Seconda parte
Il ruolo degli enti locali e regionali in relazione alla situazione delle persone LGBTI in Polonia
Risoluzione 471(2021)[1]
Il Congresso dei poteri locali e regionali del Consiglio d’Europa,
1. Tenendo presente la Risoluzione 380 (2015)e la Raccomandazione 370 (2015)“Garantire i diritti delle persone lesbiche, gay, bisessuali e transgender (LGBT)”;
2. Tenendo presente la Raccomandazione CM/Rec(2010)5 del Comitato dei Ministri relativa alle misure per combattere la discriminazione fondata sull’orientamento sessuale o sull’identità di genere;
3. Ricordando il Memorandum sulla stigmatizzazione delle persone LGBTI in Polonia, presentato dalla Commissaria per i diritti umani del Consiglio d’Europa nel dicembre 2020;
4. Ricordando gli Obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite, che esortano in particolare a promuovere l’autonomia e l’inclusione sociale, economica e politica di tutti, a prescindere da età, sesso, disabilità, razza, appartenenza etnica, origine, religione, condizioni economiche o qualunque altra situazione;
5. Ricordando il ruolo svolto dagli enti locali e regionali nel garantire la salvaguardia dei diritti umani dei loro abitanti;
6. Notando che dal 2019, più di 90 regioni, distretti o comuni polacchi hanno adottato risoluzioni in cui si dichiarano liberi dalla cosiddetta “ideologia LGBT” o “Carte dei diritti della famiglia”;
7. Notando che un certo numero di tali risoluzioni e dichiarazioni sono state annullate e dichiarate incostituzionali dai Tribunali amministrativi, perché ritenute incompatibili con i diritti previsti dal diritto polacco e internazionale;
8. Esprimendo preoccupazione per gli effetti negativi che tali risoluzioni o carte possono avere sulle persone LGBTI in Polonia, sulla loro sicurezza, il loro benessere e in particolare sui giovani;
9. Preoccupato dal fatto che tale questione abbia profondamente polarizzato gli enti territoriali polacchi e dal clima sempre più ostile nei confronti della comunità LGBTI in Polonia;
10. Preoccupato dall’aumento dei reati commessi nei confronti di persone LGBTI e della violenza contro di loro;
11. Apprezzando gli sforzi compiuti da alcuni comuni polacchi per promuovere società più inclusive, grazie all’adozione di politiche di sostegno ai cittadini LGBTI e alla creazione di una coalizione di città contro la discriminazione;
12. Prendendo in considerazione il rapporto della Commissione Questioni di Attualità che fa seguito alla missione di inchiesta a distanza condotta il 2-3 novembre 2020 sulla situazione delle persone LGBTI in Polonia;
13. Invita gli enti locali e regionali polacchi a:
a. ritirare le risoluzioni “contro l’ideologia LGBTI” e i testi analoghi, indipendentemente dalla denominazione;
b. tutelare i diritti dei gruppi minoritari e vulnerabili, in particolare le persone LGBTI, elaborando e riesaminando le politiche necessarie e istituendo meccanismi efficaci per la loro applicazione;
c. investire risorse finanziarie e umane per garantire l’integrità fisica e psicologica delle persone LGBTI in un contesto di aumento dei discorsi di incitamento all’odio, in particolare per quanto riguarda i bambini e i giovani;
d. sviluppare partenariati con altri enti territoriali, le loro associazioni e la società civile e avviare consultazioni con l’obiettivo di elaborare congiuntamente progetti ben informati e inclusivi contro la discriminazione;
14. Incoraggia le associazioni polacche di enti locali e regionali ad assumere un ruolo guida e fungere da piattaforma di dialogo per gli enti locali e regionali sulle questioni relative alla sicurezza e al benessere dei loro cittadini LGBTI;
15. Decide di continuare a seguire da vicino l’evoluzione della situazione delle persone LGBTI in Polonia e il ruolo svolto dagli enti locali e regionali al riguardo.
[1] Discussa e approvata dal Congresso il 16 giugno 2021, 2a seduta (si veda il documento CG(2021)40-19, relazione esplicativa), relatore: Andrew BOFF, Regno Unito (R, ECR).