Risoluzione 126 (2002)1 su Rio+10: Verso il prossimo Summit mondiale sullo sviluppo sostenibile

Il Congresso,
Avendo preso in esame:
1. La relazione su Rio+10: Verso il prossimo Summit mondiale sullo sviluppo sostenibile, presentata dal Sig. Keith Whitmore (Regno Unito, R), a nome della Commissione dello Sviluppo sostenibile;

2. La relazione della riunione ministeriale regionale per l’Europa (CEE/Onu) del Summit mondiale per lo sviluppo sostenibile (settembre 2001);

3. La dichiarazione di politica generale del Comitato preparatorio delle autorità locali europee in vista del Summit mondiale per lo sviluppo sostenibile (ottobre 2001);

4. Il documento di riflessione dei poteri locali per il Summit mondiale per lo sviluppo sostenibile: «Accelerare lo sviluppo sostenibile: l’azione locale fa progredire il mondo», preparato dall’ICLEI in collaborazione con l’Unione internazionale dei poteri locali (IULA) ed altre associazioni di poteri locali (dicembre 2001);

5. Lo studio sul programma locale Azione 21 intrapreso dal Consiglio Internazionale per le Iniziative locali in materia ambientale (ICLEI) con il supporto del Segretariato dell’Onu per il Summit mondiale sullo sviluppo sostenibile (dicembre 2001);

6. I testi precedenti adottati dal CPLRE sulle questioni relative allo sviluppo sostenibile, tra i quali:

a. La Risoluzione 54 (1997) sullo sviluppo sostenibile a livello locale e regionale;
b. La Risoluzione 55 (1997) e la Raccomandazione 57 (1999) sugli strumenti economici locali e regionali favorevoli all’ambiente;
c. La Carta Urbana europea, adottata dal CPLRE nel marzo 1992 ;

Considerando che:

7. Nel corso degli ultimi dieci anni, le iniziative locali da sole non hanno consentito di spostare le tendenze mondiali a favore della sostenibilità e nemmeno, nella maggior parte dei casi, di risolvere i problemi più urgenti;

8. La mondializzazione e la deregolamentazione nel corso dello stesso periodo hanno favorito lo sviluppo, ma non l’equità o la sostenibilità : 800 milioni di persone nel mondo soffrono la fame o la malnutrizione e un terzo della popolazione mondiale guadagna meno di un dollaro al giorno;

9. Le forze che spingono lo sviluppo verso direzioni ingiuste e non sostenibili sono profondamente radicate nelle pratiche istituzionali, economiche e culturali ben consolidate. Tali pratiche sono spesso sistematiche e devono essere modificate grazie ad un approccio strategico della gestione degli affari pubblici;

10. Per fronteggiare in modo strategico le sfide della sostenibilità e ridare con successo nuovi indirizzi alle tendenze locali, nazionali e mondiali, occorreranno un maggiore impegno politico e nuove impostazioni;

11. Lo si potrà realizzare grazie all’attuazione di strategie comuni di sviluppo sostenibile tra le istanze governative che prendono in esame le questioni in modo globale, fronteggiano gli ostacoli, creano delle relazioni solidali tra i vari settori e le varie sfere delle amministrazioni pubbliche e danno la priorità al lungo termine;

12. La promozione dell’equità e della sostenibilità in quanto valori pubblici esige che gli enti territoriali svolgano un ruolo importante: quando un sistema governativo non recepisce le esigenze e non sa garantire le offerte di servizi basilari a livello locale, il contratto sociale tra il governo e i cittadini si disgrega rapidamente;

Sottolineando che:

