TREDICESIMA SESSIONE
(Sessione di primavera , Strasburgo, 27- 28 marzo 2007)
Raccomandazione 209 (2007) [1]
sulla cooperazione intergenerazionale e la democrazia partecipativa
1. Le trasformazioni che si verificano oggi nelle società europee incidono profondamente sui rapporti tra le varie generazioni che le compongono: si avvertono le difficoltà di riuscire a distribuire risorse e responsabilità in modo equo tra le varie fasce d’età, cui vanno ad aggiungersi le crescenti divergenze tra i riferimenti culturali e i modi di consumo dei giovani e dei senior, nonché le difficoltà specifiche di ogni generazione;
2. I giovani incontrano, per parte loro, un certo numero di ostacoli al loro ingresso nel mondo del lavoro o alla loro partecipazione alla vita politica: allungamento della scolarità, maggiore competizione, difficoltà di trovare un’occupazione o un alloggio, che determinano un’accresciuta dipendenza nei confronti dei genitori, ma anche una scarsa rappresentanza nelle liste elettorali e l’astensionismo;
3. Dal canto loro, i senior, nel contesto dell’allungamento della durata della vita e delle sue conseguenze sui sistemi pensionistici, cercano sovente, per necessità o per scelta, di restare il più a lungo possibile nella vita attiva, ma subiscono comunque ugualmente in seguito forme di isolamento inquietanti, come lo ha dimostrato la catastrofe della siccità dell’estate del 2003, che, a seguito di bruschi cambiamenti climatici che hanno colpito numerosi Stati europei, ha fatto un numero importante di vittime, in particolare tra la popolazione degli anziani socialmente isolati;
4. Le difficoltà incontrate dalle varie classi di età provocano pertanto delle tensioni intergenerazionali che nuocciono alla coesione sociale e in certi casi sfociano in forme di violenza dannose per l’ordine sociale;
5. Di fronte a tale constatazione, pare particolarmente opportuno proporre delle misure concrete, atte a prevenire il ripiegarsi di ogni generazione sui propri problemi specifici, e a promuovere una cooperazione e una solidarietà intergenerazionali, basate sulla concertazione, la mediazione, la ricerca del consenso il più ampio possibile e sull’indispensabile partecipazione dei cittadini di ogni età alle decisioni che li riguardano;
6. Il Congresso dei poteri locali e regionali è consapevole della responsabilità che le città e le regioni hanno in questo campo, vista la relazione di prossimità che sono in grado di instaurare con i loro cittadini, e ricorda al riguardo che, in occasione della sua 11a Sessione plenaria (25-27 maggio 2004), era stata presentata una proposta di Risoluzione sulla democrazia partecipativa e la promozione e lo sviluppo della cooperazione intergenerazionale in Europa. Tale proposta di Risoluzione poneva segnatamente l’accento sull’opportunità di creare una struttura europea ampiamente partecipativa, cui affidare il monitoraggio della cooperazione intergenerazionale e la formazione dei quadri e delle figure professionali principali di tale cooperazione;
7. Desideroso di proseguire i propri sforzi al riguardo, il Congresso ha elaborato il Manifesto sulla cooperazione intergenerazionale, riportato in allegato, che precisa in sette punti i principi e le azioni ai quali sono invitate ad aderire le città e le regioni che si impegnano ad operare nel campo di tale problematica;
8. In considerazione di quanto precede, il Congresso raccomanda:
a. al Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa:
i. di fornire il suo sostegno alla creazione di un Centro per l’Intergenerazionalità, destinato a promuovere la cooperazione intergenerazionale, gli scambi di buone prassi e la formazione delle principali figure professionali in questo settore, utilizzando se del caso delle strutture europee esistenti, quali i Centri europei della gioventù;
ii. di integrare il principio della cooperazione intergenerazionale nelle attività del Centro europeo della gioventù e in quelle del Forum per il futuro della democrazia, in quanto mezzo atto a rafforzare la partecipazione e la comprensione tra le varie classi di età;
iii. di esaminare in che modo i principi contenuti nel Manifesto sulla cooperazione intergenerazionale possano essere attuati nel quadro delle attività dei comitati intergovernativi appropriati;
b. agli Stati membri del Consiglio d’Europa:
i. di istituire un servizio civile volontario per la solidarietà intergenerazionale, attivo essenzialmente a favore degli anziani e dei giovani in situazione di grande vulnerabilità;
ii. di creare su scala nazionale delle strutture partecipative rappresentative delle varie generazioni, al fine di sviluppare la cooperazione intergenerazionale mediante la mutua comprensione e la solidarietà;
iii. di elaborare, in ambito scolastico e universitario, un modello pedagogico e un codice deontologico basati sulla solidarietà, la tolleranza, la comprensione tra le generazioni, e garantirne una regolare valutazione;
iv. di adottare ogni provvedimento finalizzato a favorire le strutture abitative intergenerazionali, grazie in particolare a sgravi fiscali alle famiglie che ospitano un parente con scarse risorse finanziarie;
v. di creare un ambito legislativo e normativo indirizzato ad accrescere le misure di sostegno alle persone che assistono a domicilio un parente, un coniuge o un figlio non autosufficiente.
