Risoluzione (2000)1sul uolo delle collettività territoriali ella fornitura dei servizi sociali

Il Congresso,

1. Vista la relazione presentata dal sig. Markku Andersson a nome del Gruppo di lavoro “Responsabilità delle collettività territoriali nel campo dei servizi sociali”;

Considerato che:

2. Non esiste un vocabolario universale della protezione sociale, dato che sono i bisogni percepiti e la capacità a soddisfarli che determinano, in qualsiasi società, il ventaglio dei servizi sociali. I processi di cambiamento economico e sociale creano nuove prospettive e nuovi rischi per ogni generazione, cosa che richiede un continuo adattamento da parte dei servizi sociali;

3. Le considerazioni politiche e i livelli delle risorse determinano in maggior parte il modo in cui sono organizzati i servizi sociali. I problemi etnici e la depauperizzazione urbana hanno aggiunto alla povertà nuove dimensioni che attraversano le categorie tradizionali di clienti costituite dalle famiglie, dai bambini, dai giovani, dai malati e dagli handicappati, dai disoccupati, dalle persone anziane e dai delinquenti;

4. Migliorare la salute e il benessere della popolazione e ridurre le diseguaglianze sociali costituiscono pur tuttavia delle priorità di prim’ordine per tutti i governi democratici;

5. Buoni servizi sociali sono essenziali alla qualità di vita della popolazione, nella misura in cui mirano:

a. a ridurre la frequenza delle malattie, delle affezioni e degli incidenti in seno alla popolazione;

b. a consentire alle persone che non sono in grado di svolgere attività essenziali della vita quotidiana, ivi compreso alle persone affette da un handicap o da una malattia cronica, di condurre una vita quanto più possibile piena e normale;

c. a favorire quanto più possibile lo sviluppo sociale dei bambini, in un ambito familiare stabile;

d. in fin dei conti, a ridurre le disparità tra i gruppi di popolazione, come ad esempio le persone con basso reddito, le minoranze, le persone anziane e gli abitanti delle zone rurali;

6. Propone che la 12a Conferenza dei Ministri europei responsabili delle collettività locali prenda in considerazione i seguenti aspetti in occasione della discussione sul ruolo dei poteri locali e regionali nella fornitura di servizi sociali locali:

Diversità

7. Esistono sensibili variazioni nazionali nell’organizzazione e nel finanziamento dei servizi sociali:

a. differenze a livello dell’importanza relativa delle amministrazioni, del grado centrale, regionale e locale, per quanto riguarda il finanziamento publico, l’elaborazione delle politiche e la fornitura dei servizi;

b. differenze a livello dell’importanza relativa dei settori publico, volontario e privato. Anche se i poteri pubblici rappresentano i principali contribuenti, i fondi stanziati per il settore pubblico e quello non pubblico hanno proporzioni variabili da un paese all’altro;

c. esistono inoltre variazioni a livello del grado d’autonomia amministrativa concessa ai servizi sociali personali;

8. Per finire, esiste una grande diversità d’amministrazione locale: i poteri locali e regionali hanno ricevuto mandati legislativi ed elettorali differenti per elaborare politiche, anticipare bisogni locali degli abitanti e prendere adeguate disposizioni. Anche le risorse delle collettività e i bisogni delle popolazioni locali si situano a livelli molto variabili nelle diverse regioni d’Europa;

9. È difficile decidere succintamente il ruolo svolto dai poteri locali e regionali nella fornitura di servizi sanitari e d’interesse collettivo a causa delle variazioni e dei diversi tipi di collettività, ma anche a causa delle riforme in corso, un pò dappertutto in Europa, a livello delle funzioni e della gestione dei poteri locali;

10. I programmi stabiliti dalle diverse istanze governative devono riconoscere tali variazioni e prenderle in considerazione: non esiste un modello unico applicabile alla pianificazione, alla coordinazione e alla prestazione dei servizi sociali e sanitari in tutte le regioni d’Europa. È del tutto plausibile adottare approcci diversi per la pianificazione e la prestazione dei servizi in comuni o regioni diverse, in funzione dei bisogni e dei sistemi dei servizi locali;

Decentramento

11. Conformemente all’articolo 4.3 della Carta europea dell’autonomia locale, l’”esercizio delle responsabilità pubbliche spetta, in linea generale, preferibilmente alle autorità più vicine ai cittadini”;

12. Posti al livello amministrativo più vicino alla popolazione, i poteri locali sono ben consci dei legami che esistono tra le diverse componenti dei servizi sanitari e d’interesse collettivo, come la salute pubblica, gli svaghi e il tempo libero, l’alloggio, i servizi destinati alle persone anziane. Essendo forniti localmente, tali servizi devono essere concepiti localmente al fine di rispondere ai bisogni locali e alle aspettative degli utenti;

13. È l’istanza governaziva che deve mettere a profitto le proprie conoscenze e responsabilità particolari per far sì che i bisogni della popolazione, che sono spesso contraddittori nella loro diversità, siano coperti in modo coordinato. Essa dispone d’una larga esperienza per trovare il giusto equilibrio tra le aspettative, spesso opposte, dei gruppi d’interesse che si trova dinanzi. Essa può ugualmente coordinare gli sforzi per fornire servizi più efficienti, capaci di rispondere meglio ai bisogni locali;

