Raccomandazione 142 (2003)1 sulla romozione della regionalizzazione e della cooperazione nterregionale in Europa grazie alle università estive al programma Centurio dell’Assemblea delle Regioni d’Europa

Il Congresso, vista una proposta della Camera delle regioni,

1. Considerando:

a. che i programmi Centurio e Università estiva dell’Assemblea delle Regioni d’Europa (ARE) costituiscono degli strumenti efficaci di promozione della cooperazione interregionale e della regionalizzazione in tutta Europa;

b. che tali programmi servono inoltre, e in modo efficace, a realizzare i grandi obiettivi del Consiglio d’Europa e del suo Congresso dei Poteri locali e regionali d’Europa, dal momento che favoriscono la sensibilizzazione delle regioni sull’importanza dei valori della democrazia pluralista, dello Stato di diritto e del rispetto dei Diritti dell’uomo e delle libertà e sulla necessità di rispettare e attuare tali principi;

c. che i suddetti programmi permettono inoltre di realizzare degli scambi molto concreti di pratiche e di know how tra regioni nei settori essenziali dell’integrazione europea e che, pertanto, contribuiscono in modo determinante a preparare le regioni dei paesi candidati ad affrontare le sfide dell’allargamento dell’Ue;

d. che il Consiglio d’Europa e l’Unione europea hanno già indicato il loro sostegno a tali programmi, che dimostrano di essere, infatti, fonti significative di ispirazione per le politiche europee di integrazione e di coesione sociale, economica e territoriale;

e. che un sostegno più accentuato a tali programmi da parte del Consiglio d’Europa e dell’Ue consentirebbe di migliorarne l’impatto e di potenziare le attività relative al controllo e al seguito da dare agli stage promossi da Centurio e dall’Università estiva, come pure quelle, di non minore importanza, della valutazione dei loro risultati;

f. che numerose regioni europee, appartenenti a un gran numero di paesi membri del Consiglio d’Europa, partecipano attivamente a tali programmi e vi contribuiscono con la loro esperienza e la loro volontà di cooperare;

g. che le relazioni del Consiglio d’Europa e dell’Ue con i paesi non membri sono in piena evoluzione e che è indispensabile che tali programmi possano ugualmente essere estesi alle regioni extra-europee, a cominciare da quelle del bacino del Mediterraneo;

h. che, di conseguenza, tali programmi contribuiscono alla costituzione di reti tra numerosissimi enti territoriali in tutta Europa e ugualmente al di fuori dei confini europei, agevolando gli scambi tra i responsabili e gli scambi di esperienze sia a livello bilaterale, che multilaterale;

2. Avendo preso conoscenza del programma Agenda Adriatica 21, iniziativa promossa al termine dell’Università estiva del 2002, riconosce che tale programma di cooperazione interregionale per la zona dell’Adriatico può costituire uno strumento atto a contribuire allo sviluppo sostenibile e economico, alla stabilità democratica e alla pace in questa parte dell’Europa ;

3. Riferendosi:

a. alle numerose prese di posizioni del Comitato delle Regioni e del Parlamento europeo a favore della cooperazione interregionale e transfrontaliera,

b. alla Risoluzione 119 (2001) e alla Raccomandazione 99 (2001) sulla cooperazione internazionale a livello regionale, adottate dal CPLRE,

4. Raccomanda agli Stati membri:

a. di facilitare e sostenere la cooperazione interregionale e transfrontaliera, dotando le regioni di competenze e di strumenti giuridici e finanziari appropriati;

b. di adoperarsi per l’adozione e la ratifica quanto prima del progetto di Carta europea dell’autonomia regionale, proposto dal CPLRE nel 1997;

c. di accordare il loro sostegno all’Agenda Adriatica 21:

i. invitando le autorità locali e regionali della costa adriatica a partecipare alle attività organizzate nel quadro di questo programma,

ii. organizzando, con la cooperazione dell’ARE, uno dei futuri Forum economici per l’Europa del Sud-Est in una regione della costa adriatica,

iii. organizzando inoltre, insieme all’ARE, dei convegni comuni con i gruppi di lavoro per l’Europa del Sud-Est, nonché con le strutture di lavoro competenti del Patto di stabilità,

iv. proponendo l’organizzazione di una delle future conferenze del CPLRE sulla democrazia regionale e la cooperazione interregionale in una delle regioni della costa adriatica;

5. Raccomanda al Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa:

a. di riservare un posto più importante al CPLRE nei suoi programmi di assistenza specifica ai nuovi membri del Consiglio d’Europa, in modo che il CPLRE, in collaborazione con l’ARE, possa rafforzare le proprie attività a favore della promozione della democrazia locale e regionale, della cooperazione interregionale Est-Ovest e Nord-Sud all’interno del continente europeo e con le regioni meridionali del Mediterraneo;

b. di fornire un sostegno specifico alle regioni dell’Adriatico membre del CPLRE, allo scopo di promuovere l’iniziativa Agenda Adriatica 21 e di istituire una rete adriatica di enti locali e regionali per la democrazia e lo sviluppo sostenibile;

6. Raccomanda alla Commissione europea:

a. di integrare l’aspetto della cooperazione interregionale nelle iniziative comunitarie finalizzate allo sviluppo regionale e di prendere in considerazione la dimensione transfrontaliera, transnazionale e interregionale in quanto fattore in grado di contribuire concretamente all’integrazione europea e alla stabilità democratica;

b. di associare le regioni alla definizione di questi futuri programmi, che dovrebbero in tal modo rispecchiare realmente i bisogni delle regioni e la loro cooperazione;

c. di migliorare e rafforzare la dimensione di “politica esterna” di Interreg III, coordinando realmente i programmi per la cooperazione esterna (quali PHARE, TACIS o MEDA), soprattutto allo scopo di estendere i criteri di eleggibilità a favore dei partner non membri dell’Ue;

d. di incoraggiare i propri paesi candidati ad aderire al concetto che le riforme non debbano essere tese unicamente a soddisfare le esigenze statistiche dei fondi strutturali, ma dovrebbero inoltre fornire l’occasione di creare autentici enti territoriali democraticamente legittimati e rispettosi del principio di sussidiarietà;

e. di basare la gestione dei fondi strutturali su un meccanismo democratico e di sostenere gli sforzi del Consiglio d’Europa, e più particolarmente quelli del Congresso dei poteri locali e regionali d’Europa in tal campo, al fine di istituire delle strutture democratiche efficaci sul piano regionale nei suoi futuri Stati membri e di non limitarsi a fare gestire i fondi strutturali a livello regionale da istanze deconcentrate;

f. di organizzare congiuntamente con il Comitato delle Regioni e il Congresso dei poteri locali e regionali d’Europa – Camera delle regioni, dei Convegni o delle Task-Force in alcuni paesi candidati all’Unione europea, per promuovere in tal modo la creazione di strutture democratiche a livello regionale al momento delle previste riforme amministrative nazionali.

1 Discussa e approvata dalla Camera delle regioni il 25 novembre 2003 e adottata dalla Commissione permanente del Congresso il 26 novembre 2003 (ved. Doc. CPR (10) 7, progetto di raccomandazione presentato di Sig.ri M. Doric e M.Arbagic, relatori)