ALLEGATO
BOZZA DI MANIFESTO SULLA COOPERAZIONE INTERGENERAZIONALE E LA DEMOCRAZIA PARTECIPATIVA
I poteri locali e i cittadini della città di ……, della regione di …..
Determinati a favorire, tramite un approccio intergenerazionale, la promozione della coesione sociale e lo sviluppo economico in un contesto di solidarietà e di rispetto della persona, indipendentemente dall’età o dalla situazione;
Risoluti a lottare contro l’esclusione e l’emarginazione di una parte della popolazione e a sostenere la comprensione e il riavvicinamento tra le generazioni,
si impegnano a:
1. Promuovere la partecipazione e l’integrazione di tutte le generazioni e a tal fine a:
· Creare o promuovere delle strutture partecipative rappresentative di tutte le fasce d’età (Consiglio dei giovani, consiglio degli anziani, consiglio misto), al fine di stimolare la cooperazione intergenerazionale tramite la mutua comprensione e la solidarietà;
· Garantire l’equa rappresentanza dei cittadini negli organi decisionali in materia di politiche locali e regionali, nel rispetto delle norme democratiche, in particolare delle pari opportunità.
2. Valorizzare il riconoscimento dei diritti sociali di ogni cittadino, conformemente al titolo III della Risoluzione (76)32 del Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa, alle disposizioni pertinenti del Codice europeo di sicurezza sociale e del suo Protocollo e della Carta sociale europea e a tal fine:
· Riconoscere e sviluppare uno statuto per le attività non a scopo di lucro, destinate a migliorare la qualità della vita e la protezione sociale e sanitaria dei cittadini;
· Riconoscere il valore economico del lavoro volontario, e sostenerne l’efficacia in quanto alternativa, creando le condizioni necessarie per tutelare coloro che operano nel settore del volontariato per la realizzazione di progetti approvati o riconosciuti.
3. Divulgare i principi della concertazione e della mediazione intergenerazionale all’interno del sistema scolastico e del mondo associativo e a tal fine:
· Attuare dei programmi di cooperazione intergenerazionale (nell’ambito dell’educazione scolastica formale o dell’educazione popolare nel quadro dell’associazionismo), nei settori che dipendono dalla responsabilità diretta o indiretta dei poteri locali;
4. Promuovere la formazione di esperti nel settore della cooperazione intergenerazionale, e a tal fine:
· Formare del personale – funzionari o volontari - nei mestieri o nelle attività dell’animazione e del lavoro sociale basati sulla cooperazione intergenerazionale;
· Stipulare degli accordi tra strutture pubbliche e private per mettere a disposizione del personale competente nel settore sociale, sanitario, culturale ed educativo, mediante contratti a tempo determinato o distaccando del personale (anche a part-time) ;
· Incoraggiare la creazione di un servizio civile volontario per la solidarietà intergenerazionale, che, sull’esempio delle esperienze già attuate in certe città, sia destinato particolarmente agli anziani.
5. Favorire una migliore comunicazione tra le generazioni e a tal fine:
· Creare degli spazi di comunicazione intergenerazionale (ristorante, bar o strutture abitative) basati su esperienze già condotte;
· Accordare un sostegno privilegiato alle organizzazioni della società civile che presentano progetti intergenerazionali.
6. Sostenere i progetti o le attività intergenerazionali di portata internazionale e a tal fine:
· Organizzare strutture di accoglienza e di supporto a livello locale, regionale o internazionale per assistere ogni persona nel disbrigo delle pratiche amministrative finalizzate alla realizzazione di un progetto intergenerazionale;
· Collaborare con altre città o regioni degli Stati membri del Congresso dei poteri locali e regionali del Consiglio d’Europa che abbiano accettato gli impegni stipulati nel presente Manifesto;
· Aderire al progetto della creazione di un Centro dell’intergenerazionalità, che si pone l’obiettivo di raccogliere informazioni sulle azioni realizzate da vari enti territoriali e sui risultati conseguiti e di favorire un utile scambio di buone prassi.
7. Valutare regolarmente gli impegni stabiliti nel presente Manifesto, e, a tal fine:
· Promuovere la creazione di strutture locali o regionali rappresentative della società civile, per procedere a una valutazione concertata degli impegni attuati nel quadro del presente Manifesto.
[1] Discussa e adottata dalla Commissione permanente dal Congresso il 27 marzo 2007 (vedi doc. CG(13)40, progetto di raccomandazione, presentato da J-M Bourjac (Francia, R, SOC) relatore).