Risoluzione 164 (2003)1 sulle regioni sostenibili nel contesto della mondializzazione

Il Congresso, esaminata la proposta della Camera delle Regioni,

Ricordando i testi già adottati dal Congresso:

1. La Risoluzione 55 (1997) sugli «strumenti finanziari locali e regionali favorevoli all’ambiente in Europa» ;

2. La Raccomandazione 57 (1999) sugli «strumenti economici locali e regionali favorevoli all’ambiente» ;

3. La Raccomandazione 101 (2001) e la Risoluzione 121 (2001) sugli «effetti della mondializzazione sulle regioni » ;

4. La Risoluzione 126 (2002) su «Rio + 10: verso il prossimo Summit mondiale per lo sviluppo sostenibile » ;

5. La Raccomandazione 106 (2002) e la Risoluzione 127 (2002) riguardanti lo sviluppo sostenibile e la liberalizzazione del mercato energetico;

6. Avendo esaminato la relazione intitolata « Sustainable Regions and Cities under new Global Rules » - “regioni e città sostenibili nel contesto della mondializzazione”, (documento CPR/DEV (9) 4) che contiene un’analisi dell’impatto della mondializzazione sulle regioni europee e presenta alcune buone pratiche;

Invita le autorità locali e regionali:

7. A prevedere nuove politiche internazionali di cooperazione in quanto mezzi per risolvere i problemi posti dai cambiamenti mondiali. Il concetto di governance mondiale può rivelarsi un buon punto di riferimento quando si tratta:

a. di considerare lo sviluppo sostenibile come un modello positivo;

b. di promuovere le relazioni internazionali;

c. di riunire vari attori, quali lo Stato, la società civile, gli ambienti economici e scientifici;

d. di coordinare tutti i livelli, dal mondiale al nazionale e dal regionale al locale;

8. A considerare che, secondo il concetto di governance mondiale, le municipalité e le regioni hanno come responsabilità fondamentale quella di accertarsi che la messa in opera delle misure mondiali a livello nazionale sia in accordo con la loro applicazione a livello locale. Le regioni dovrebbero servirsi, nel contempo, delle loro conoscenze tecniche per far conoscere le esperienze locali a livello mondiale;

9. A sviluppare ancora maggiormente le energie rinnovabili nell’ambito dello sviluppo sostenibile;

10. A porre l’accento sulla crescente importanza degli «investimenti sostenibili» e a considerarli un obiettivo della politica locale e regionale, per sostenere le imprese nei loro sforzi per accrescere la sostenibilità;

11. A chiedere di essere informate e consultate sui dibattiti e sulle decisioni mondiali, in particolare riguardo alle questioni che dipendono direttamente dalle politiche regionali o locali: ad avvalersi delle tribune esistenti per promuovere le norme sociali ed ambientali;

12. Ad istituire delle strutture locali e regionali che possano realmente seguire le trattative e gli accordi a livello internazionale, in particolare in seno all’Organizzazione mondiale del Commercio (WTO), e far udire la voce delle autorità territoriali. Tali strutture avrebbero segnatamente il compito di:

a.  controllare la messa in opera degli impegni relativi a certi rami del settore dei servizi nei quali le autorità locali e regionali sono in grado di orientare le politiche;

b.  segnalare alle autorità locali e regionali quali servizi sono in corso di negoziati e dovrebbero essere oggetto di accordi. Le autorità locali e regionali sarebbero in tal modo dotate di un meccanismo di allerta precoce, al fine di poter reagire alle trattative, influenzare le modalità di applicazione di tali accordi a livello nazionale e consentire un adeguamento prima che venga adottata la regolamentazione;

13. A prendere successivamente le seguenti misure per accertarsi che le regolamentazioni locali e regionali siano conformi al sistema di norme mondiali:

a.  un controllo della sostenibilità – La definizione di orientamenti politici, anche nel settore dei servizi, dovrebbe avere lo scopo essenziale di stabilire una struttura economica sostenibile. Ogni attività del settore dei servizi dovrebbe essere controllata per garantire che sia conforme allo sviluppo sostenibile delle autorità locali e regionali. Sarebbe ideale se tale controllo potesse venir esercitato nel quadro del processo dell’Agenda 21;

b.  un controllo relativo all’Accordo generale sul commercio dei servizi (GATS). Occorrerebbe valutare l’assenza o il livello di impatto del GATS su tutti i servizi forniti, finanziati o regolamentati dai pubblici poteri, seguendo il criterio principale seguente: il servizio viene erogato da operatori privati o pubblici che hanno interessi commerciali?

c.  un controllo dell’efficacia, a prescindere dall’esistenza di un obbligo giuridico di valutare se l’apertura del mercato sarebbe saggia dal punto di vista dell’efficacia. Per questo, occorrerà basarsi sulle esperienze internazionali;

14. A stabilire, in base alla consultazione e alla partecipazione, un meccanismo di comunicazione tra le municipalità, le regioni e le amministrazioni centrali, per migliorare la cooperazione e il coordinamento a livello nazionale, al fine di instaurare un dialogo mirante alla conclusione di trattati internazionali;

15. A partecipare attivamente allo studio degli esempi delle migliori pratiche presentati nella Relazione « Sustainable Regions and Cities under new Global Rules » - “regioni e città sostenibili nel contesto della mondializzazione” (documento CPR/DEV (9) 4) ;

16. A procedere regolarmente ad uno scambio delle migliori pratiche in Europa in materia di messa in opera dell’Agenda 21, nel quadro delle regole mutevoli della mondializzazione.

1 Discussa e approvata dalla Camera delle regioni il 21 maggio 2003 e adottata dalla Commissione permanente del Congresso il 22 maggio 2003 (ved. doc. CPR (10) 5, progetto di Risoluzione presentato dalla Sig.ra U.Koczy, relatore).