Risoluzione 176 (2004) 1 relativo all’approccio integrato in materia di uguaglianza tra donne e uomini a livello locale e regionale: una strategia per promuovere la parità tra i sessi nelle città e nelle regioni

Il Congresso,

1. Ricordando che lo scopo del Consiglio d’Europa è conseguire un’unione più stretta tra i suoi membri, al fine di salvaguardare e promuovere gli ideali e i principi che costituiscono il loro comune patrimonio;

2. Ricordando che il conseguimento di una effettiva parità tra donne e uomini costituisce parte integrante di tali ideali e principi e che l’uguaglianza tra i sessi è una dimensione fondamentale della tutela e della promozione dei diritti della persona umana, e rappresenta un forte indicatore della qualità della democrazia;

3. Riferendosi alla Dichiarazione sulla parità tra donne e uomini, adottata dal Comitato dei Ministri il 16 novembre 1988;

4. Vista la Dichiarazione sulla parità tra donne e uomini quale criterio fondamentale della democrazia, adottata dalla 4a Conferenza ministeriale europea sull’uguaglianza tra donne e uomini (Istanbul, novembre 1997);

5. Ricordando la Raccomandazione R(98)14 del Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa agli stati membri, relativa all’approccio integrato in materia di uguaglianza tra donne e uomini, nonché la Raccomandazione Rec(2003)3 sulla partecipazione equilibrata delle donne e degli uomini alle decisioni politiche e pubbliche;

6. Riferendosi alle proprie iniziative a favore della partecipazione delle donne alla vita degli enti locali e regionali, e in particolare al rapporto di Patrizia Dini, alla Risoluzione 85 (1999) e alla Raccomandazione 68 (1999) sulla partecipazione delle donne alla vita politica nelle regioni europee;

7. Prendendo in considerazione le conclusioni dei rapporti delle missioni di osservazione delle elezioni, condotte dall’Assemblea parlamentare, dal Congresso dei poteri locali e regionali del Consiglio d’Europa e dall’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (OSCE) nel corso degli ultimi anni, che hanno consentito di evidenziare l’esistenza della pratica del voto familiare in una quindicina di paesi europei;

8. Ricordando che i gemellaggi e i partenariati tra enti locali e regionali europei possono inoltre agevolare il ravvicinamento di donne appartenenti a varie comunità, consentendo loro di condividere le loro esperienze del processo elettorale e di impegnarsi in un’azione informale di sensibilizzazione ai diritti delle donne e del loro riconoscimento come cittadine;

9. Sottolineando il ruolo svolto dagli enti locali e regionali nel sostenere delle iniziative locali volte ad incoraggiare la partecipazione delle donne alla vita pubblica e politica;

10. Convinto che l’approccio integrato in materia di uguaglianza sia una delle strategie fondamentali per conseguire un’effettiva parità tra i sessi;

11 Esprimendo soddisfazione per il Rapporto sull’approccio integrato in materia di uguaglianza tra donne e uomini, elaborato dal Comitato direttivo per la parità tra donne e uomini (CDEG), che definisce il quadro concettuale per un approccio integrato in materia di uguaglianza, nonché una metodologia per la sua attuazione, corredata da esempi di buone pratiche;

12. Convinto che l’applicazione della strategia dell’approccio integrato in materia di uguaglianza tra i sessi consentirà non solo di promuovere una reale parità tra donne e uomini e di soddisfare maggiormente le esigenze e le aspirazioni delle varie categorie di cittadini, ma anche di migliorare l’utilizzazione delle risorse umane e finanziarie, nonché il processo decisionale e il funzionamento della democrazia;

13. Convinto che la principale condizione per l’efficacia dell’approccio integrato in materia di uguaglianza sia rappresentata dalla volontà politica;

14. Plaudendo all’iniziativa della Rete europea degli istituti di formazione per gli enti territoriali (ENTO) che intende dedicare una parte del proprio seminario annuale del 2004, previsto a Coimbra (Portogallo), al tema dell’approccio integrato in materia di uguaglianza tra i sessi;

15. Chiede ai poteri locali e regionali

a. di impegnarsi pubblicamente ad adottare una politica di approccio integrato in materia di uguaglianza tra donne e uomini, intesa come mezzo per promuovere un’effettiva parità tra i sessi, per soddisfare maggiormente i bisogni e le aspirazioni delle varie categorie di cittadini, e per migliorare l’utilizzazione delle risorse umane e finanziarie, nonché il processo decisionale e il funzionamento della democrazia;

b. di valutare la situazione delle donne e degli uomini, utilizzando ugualmente la raccolta di dati statistici (statistiche differenziate secondo il sesso), per definire delle politiche e valutare in qual misura certe politiche siano maggiormente vantaggiose per un sesso, piuttosto che per l’altro;

c. di utilizzare tali informazioni, come pure le buone pratiche nel campo dell’approccio integrato in materia di uguaglianza tra i sessi, per convincere i responsabili politici e i cittadini della necessità di adottare una politica di approccio integrato in materia di uguaglianza tra i sessi;

d. di formare i responsabili politici, perché possano comprendere l’importanza dell’approccio e il suo funzionamento;