13. Gli enti territoriali europei devono svolgere un ruolo rilevante nel corso del prossimo Summit mondiale sullo sviluppo sostenibile (che si terrà a Johannesburg dal 26 agosto al 4 settembre 2002), in considerazione del fatto che:

a. I poteri locali sono considerati un gruppo essenziale, uno dei nove gruppi chiave cosiddetti «interessati» dall’Azione 21 e saranno determinanti per rafforzare la governance ai fini di uno sviluppo sostenibile; occorre associarvi e collegarvi i lavori effettuati a livello nazionale, regionale ed internazionale;
b. Gli enti territoriali occupano una posizione essenziale per adottare delle misure concrete, delle azioni pratiche sul campo e devono ormai concentrarsi sull’attuazione dei programmi locali dell’Azione 21;
c. Gli enti territoriali hanno un ruolo dirigente particolare in seno alla collettività e possono avvalersi della loro esperienza nel campo di partnership multipartite con gli ambienti degli affari, le organizzazioni non governative e altri settori della società civile;
d. Le comunità urbane e rurali svolgono un ruolo chiave nello sviluppo sostenibile. Nondimeno, l’80 % della popolazione europea vive in centri urbani, che sono:

i. il punto di convergenza della maggior parte dei movimenti di popolazione previsti nel corso di questo secolo,

ii. in una posizione unica ed essenziale per mettere in atto delle politiche di sviluppo sostenibile,

iii. essenziali per i risparmi energetici e la conservazione delle risorse naturali,

iv. decisivi per garantire la giustizia politica, sociale ed economica per tutti i cittadini;

14. Gli enti regionali devono farsi rappresentare in gran numero al Summit di Johannesburg e alle commissioni preparatorie che lo precedono, per presentare i progressi realizzati nel campo dello sviluppo sostenibile e partecipare alla definizione degli impegni futuri;

Convinto che:

15. I governi debbano utilizzare le loro politiche e i loro programmi per sostenere delle prassi sostenibili ed incoraggiare le imprese e i cittadini a comportarsi nello stesso modo;

16. I governi debbano riconoscere l’importanza di sviluppare una buona gestione per lo sviluppo sostenibile e di sostenere la messa in atto di programmi rivolti agli amministratori locali, i funzionari comunali e i rappresentanti delle Organizzazioni Non Governative (ONG);

17. Le autorità nazionali, regionali e locali debbano realizzare delle alleanze e delle partnership per agire, in consultazione con dei gruppi di cittadini, per accelerare il movimento teso verso la sostenibilità;

18. Adotta la Dichiarazione su Rio+10: Verso il prossimo Summit mondiale sullo sviluppo sostenibile, allegata alla presente risoluzione;

19. Decide di inviare una delegazione del Congresso al prossimo Summit mondiale sullo sviluppo sostenibile che si svolgerà a Johannesburg.

Allegato

Dichiarazione
Rio+10: Verso il prossimo Summit sullo sviluppo sostenibile

Il Congresso dei poteri locali e regionali d’Europa,

Convinto che :

1. Importanti provvedimenti politici debbano essere adottati da parte di tutte le istanze governative al fine di rafforzare il legame tra il processo mondiale dell’Azione 21, lanciato a Rio nel 1992, e le realtà locali;

2. Il programma locale Azione 21, primo tentativo a favore della sostenibilità realizzato a livello locale, debba essere seguito da misure concrete per creare delle comunità sicure, eque e sostenibili;

Invita le collettività territoriali a:

3. Ribadire l’impegno locale e regionale a favore del programma locale Azione 21 oppure di processi tripartiti analoghi di pianificazione dello sviluppo e ad abbinare a tali processi lo stanziamento di bilanci annui e le attività statutarie di pianificazione portate avanti dalle collettività;

4. Accelerare la transizione verso delle comunità e delle città le cui politiche, piani ed azioni siano orientati verso la sostenibilità e si adoperino per agevolarla;

5. Creare dei programmi mirati per sostenere l’istituzione di una direzione locale finalizzata allo sviluppo sostenibile, composta dai politici eletti, dagli amministratori municipali, dai professionisti e dai rappresentanti locali della società civile;

6. Incitare la società civile e il settore privato a promuovere l’equità e la sostenibilità rafforzando la responsabilità, la trasparenza e la gestione integrata degli affari pubblici;

7. Promuovere la partecipazione al processo decisionale a livello locale in condizioni di parità delle donne e degli uomini, dei giovani e degli anziani e degli altri gruppi emarginati;

8. Riorganizzare le direzioni e i servizi di pubblica utilità tradizionali, in modo da ricompensare i risultati ottenuti in materia di equità e di sostenibilità ;

