Il Congresso,
1. Ricordando che lo scopo del Consiglio d’Europa è conseguire un’unione più stretta tra i suoi membri, al fine di salvaguardare e promuovere gli ideali e i principi che costituiscono il loro comune patrimonio;
2. Ricordando che il conseguimento di una effettiva parità tra donne e uomini costituisce parte integrante di tali ideali e principi e che l’uguaglianza tra i sessi è una dimensione fondamentale della tutela e della promozione dei diritti della persona umana, e rappresenta un forte indicatore della qualità della democrazia;
3. Riferendosi alla Dichiarazione sulla parità tra donne e uomini, adottata dal Comitato dei Ministri il 16 novembre 1988;
4. Considerando gli obiettivi enunciati nella Dichiarazione e nel Programma d’azione adottati dalla 4a Conferenza mondiale delle Nazioni Unite sulle donne (Pechino, 1995);
5. Sottolineando l’approccio integrato, adottato nel 1996 dalla Commissione europea (comunicazione della Commissione del 21 febbraio ‘Integrare la parità di opportunità tra donne e uomini in tutte le politiche e attività della Comunità’ COM(96) 67 finale) e rafforzato dalla Strategia-quadro comunitaria sulla parità tra i sessi (2001-2005);
6. Ricordando la Raccomandazione Rec(2003)3 del Comitato dei Ministri agli stati membri sulla partecipazione equilibrata delle donne e degli uomini alle decisioni politiche e pubbliche, adottata il 12 marzo 2003;
7. Vista la Dichiarazione sulla parità tra donne e uomini quale criterio fondamentale della democrazia, adottata dalla 4a Conferenza ministeriale europea sull’uguaglianza tra donne e uomini (Istanbul, novembre 1997);
8. Esprimendo soddisfazione per il Rapporto sull’approccio integrato in materia di uguaglianza tra donne e uomini, elaborato dal Comitato direttivo per la parità tra donne e uomini (CDEG), che definisce il quadro concettuale per un approccio integrato in materia di uguaglianza, nonché una metodologia per la sua attuazione, corredata da esempi di buone pratiche;
9. Ricordando che il CDEG ha definito l’approccio integrato come l’organizzazione o la riorganizzazione, il miglioramento, lo sviluppo e la valutazione dei processi politici affinché una prospettiva di parità tra i sessi venga integrata in tutte le politiche a qualunque livello e a qualunque stadio, da parte di tutti gli attori normalmente coinvolti nel processo decisionale;
10. Apprezzando la Raccomandazione N° R(98) 14 del Comitato dei Ministri agli stati membri, che li invita a ispirarsi al rapporto del CDEG e ad attuare la strategia a livello nazionale e il Messaggio del Comitato dei Ministri ai Comitati direttivi del Consiglio d’Europa sull’approccio integrato, che li incoraggia a utilizzare tale strategia nel loro programma di attività;
11. Plaudendo al rapporto sull’approccio integrato in materia di uguaglianza tra donne e uomini, elaborato dal Comitato direttivo per la parità tra donne e uomini (CDEG), che definisce il quadro concettuale per l’approccio integrato e una metodologia per la sua attuazione, corredata da buone pratiche;
12. Convinto che la principale condizione per l’efficacia dell’approccio integrato in materia di uguaglianza sia rappresentata dalla volontà politica;
13. Riferendosi alle proprie iniziative a favore della partecipazione delle donne nell’ambito degli enti locali e regionali, e in particolare al rapporto di Patrizia Dini, alla Risoluzione 85 (1999) e alla Raccomandazione 68 (1999) sulla partecipazione delle donne alla vita politica nelle regioni europee;
14. Invita gli stati membri del Consiglio d’Europa:
a. a valutare la situazione delle donne e degli uomini, utilizzando ugualmente la raccolta di dati statistici (statistiche differenziate a seconda del sesso), per definire delle politiche e valutare in qual misura certe politiche siano maggiormente vantaggiose per un sesso piuttosto che per l’altro;