e. di adottare una politica di promozione della parità tra i sessi e di sviluppare dei piani d’azione comunale e regionale a favore della parità tra donne e uomini, al fine di promuovere un approccio integrato in materia di uguaglianza, concepito come una strategia, a livello della definizione, dell’attuazione e della valutazione delle politiche e delle attività intraprese dai comuni e dalle regioni;

f. di mettere in opera le raccomandazioni e le misure enunciate nella Raccomandazione Rec(2003)3 del Comitato dei Ministri agli stati membri sulla partecipazione equilibrata delle donne e degli uomini al processo decisionale politico e pubblico e di migliorare la partecipazione delle donne e degli uomini in tutti i settori che li riguardano direttamente;

g. di ricorrere a metodi di consultazione mirati, per conoscere le opinioni, le aspettative e i bisogni delle donne e degli uomini nei settori che esse/i rappresentano, per migliorare la partecipazione delle donne e degli uomini alle decisioni sulle politiche che le/li riguardano direttamente;

h. di valutare le politiche esistenti e future sotto il profilo delle incidenze che avranno sui sessi e di modificarle, se del caso, per garantirne l’equità;

i. di accertarsi che venga effettuato un controllo, per verificare che le modifiche consentano di conseguire i risultati voluti;

j. di stabilire o rafforzare le strutture e i dispositivi indispensabili per realizzare le azioni necessarie, verificando che siano dotati delle risorse umane e finanziarie adeguate;

k. di prevedere di utilizzare i dispositivi esistenti per la gestione dei risultati, allo scopo di definire degli obiettivi per l’attuazione dell’approccio integrato in materia di uguaglianza tra donne e uomini;

l. di adottare dei provvedimenti diversificati per sensibilizzare i funzionari della pubblica amministrazione locale e regionale sulle incidenze che hanno le procedure e le pratiche in vigore sulle donne e sugli uomini cui sono destinate e per incoraggiare e sostenere il cambiamento;

m. di istituire dei programmi di formazione continua, destinati ai funzionari della pubblica amministrazione locale e regionale, affinché possano essere in grado di raccogliere e di interpretare degli indicatori relativi all’uguaglianza tra i sessi, di tenerne conto spontaneamente nei loro settori di intervento, di fare opera di consulenza, di procedere a studi di impatto differenziato a seconda del sesso al momento della definizione, dell’attuazione e della valutazione di politiche e di interventi, e di stabilire delle procedure di monitoraggio e di valutazione per misurare i progressi compiuti;

n. di informare il pubblico, gli attori locali e regionali, gli eletti e i funzionari della pubblica amministrazione locale e regionale dei mutamenti derivanti dall’attuazione dell’approccio integrato in materia di uguaglianza tra donne e uomini, in modo che diventi un mezzo per ottenere il loro sostegno;

o. di contribuire all’elaborazione di una raccolta di buone pratiche nel campo dell’approccio integrato in materia di uguaglianza tra donne e uomini;

p. di lavorare in collaborazione e con il sostegno della Commssione delle donne elette locali e regionali del Consiglio dei comuni e delle regioni d’Europa (CCRE), delle ONG e di altri organismi specializzati in materia, per utilizzare e approfondire le informazioni e le pratiche esistenti relative all’approccio integrato in materia di uguaglianza tra donne e uomini;

q. di promuovere l’approccio integrato in materia di uguaglianza tra donne e uomini nella pratica, grazie a politiche di appalti pubblici e presso altri prestatori di servizi pubblici;

r. di promuovere, attraverso i media e l’educazione a tutti i livelli, la sensibilizzazione sull’importanza e sull’efficacia della politica integrata in materia di uguaglianza tra donne e uomini, in quanto mezzo adeguato per contribuire a rafforzare la parità tra i sessi;

16. Invita le organizzazioni di formazione europee

a. a inserire l’approccio integrato in materia di uguaglianza tra donne e uomini nei loro programmi di formazione destinati agli eletti e ai funzionari, quale mezzo per migliorare la qualità dei servizi pubblici a livello locale e regionale;

b. a proporre delle sessioni specifiche di formazione su tale questione ai loro membri;

c. a fare conoscere gli esempi di buone pratiche e ad avvalersi delle buone pratiche sviluppate in seno ad altri organismi di formazione europei;

17. Invita l’Ufficio di presidenza del Congresso

a. a incoraggiare la Commissione statutaria a prendere in considerazione la dimensione dell’approccio integrato in materia di uguaglianza tra donne e uomini nel quadro del suo sostegno ai poteri locali e regionali;

b. a sostenere e a partecipare attivamente all’organizzazione del 17° Seminario annuale dell’ENTO;

c. a garantire la redazione e la pubblicazione di un manuale di buone pratiche per l’approccio integrato in materia di uguaglianza tra donne e uomini a livello locale e regionale;

d. a tenere presenti i principi enunciati nella presente risoluzione al momento della revisione della Carta del Congresso, in vista di garantire una partecipazione equilibrata di membri di sesso maschile e femminile ai lavori del Congresso.

1 Discussa e addottata dal Congresso il 27 maggio 2004, 3° seduta (ved. Doc. CG (11) 10, progetto di risoluzione presentato da B-M. Lövgren (Svezia, L, NI), relatore).