9. Riesaminare i vari strumenti di pianificazione e di gestione attuali, in modo da creare un ambito coerente per lo sviluppo locale sostenibile, affiancato da un utilizzo efficace delle risorse finanziarie, umane e naturali;

10. Modificare i meccanismi tradizionali di ripartizione delle risorse, in modo da tener conto delle conseguenze sociali ed ambientali; in altre parole, procedere ad una completa valutazione delle incidenze delle politiche pubbliche sulla sostenibilità a livello locale e definire ed applicare dei criteri per l’utilizzo sostenibile delle terre, come pure per la gestione dei trasporti, dell’energia e dell’acqua;

11. Mettere a punto degli approcci coordinati per risolvere le questioni dell’assetto urbano, che comprendano la definizione di principi guida per la pianificazione e la gestione sostenibile delle terre e delle infrastrutture dei trasporti, seguendo i principi della Carta Urbana europea;

12. Orientare l’urbanistica e gli investimenti verso delle strutture propizie ad un utilizzo razionale delle risorse, in modo che queste ultime vengano utilizzate nel modo più economico, e ridurre l’inquinamento e i rifiuti, il che consentirà di diminuire i rischi legati all’approvvigionamento e di accrescere la resistenza dei nostri sistemi urbani;

13. Analizzare e gestire i rischi nella loro regione, in modo da procedere ad un inventario degli edifici e delle infrastrutture soggetti ai rischi, riducendo sistematicamente la loro vulnerabilità in modo da creare un ambiente più resistente;

14. Pianificare ed investire per passare più rapidamente dalle energie fossili a quelle di sostituzione che utilizzano le varie fonti di energia di sostituzione (energia solare, eolica, idroelettrica e la biomassa) per i trasporti e per altri scopi;

15. Mettere in atto delle prassi sostenibili in materia di aggiudicazione di appalti pubblici che tengano conto dell’insieme dei costi e delle conseguenze sul ciclo vitale del prodotto o del servizio acquisito;

16. Sviluppare la cooperazione tra i comuni e le regioni per attuare il programma Azione 21 e le corrispondenti convenzioni. Tale rafforzamento della cooperazione dovrebbe permettere di accrescere le risorse e di sviluppare i meccanismi atti a sostenere le iniziative per proseguire lo sviluppo sostenibile;

Sollecita i governi degli Stati membri perché si impegnino a:

17. Proseguire il processo di decentramento impegnandosi maggiormente a favore del principio di sussidiarietà, il che esige una cooperazione intergovernativa per ridistribuire le competenze e le risorse e non semplicemente delegare delle responsabilità ad altre istanze governative;

18. Agevolare e riconoscere le iniziative locali a favore dello sviluppo sostenibile, grazie ad esempio ad una rappresentanza in seno ad enti nazionali di coordinamento e ad un riconoscimento nazionale ed internazionale e a degli incentivi;

19. Migliorare l’accesso dei poteri locali alle risorse finanziarie ed umane necessarie per attuare un’amministrazione locale efficace. Tutte le istanze governative devono cooperare per trovare fonti nuove ed innovative per il finanziamento dello sviluppo sostenibile, ivi compresa una maggiore condivisione degli introiti e l’accesso locale diretto ai mercati dei capitali;

20. Sostenere gli enti territoriali che si impegnano a condurre a buon fine delle strategie di azione internazionale finalizzate allo sviluppo sostenibile. Per esempio, per rispettare gli impegni minimi che hanno preso nel quadro dell’Accordo di Kyoto, i governi nazionali devono assegnare dei fondi alle amministrazioni locali per consentire loro di finanziare le iniziative che intraprendono per ridurre i gas ad effetto serra;

21. Sostenere le istituzioni locali e regionali che si impegnano direttamente in attività e partnership internazionali, al fine di agevolare la loro completa partecipazione all’attività sociale ed economica mondiale. Incoraggiare la cooperazione tra comuni e città, in quanto meccanismo atto a consentire di rafforzare i mezzi d’azione che rappresenta un buon rapporto costo/efficacia e di condividere le informazioni;

22. Agevolare la cooperazione tra le organizzazioni internazionali, le amministrazioni nazionali, regionali e locali per far si’ che la mondializzazione diventi uno strumento al servizio dello sviluppo sostenibile. Tutto ciò esigerà una trasparenza e un’apertura molto più importante dei meccanismi internazionali di finanziamento e delle trattative internazionali sul commercio e l’ambiente richieste dalle decisioni prese a livello mondiale;