14. I poteri locali e regionali svolgono un ruolo chiave nell’identificazione e nella gerarchizzazione dei bisogni, nella consultazione degli utenti, nonché nella pianificazione e nella creazione di infrastrutture e di servizi. Poiché privilegiano l’interesse degli abitanti, essi possono svolgere un ruolo insostituibile nella promozione della salute pubblica. Praticamente tutte le funzioni assolte dai poteri locali e regionali hanno un’incidenza diretta o indireta sulla salute e sul benessere della popolazione locale;

15. I poteri locali e regionali rivendicano, a giusto titolo, un importante ruolo nella pianificazione e nella fornitura di servizi sociali locali coordinati (ivi compreso, allo stesso tempo, servizi d’interesse collettivo e sanitari), nell’ambito dell’esercizio degli affari pubblici delle collettività locali. Oltre al loro principale ruolo, in numerosi paesi, nella pianificazione e nella fornitura di servizi, i poteri locali e regionali sono in grado d’adottare un approccio globale e integrato delle questioni afferenti ai servizi alle famiglie, alla salute degli abitanti e al benessere della popolazione;

16. I poteri locali e regionali devono essere abilitati a promuovere la prosperità economica e il benessere sociale ed ambientale della loro circoscrizione: il miglioramento della salute richiederà l’impegno delle autorità competenti in un’azione collettiva che abbracci tutte le loro funzioni, poiché l’intervento sulle cause dei problemi sanitari copre tutto il ventaglio delle loro responsabilità;

17. Tale compito deve basarsi su una competenza discrezionale che abiliti i poteri locali a prendere provvedimenti in vista della promozione del benessere della loro circoscrizione, nonché delle persone che in essa vivono e lavorano: le collettività locali devono essere in grado di decidere sull’insieme dei servizi sociali e sanitari da mettere a disposizione degli abitanti;

18. Il governo centrale deve sforzarsi a definire le condizioni in cui i poteri locali e regionali potranno promuovere nel migliore dei modi la salute della popolazione a livello della collettività. Ad esso spetta mettere a punto e testare un ambito generale per dare orientamenti completi sul ruolo che i poteri locali e regionali svolgeranno nella pianificazione, nel controllo e nell’attuazione dei servizi sociali e sanitari a livello locale;

19. Il trasferimento di competenze deve essere accompagnato dall’obbligo di rispettare delle norme. I servizi locali devono essere valutati secondo il parametro delle regole generali, affinché a tutti gli abitanti sia data la possibilità di accedere a una qualità di cure standard;

20. In numerosi paesi la capacità dei poteri locali nel raccogliere delle entrate è di gran lunga inferiore a ciò che sarebbe necessario per garantire i servizi nelle loro circoscrizioni. I poteri locali dipendono quindi, per una larga parte dei servizi che essi forniscono, da sussidi generali o specifici provenienti da altri livelli d’amministrazione;

21. Nel momento in cui vengono trasferite a dei poteri locali e regionali competenze e responsabilità, bisogna fare in modo che questi ultimi dispongano di tutte quelle risorse, non solamente finanziare, necessarie per svolgere i compiti che sono stati loro assegnati;

Cooperazione

22. I pazienti e gli utenti dei servizi sociali e sanitari devono poter accedere a un sitema d’assistenza integrato. Tale obiettivo può essere raggiunto per mezzo di una pianificazione comune e di una collaborazione più spinta, a livello delle attività e della fornitura di servizi, che associ i servizi sociali e sanitari nazionali o regionali e i poteri locali, nonché le popolazioni locali e il settore associativo; bisogna fare in modo che le diverse attività siano quindi efficacemente integrate ed orientate al miglioramento del benessere generale delle popolazioni locali;

23. Il goveno centrale deve dare ai poteri locali competenze discrezionali chiaramente definite, permettendo loro di concludere accordi di collaborazione con altre istituzioni, altri organismi o altre agenzie che operano a livello locale, per qualsiasi scopo conforme alle loro funzioni, ivi compreso la funzione consistente nella promozione del benessere sociale nella loro circoscrizione. Tali accordi di collaborazione favoriranno l’avvio, da parte di tutte le istanze governative, nonché da parte dei servizi privati e di altri servizi non pubblici, d’un approccio pianificato e integrato dei servizi locali sanitari e d’interesse colettivo, anziché un approccio sporadico e frammentario;

24. La cooperazione e la coordinazione intergovernative devono includere una definizione chiara dei ruoli e delle responsabilità di ogni parte, nonché dei rapporti tra di esse, ed evitare d’imporre alle collettività locali approcci restrittivi e rigide regolamentazioni;

25. Bisogna rafforzare la capacità dei poteri locali di lavorare nell’ambito di accordi di collaborazione. La cooperazione è spesso una condizione necessaria perché i poteri locali siano in grado di fornire servizi efficienti; è il caso, ad esempio, allorché le loro risorse e/o le loro capacità finanziarie sono limitate rispetto al volume e al costo dei servizi da fornire;

