La sostenibilità locale deve ora trovare una concreta attuazione in tutte le politiche e in tutte le soluzioni, e passare dalla fase progettuale a quella operativa, al fine di garantire una messa in opera più rapida dello sviluppo sostenibile;
c. lo sviluppo sostenibile richiede un approccio integrato che consenta di creare società e città sostenibili. Ogni politica, ogni piano o azione a favore delle città vivibili devono nel contempo proteggere i beni comuni mondiali dai quali dipende la vita delle popolazioni: l’aria, il clima, l’acqua, il suolo, la biodiversità, la salute e il cibo;
d. la gestione sostenibile delle risorse idriche e la tutela del clima sono problematiche che interessano vari livelli di amministrazione, per le quali gli enti locali e regionali devono svolgere un ruolo riconosciuto e distinto;
e. mentre le autorità locali e regionali di tutto il mondo si stanno sforzando di passare dalla fase di progettazione a quella operativa nei prossimi dieci anni dopo il Summit di Johannesburg, il programma di Azione locale 21 servirà in quanto "motto, mandato e movimento" verso il cambiamento. Sarà imperniato sulle attività finalizzate a creare società e città sostenibili.
f. per garantire che le attività decisionali quotidiane a livello locale contribuiscano alla sostenibilità locale, occorre che gli enti locali d’Europa si vedano conferiti veri poteri per attuare la sostenibilità. Nelle legislazioni nazionali, la sostenibilità locale deve essere rafforzata e sostenuta con risorse ragionevoli;
g. le strategie per la sostenibilità nazionale e locale dovrebbero essere maggiormente integrate e interconnesse, al fine di evitare che le politiche nazionali vanifichino le iniziative locali. Occorre una cooperazione più strutturale con i governi nazionali sulle questioni riguardanti la sostenibilità. Le Agende locali 21 e i programmi di azione locale 21 dovrebbero diventare parte integrante delle politiche nazionali, soprattutto di quelle in materia ambientale;
h. il contesto economico e finanziario entro il quale operano gli enti locali e regionali deve essere ristrutturato per sostenere e facilitare lo sviluppo sostenibile e scoraggiare attività decisionali non improntate al principio della sostenibilità;
3. Chiede alle autorità locali e regionali d’Europa di:
a. ridurre la partecipazione delle città e delle regioni a quanto contribuisce a provocare l’esaurimento delle risorse e il degrado ambientale su scala mondiale, con ripercussioni negative sulle stesse città e sui loro abitanti;
b. impegnarsi in programmi di Azione locale 21 e coinvolgere i cittadini e tutti i soggetti interessati nella pianificazione dello sviluppo sostenibile, in modo da concordare su una visione, su obiettivi e su un piano di azione locale finalizzati alla sostenibilità;
c. rivolgere tutti gli strumenti esistenti a livello locale e regionale, quali la pianificazione territoriale, il bilancio e l’attività decisionale quotidiana a favore dello sviluppo sostenibile. Occorrono in particolare nuovi mezzi per propagandare/promuovere la sostenibilità presso i cittadini e per motivare una partecipazione continuativa ai processi delle Azioni locali 21;
d. mettere in opera degli incentivi che rendano troppo costose le decisioni che non sono dettate dalla sostenibilità, allo scopo di incoraggiare i mutamenti nei modelli di consumo e nelle scelte tradizionalmente non sostenibili;
e. perseguire attivamente delle politiche di approvvigionamenti pubblici “verdi”, che forniscano un mezzo efficace per sviluppare dei modelli sostenibili di produzione e di consumo. Gli approvvigionamenti verdi sono uno dei meccanismi più efficaci attualmente disponibili per utilizzare il mercato al fine di ottenere modelli di produzione e di consumo sostenibili, uno degli obiettivi fondamentali del Piano di implementazione adottato a Johannesburg;
f. valutare le conseguenze dei cambiamenti climatici a livello locale oltre il 2050 ed avviare delle attività per individuare degli strumenti armonizzati ed efficaci volti ad attenuare l’impatto dei cambiamenti climatici. Per esempio, acquistando energia verde, i pubblici poteri potrebbero ridurre le emissioni di gas ad effetto serra in Europa ad un livello corrispondente al 20% degli impegni dell’accordo di Kyoto degli Stati membri dell’Unione europea;
g. promuovere un utilizzo efficace delle risorse naturali e il passaggio dall’energia fossile a quella rinnovabile nelle sue varie forme, al fine di procurare alla società a lungo termine condizioni ambientali più vivibili e stabili. Una città eco–efficace è meglio preparata per le future condizioni delle risorse ambientali mondiali;
h. richiedere di svolgere un ruolo maggiore e di assumere responsibilità congiunte allo scopo di ottenere una gestione idrica sostenibile in Europa, in modo da superare le diversità di condizioni e di esigenze esistenti tra una regione e l’altra, dovute alle diverse caratteristiche tecniche, ambientali e sanitarie;
i. incoraggiare partenariati pubblici-privati (PPP) al fine di accelerare la sostenibilità locale in Europa. Un partenariato pubblico/privato richiede dei governi locali che dispongano di poteri e siano ben informati, in grado di definire criteri di qualità precisi per ogni prodotto e ogni servizio fornito dal settore privato, in modo da garantire che i vantaggi siano condivisi tra i partner pubblici e privati;
j. introdurre nella gestione comunale dei sistemi e degli strumenti all’avanguardia, allo scopo di garantire una messa in opera decisa, un controllo efficace e miglioramenti continui. L’uso più incisivo delle tecnologie informatiche e delle comunicazioni dirette dovrebbe accrescere la consapevolezza del pubblico e la cooperazione con tutti i soggetti locali interessati;
k. migliorare la capacità delle comunità ad affrontare eventi imprevisti, quali disastri naturali o industriali e crisi economiche, garantendo infrastrutture urbane atte a fronteggiare catastrofi quali terremoti, canicola e siccità, allagamenti, ecc..;
l. promuovere una cultura politica dell’impegno cittadino, la partecipazione di tutti i soggetti e la capacità di costruire il consenso, al fine di rendere più sostenibili le nostre società e le nostre città. I principi della gestione partecipata (la democrazia, la consultazione, la trasparenza e la responsabilità) dovrebbero essere promossi allo scopo di rafforzare il movimento verso la sostenibilità;
m. promuovere l’idea di conferenze nazionali sullo sviluppo sostenibile tese a riunire i governi nazionali, regionali e locali e a costituire alleanze strategiche di lavoro;
4. Chiede alla Commissione dello sviluppo sostenibile di:
a. elaborare proposte appropriate volte a conseguire gli obiettivi e gli scopi prioritari del Summit;
b. contribuire alla realizzazione pratica dei risultati del Summit stimolando ulteriori attività in materia di sviluppo sostenibile a livello locale e regionale in Europa;
c. cooperare con le Commissioni e i Gruppi di esperti competenti del Consiglio d’Europa, al fine di esaminare le implicazioni del Piano di implementazione e di accertarsi che i loro futuri programmi rispecchino gli obiettivi del Summit;
d. prendere in esame la possibilità di una più stretta collaborazione con la Campagna europea delle città sostenibili.
1 Discussa e adottata dalla Commissione permanente del Congresso il 26 novembre 2003 (ved. Doc. CG(10) 24, progeetto di risoluzione presentato dal Sig. K. Whitmore, relatore)