23. Creare delle alleanze prammatiche, per esempio dei consigli nazionali per lo sviluppo sostenibile, ivi compresa una forte rappresentanza degli enti territoriali, per coordinare e sviluppare delle strategie intergovernative di sviluppo sostenibile. Tali alleanze dovrebbero servire da quadro per un’azione pubblica coerente senza imporre delle soluzioni provenienti dal vertice verso la base, né frapporre ostacoli all’innovazione locale;

24. Facilitare il lancio di campagne nazionali sul programma locale Azione 21. I programmi nazionali ed internazionali di investimento dovrebbero tener debito conto delle strategie e degli obiettivi dei piani d’azione stabiliti nel quadro del programma locale Azione 21 al momento della selezione e della pianificazione dei progetti da finanziare;

25. Istituire dei meccanismi di pianificazione che privilegino gli ecosistemi e riesaminare i limiti giuridici dei sistemi decisionali per coordinare meglio le decisioni politiche, economiche ed ambientali. Esaminare in modo approfondito il modo in cui i progetti di sviluppo e di infrastrutture già esistenti e quelli futuri, le riforme istituzionali e di bilancio e le scelte tecnologiche a lunga scadenza possano permettere di creare un ambito favorevole per lo sviluppo sostenibile ed equo;

26. Coordinare le politiche e gli investimenti delle varie istanze governative in materia di infrastrutture, sistemi di trasporto, acqua ed energia, al fine di offrire agli utenti dei servizi pubblici maggiori possibilità di un consumo sostenibile e razionale delle risorse;

27. Riesaminare il modo in cui vengono utilizzate le sovvenzioni dirette ed indirette ed eliminare quelle che si sono rivelate controproducenti. Quando i mercati devono essere regolamentati in risposta a dei mandati pubblici chiari, ivi compreso mediante l’utilizzazione di sovvenzioni, dovrebbero esserlo favorendo nel contempo l’interesse pubblico sostenibile;

28. Eliminare gli ostacoli normativi che si frappongono al rispetto di prassi sane in materia di aggiudicazione di appalti pubblici volti a favorire l’uguaglianza e la sostenibilità. Istituire dei meccanismi collettivi per la stipulazione degli appalti per le pubbliche istituzioni, per aumentare la domanda del settore pubblico in materia di prodotti sostenibili;

29. Favorire delle campagne di educazione e di sensibilizzazione ed utilizzare gli strumenti di bilancio e normativi disponibili ad ogni livello dell’amministrazione per agevolare i modi di consumo maggiormente sostenibili;

30. Soddisfare gli impegni presi rispetto al Protocollo di Kyoto del 1997 (rivisto alla Conferenza di Bonn nel 2001 sui cambiamenti climatici), che rimane la pietra angolare di una strategia mondiale contro il riscaldamento globale della terra;

31. Prevedere l’adozione della Carta della terra in quanto insieme coerente e ben studiato di valori e di principi transculturali atti ad indirizzare i dirigenti locali e mondiali verso lo sviluppo sostenibile;

32. Rendersi conto che l’adozione di un codice internazionale di buone prassi per il diritto ad un’alimentazione adeguata non consente di garantire la sostenibilità, se le popolazioni non dispongono del necessario per coprire i loro fabbisogni nutrizionali di base;

33. Includere dei rappresentanti locali e regionali nelle delegazioni nazionali al Summit mondiale, riconoscendo in tal modo il ruolo degli enti territoriali in quanto elemento trainante e catalizzatore della sostenibilità;

34. Sostenere gli enti territoriali perché si impegnino ad adottare delle misure locali che abbiano un’incidenza tangibile e misurabile a favore della sostenibilità in occasione del Summit di Johannesburg e perché rafforzino le loro capacità per il rispetto di tali impegni.

1 Discussa ed adottata dalla Commissione Permanente del Congresso il 21 marzo 2002 (vedi Doc. CG(8) 26, progetto di risoluzione presentato dal Sig. K. Whitmore, relatore).