26. Esiste un enorme bisogno di rafforzare, a livello locale, la coesione e la coerenza di tutti i protagonisti - settore pubblico, settore privato, associazioni - le cui attività e i cui sforzi possono influenzare il benessere delle popolazioni locali;

27. Anche presso le società prospere i bisogni presentano tali scarti e una tale differenza che i servizi sociali ufficiali sono costretti a utilizzare e sostenere i sistemi informali di mutua assistenza e di assistanza sociale che intervengono in base a relazioni personali che s’iscrivono nell’ambito della famiglia, del vicinato o di un altro gruppo scarsamente strutturato in seno alla popolazione. In assenza di tali reti di mutua assistenza informali, i servizi sociali sarebbero sommersi dalla richieste;

28. È chiaro che non ci sia una netta demarcazione tra il settore ufficiale e il settore informale della protezione sociale; queste due fonti del benessere sociale si completano, anziché escludersi. Il crescente orientamento verso un criterio di prossimità riguardo alle cure implica politiche sociali capaci di rafforzare i legami tra i servizi sociali ufficiali e le reti informali di mutua assistenza sociale, senza perdere di vista le loro differenze:

Modernizzazione

29. Gli sforzi miranti a migliorare la qualità, ridurre le disparità e accelerare i servizi passano attraverso un nuovo approccio dei servizi sociali e sanitari. Bisognerà porre un nuovo accento sulla gestione delle attività per fare in modo che tutti i servizi, ovunque essi siano, forniscano le prestazioni di cui hanno bisogno i pazienti, gli utenti e il personale curante. I poteri pubblici devono aprire la strada a miglioramenti radicali della qualità, dell’affidabilità e della redditività dei servizi sociali e porre un nuovo accento sulla rieducazione, nonché sulla riduzione della dipendenza, ovunque sarà possibile;

30. Per la modernizzazione dei servizi sociali e sanitari occorrerà l’adeguata partecipazione del pubblico, dei pazienti e degli utenti al processo decisionale, e ciò tanto a livello nazionale che locale. I poteri pubblici devono chiaramente indicare ciò che gli utenti possono aspettarsi dai servizi sociali, dagli enti sanitari e dagli istituti per l’alloggio;

31. Devono essere compiuti dei progressi nei campi chiave che stanno alla base dello sviluppo di qualsiasi servizio, ovvero: l’adeguato equipaggiamento dei servizi, il perfezionamento e la partecipazione del personale, l’adozione di moderni sistemi d’informazione e la realizzazione d’una moderna infrastruttura in termini di locali e di strumentazione. Per compiere significativi progressi in questo campo occorrerà un efficace inquadramento a livello locale, dato che l’attuazione di tali strategie richiederà un cambiamento culturale ed evolutivo sul piano organizzativo;

32. I poteri pubblici devono sforzarsi di misurare e valutare le prestazioni nell’ottica di rusultati realmente rilevanti. Occorrerà, in particolare, studiare le seguenti dimensioni: miglioramento della salute, equo accesso alle cure, efficace prestazione di adeguate cure sanitarie, efficienza, situazione vissuta dai pazienti e dagli utenti e risultati delle cure in termini di salute. Questi indicatori potranno fornire degli strumenti di diagnosi in vista del miglioramento delle prestazioni locali per mezzo dell’analisi comparata e dello scambio delle buone pratiche. La loro considerazione cumulata consentirà di valutare, analizzare e migliorare le prestazioni a livello locale;

33. La modernizzazione deve essere appoggiata da rilevanti risorse secondarie, in termini di locali e di strumentazione, ma anche a livello del personale dei servizi sociali e sanitari che svolge un ruolo chiave nella realizzazione del programma di modernizzazione. Conviene riconoscere il giusto valore del contributo che il personale deve apportare alla pianificazione e all’attuazione dell’assistenza sociale e sanitaria;

34. Bisogna sfruttare le possibilità offerte dalle nuove tecnologie dell’informazione e della comunicazione, segnatamente per fornire un aiuto il più efficace possibile e nel modo più soddisfacente e comodo possibile per il pubblico;

35. La modernizzazione degli impianti, della strumentazione e dei sistemi può essere ottenuta tramite accresciuti investimenti pubblici, il miglioramento dei metodi di gestione del servizio pubblico e lo sviluppo di accordi di collaborazione tra il settore pubblico e il settore privato. Un più frequenre ricorso a imprese di servizi può rappresentare una soluzione affinché la fornitura di servizi sociali possa beneficiare dei vantaggi della concorrenza e della flessibilità. Tali vantaggi comprendono una migliore efficacia, un’accresciuta attenzione ai bisogni dei clienti e l’incoraggiamento all’innovazione. La privatizzazione, invece, comporta anch’essa dei rischi e richiede un’attenta gestione da parte dei poteri pubblici che devono segnatamente definire in modo chiaro i criteri di prestazione e vigilare sulla responsabilità delle imprese.

1 Discussa e adottata dalla Commissione Permanente del Congresso il 2 marzo 2000 (cfr. Doc CG (6) 19, progetto di Risoluzione presentato dal sig. M. Andersson, Relatore).