b. ad adottare una politica di promozione della parità tra i sessi e a sviluppare dei piani d’azione nazionale a favore della parità tra donne e uomini, al fine di promuovere un approccio integrato in materia di uguaglianza concepito in quanto strategia, a livello della definizione, dell’attuazione e della valutazione delle politiche e delle attività intraprese dal governo;
c. a mettere in opera le raccomandazioni e le misure enunciate nella Raccomandazione Rec(2003)3 del Comitato dei Ministri agli stati membri sulla partecipazione equilibrata delle donne e degli uomini al processo decisionale politico e pubblico;
d. a ricorrere a metodi di consultazione mirati, per conoscere le opinioni, le aspettative e i bisogni delle donne e degli uomini nei settori che esse/i rappresentano, per migliorare la partecipazione delle donne e degli uomini alle decisioni sulle politiche che le/li riguardano direttamente;
e. a valutare le politiche esistenti e future sotto il profilo delle incidenze che hanno sui sessi, e a modificarle, se del caso, per garantirne l’equità;
f. ad accertarsi che le modifiche producano i risultati voluti;
g. a stabilire o rafforzare le strutture e i dispositivi indispensabili per condurre tali iniziative, verificando che siano dotati delle risorse umane e finanziarie adeguate;
h. a prendere in esame la possibilità di utilizzare i dispositivi esistenti per la gestione dei risultati, allo scopo di definire degli obiettivi per l’attuazione dell’approccio integrato in materia di uguaglianza tra donne e uomini;
i. ad adottare delle misure diversificate per sensibilizzare i funzionari del settore pubblico sulle incidenze che hanno le procedure e le pratiche in vigore sulle donne e sugli uomini cui sono destinate e ad incoraggiare e sostenere il cambiamento;
j. ad istituire dei programmi di formazione continua destinati ai funzionari della pubblica amministrazione nazionale, affinché siano in grado di raccogliere e di interpretare degli indicatori relativi all’uguaglianza tra i sessi, di prenderli in considerazione spontaneamente nei loro settori specifici di intervento, di fare opera di consulenza, di procedere a studi di impatto differenziato a seconda del sesso al momento della definizione, dell’attuazione e della valutazione di politiche e di interventi, e di stabilire delle procedure di controllo e di valutazione per misurare i progressi compiuti, basandosi segnatamente sulle buone pratiche sviluppate dagli organismi nazionali di formazione esistenti in Europa;
k. a contribuire alla redazione di una raccolta di buone pratiche nel campo dell’approccio integrato in materia di uguaglianza tra donne e uomini e a garantirne la diffusione;
l. a promuovere l’approccio integrato in materia di uguaglianza tra donne e uomini nella pratica, grazie a politiche di appalti pubblici e presso altri prestatori di servizi pubblici;
m. a promuovere la sensibilizzazione sull’importanza e sull’efficacia della politica integrata in materia di uguaglianza tra donne e uomini nei media e attraverso l’educazione a tutti i livelli;
15. Invita il Consiglio d’Europa:
a. a proseguire le proprie attività nel campo dell’approccio integrato in materia di uguaglianza tra donne e uomini, segnatamente sviluppando strumenti adeguati per l’attuazione di questa strategia, individuando le buone pratiche e sostenendo la creazione di reti, e grazie alla pubblicazione e alla distribuzione dei risultati dei lavori realizzati in materia;
b. a includere l’approccio integrato in materia di uguaglianza tra i sessi, ivi compreso in materia di bilancio, in tutte le sue iniziative e attività;
c. a proseguire le sue attività sulla questione della costruzione dei bilanci pubblici secondo la prospettiva di genere (« gender budgeting ») quale attuazione specifica dell’approccio integrato nel processo di bilancio e di pubblicare e garantire la diffusione dei risultati delle attività in questo campo, per sensibilizzare gli stati membri a questo nuovo concetto.
1 Discussa e adottata dal Congresso il 27 maggio 2004, 3a seduta (ved. Doc. CG (11) 10, progetto di raccomandazione presentato da B.M. Lövgren (Svezia, L, NI)