Raccomandazione 73 (2000)1 sulle conseguenze ambientali del conflitto nel Rosovo

Il Congresso,

1. Avendo preso nota della relazione della Task Force comune PNUE/UNCHS (Commissione delle Nazioni Unite per gli insediamenti umani) sulle conseguenze ambientali del conflitto nel Kosovo;

2. Avendo esaminato la relazione dell’Operazione d’aiuto umanitario FOCUS, organizzata dai governi dell’Austria, della Grecia, della Federazione Russa e della Svizzera;

3. Avendo esaminato il documento presentato al Gruppo di lavoro sulla protezione dell’ambiente e lo sviluppo duraturo dagli esperti del Green Cross International che hanno preso parte alle missioni di valutazione a monte delle suddette relazioni;

4. Constatando il degrado generale dell’ambiente nella regione, dovuto in parte ad anni di noncuranza rispetto a certi problemi, ma principalmente dovuto al recente conflitto, segnatamente nelle regioni di Pancevo, Kragujevac, Novi Sad e Bor in cui l’inquinamento ha raggiunto un livello critico e costituisce una minaccia immediata o a più lungo termine per la salute umana e per l’ambiente della regione;

5. Preoccupato soprattutto

- per le notevoli emissioni di sostanze tossiche nel canale che sfocia nel Danubio a Pancevo, nonché per la contaminazione da mercurio del suolo della medesima regione;

- per la contaminazione delle falde acquifere mediante sostanze petrolchimiche provenienti dalla danneggiata raffineria di petrolio, contaminazione che rischia di colpire i pozzi d’acqua potabile, nonché la rete di derivazione idrica di Novi Sad;

- per il grave inquinamento atmosferico dovuto al biossido di zolfo e alle altre emanazioni tossiche provenienti dalle miniere di rame di Bor;

- per gli alti livelli di diossina e di altre sostanze tossiche nei dintorni del complesso Zastava e della centrale di Kragujevac;

6. Preoccupato altresì per le potenziali conseguenze dei danni materiali causati ai ponti sul Danubio che aumentano seriamente il rischio di allagamenti, non solo nella RFI, ma anche nei paesi situati nella zona del conflitto;

7. Insistendo sulla necessità di avviare dei programmi di pulizia d’emergenza per prevenire un irreversibile degrado dell’ambiente e ridurre le minacce a breve e lungo termine per la salute delle popolazioni interessate;

8. Convinto che le azioni necessarie per evitare un nuovo degrado dell’ambiente dovrebbero iscriversi nell’ambito dell’assistenza umanitaria generale;

9. Raccomanda al Comitato dei Ministri :

- di riconoscere nel degrado dell’ambiente della regione una seria minaccia per la salute dell’uomo che rischia di avere un’incidenza negativa sull’evoluzione politica e sociale verso la democratizzazione;

- d’invitare tutti i Governi degli Stati membri a intraprendere azioni d’emergenza miranti a evitare i danni immediati per l’ambiente nella regione;

- d’invitare le organizzazioni donatrici internazionali a sostenere tali azioni nell’ambito dell’aiuto umanitario.

1 Discussa e adottata dalla Commissione Permanente del Congresso il 2 marzo 2000 (cfr. doc CG (6) 21, progetto di Raccomandazione presentato da Sir John Harman e dal sig. J. Borg, Relatori).