Raccomandazione 99 (2001)1 sulla cooperazione internazionale a livello regionale
Relatore: Dino VIERIN (Italia)
Il Congresso, dopo aver esaminato la proposta della Camera delle Regioni,
1. Considerando:
a. che la cooperazione internazionale a livello regionale sta attualmente registrando un forte sviluppo in tutta Europa;
i. che costituisce un motore particolarmente efficace per l'integrazione europea e per il ravvicinamento dei popoli;
ii. che si rivela inoltre un importante fattore di sviluppo economico;
b. che tutte le regioni d'Europa non sono necessariamente su un piede di parità rispetto alle possibilità costituzionali, amministrative e materiali di cui dispongono per impegnarsi efficacemente in attività di cooperazione transnazionale;
c. che un certo numero di ostacoli e di opportunità in materia di cooperazione internazionale delle regioni dipendono dalle decisioni degli Stati membri;
2. Raccomanda agli Stati membri:
a. di instaurare un clima e delle condizioni favorevoli al potenziamento di una cooperazione internazionale efficace delle regioni;
b. di eliminare gli ostacoli di natura giuridica ed amministrativa che frenano o impediscono la cooperazione internazionale delle regioni e di prendere in esame la possibilità di creare dei quadri o degli statuti giuridici appropriati per i territori, segnatamente per le regioni transfrontaliere, dove vengono sviluppati dei programmi di cooperazione su vasta scala;
c. di adoperarsi perché venga adottata quanto prima la Carta europea dell'Autonomia Regionale, dato che l'istituzione e il rafforzamente delle strutture regionali costituiscono una premessa indispensabile per lo sviluppo della cooperazione internazionale delle regioni;
d. di ratificare la Convenzione-quadro europea sulla cooperazione transfrontaliera, e i suoi due Protocolli addizionali, per gli Stati che non lo avessero ancora fatto, e di istituire degli accordi bilaterali per agevolare l'applicazione della Convenzione-quadro, laddove tali accordi si rivelino necessari;
e. di rafforzare il posto occupato dalle regioni nelle Commissioni interstatali bipartite o tripartite che si occupano di pianificazione del territorio e di politica regionale lungo le frontiere tra certi Stati membri;
f. di adoperarsi in seno alle istanze europee e in particolare comunitarie per promuovere il sostegno alla cooperazione interregionale e perché si tragga profitto dai risultati di tale cooperazione al momento dell'elaborazione e dell'applicazione delle politiche europee;
g. di associare strettamente le regioni alla messa in atto dei programmi di cooperazione transnazionale e interregionale dell'Unione europea e di facilitare i contatti transnazionali, al fine di far emergere nuovi progetti di cooperazione;
h. di accordare alle regioni più svantaggiate delle risorse finanziarie necessarie per consentire la loro efficace partecipazione alle attività di cooperazione interregionale e in particolar modo ai programmi comunitari di cooperazione interregionale che richiedono dei cofinanziamenti regionali;
i. di incoraggiare le regioni ad impegnarsi in partenariati interregionali, in special modo con i nuovi paesi membri del Consiglio d'Europa situati nell'Europa centrale ed orientale;
j. di promuovere delle partnership e la creazione di reti interregionali nell'Europa del Sud-Est, in quanto contributo alla stabilità politica e democratica della regione;
k. di sostenere le regioni nei loro sforzi per favorire lo scambio di esperienze in materia di trasformazione del tessuto economico e commerciale, al fine di renderle maggiormente competitive sul piano europeo e mondiale, sostenendo in particolare la mobilità della manodopera e l'educazione appropriata nel campo dell'alta tecnologia e delle specializzazioni per le nuove generazioni;
l. di incoraggiare le regioni a mettersi in rete, soprattutto per promuovere lo scambio e la mobilità dei giovani, degli esponenti del mondo scientifico e dei responsabili delle amministrazioni regionali, in modo da contribuire ad un'apertura sociale e culturale, elemento indispensabile per approfondire la cooperazione e l'integrazione europea;
m. di integrare nelle loro delegazioni presso i Comitati Direttivi del Consiglio d'Europa dei rappresentanti delle regioni per i settori di loro competenza;
3. Raccomanda al Comitato dei Ministri del Consiglio d'Europa:
a. di riconoscere la rilevanza della cooperazione delle regioni europee a favore della stabilità democratica e politica nei paesi membri e del loro sviluppo economico, ecologico, culturale e sociale e di introdurre nei lavori avviati a livello intergovernativo la dimensione regionale, in special modo nei settori della coesione sociale, della tutela ambientale, della cultura e dell'educazione, in modo che nell'ambito di tali lavori le esperienze nazionali vengano completate con quelle delle autorità regionali, che sono le più vicine ai cittadini;
b. di riservare un posto appropriato al Congresso dei poteri locali e regionali d'Europa nei suoi programmi di assistenza specifica rivolti ai nuovi paesi membri del Consiglio d'Europa, affinché possa, nell'ambito delle sue competenze, contribuire alla stabilità democratica di tali paesi, in particolare offrendo loro assistenza per l'istituzione e la messa in opera delle strutture democratiche del livello locale e regionale.
1 Discussa e approvata dalla Camera delle Regioni il 29 maggio 2001 e adottata dalla Commissione Permanente del Congresso il 31 maggio 2001 (ved. Doc. CPR (8) 2, progetto di Raccomandazione presentato dal Sig. D. Vierin) relatore.