Raccomandazione 136 (2003)1 sulle conseguenze dell’evoluzione demografica per le regioni d’Europa

Il Congresso, vista la proposta della Camera delle Regioni,

1. Conscio del fatto che l’incremento costante della popolazione anziana sul totale della popolazione europea e il calo della percentuale dei giovani possono essere considerati una conseguenza positiva del miglioramento dello stato di salute e delle condizioni di vita, dell’efficacia delle politiche sanitarie e sociali e dell’aumento della speranza di vita associato ad un calo del tasso di fecondità;

2. Notando che l’invecchiamento demografico dovrebbe accelerarsi nei prossimi dieci o vent’anni e avrà un’incidenza diretta sulle politiche sociali a livello nazionale, regionale e locale;

3. Ricordando la Raccomandazione 5 (1994) su «l'Europa e gli anziani: verso un patto intergenerazionale» e le conclusioni della Conferenza di Siena;

4. Ricordando il programma d’azione adottato alla seconda Assemblea Mondiale delle Nazioni Unite sull’invecchiamento (Madrid, 8-12 aprile 2002) e la Conferenza regionale di Berlino (settembre 2002) indetta dalla Commissione economica per l’Europa dell’ONU (CEE/ONU);

5. Ponendo in rilievo le priorità definite nella Dichiarazione ministeriale di Berlino dopo l’adozione del Piano d’azione internazionale di Madrid sull’invecchiamento (2002) che consistono nell’ «accrescere la partecipazione degli anziani nella vita della società e favorirne l’integrazione e l’autonomia; promuovere una crescita economica equa e duratura per affrontare le conseguenze dell’invecchiamento della popolazione; rafforzare la protezione sociale, in modo che sia sufficiente e duratura per le generazioni presenti e future; incoraggiare i mercati del lavoro a tener conto dell’invecchiamento e a trarre vantaggio dal potenziale rappresentato dagli anziani; promuovere l’apprendimento lungo tutto l’arco della vita; garantire la salute fisica e mentale e il benessere a vita; garantire l’uguaglianza di accesso ad una protezione sanitaria e sociale di alta qualità; integrare una dimensione sessospecifica in tutte le attività riguardanti l’invecchiamento; sostenere gli anziani, le loro famiglie e le loro comunità per le cure e l’assistenza che spetta loro fornire; promuovere la solidarietà tra le generazioni» (paragrafo 8);

6. Dando il suo appoggio alla Raccomandazione 1591 (2003) dell’Assemblea parlamentare e alla relazione dell’On. Gyula Hegyi su «Le sfide della politica sociale nelle nostre società che invecchiano» (Commissione Affari sociali, sanità e famiglia);

7. Ricordando i lavori condotti dal Comitato delle Regioni, in particolare il Parere della Commissione della politica economica e sociale «Verso un’aumentata partecipazione al mercato del lavoro e la promozione dell’invecchiamento attivo» (COM (2002)9) e la Conferenza intitolata «Raccogliere le sfide dell’invecchiamento della popolazione: prospettive e pratiche a livello locale e regionale» (Bruxelles, novembre 2002);

8. Sottolineando, assieme al Comitato europeo sulla popolazione, che lo scopo cui si deve tendere è un invecchiamento attivo nel quadro di una politica pubblica coerente, al fine di rafforzare il ruolo sociale e la capacità di autonomia degli anziani, nonché la qualità della vita di tutti i cittadini nelle società che invecchiano;

9. Condividendo il punto di vista secondo il quale le politiche a favore dell’invecchiamento attivo non dipendono unicamente dallo Stato, ma che gli enti territoriali devono ugualmente parteciparvi;

10. Convinto che le municipalità e le regioni siano dei livelli appropriati per adottare e coordinare delle misure concrete, al fine di affrontare in modo efficace le conseguenze dell’invecchiamento della popolazione e della flessione della proporzione di giovani;

11. Sottolineando l’importanza dei dati raccolti dal Comitato europeo del Consiglio d’Europa sulla popolazione, come pure da Eurostat e dalla Commissione economica per l’Europa dell'Onu, che devono essere standardizzati e dovrebbero riguardare ugualmente gli aspetti sociali e quelli relativi al benessere;

12. Invita il Consiglio d’Europa:

a. a riconoscere il ruolo specifico del Congresso nell’analisi delle politiche in materia di coesione sociale a livello locale e regionale e nell’elaborazione di principi guida appropriati in questo campo;

b. a incaricare il suo Comitato europeo sulla popolazione e la Direzione generale della coesione sociale

i. di proseguire le loro attività sul progetto «l’invecchiamento attivo»;

ii. di proseguire le loro attività sulla quarta età (persone di oltre 80 anni) e sui migranti anziani, in cooperazione con la Commissione della coesione sociale del Congresso;

iii. di tener conto delle realtà locali e regionali della demografia nelle loro attività;

iv. di rivolgere una grande attenzione a certi gruppi particolarmente interessati dall’invecchiamento, quali le donne e le minoranze, e gli anziani che vivono nelle zone rurali;

c. ad integrare l’aspetto della solidarietà tra le generazioni nelle politiche elaborate dalle Direzioni Generali del Consiglio d’Europa, in particolare nei settori della cultura, dell’educazione, della parità tra i sessi e della coesione sociale;

13. Invita l’Assemblea parlamentare a proseguire le proprie attività nel campo dell’invecchiamento attivo e ad incoraggiare le proprie commissioni competenti ad approfondire tale questione;

14. Invita l’Unione europea ad esaminare le conseguenze dell’invecchiamento della popolazione a livello locale e regionale e a considerarlo un elemento importante per la coesione sociale in Europa;

15. Invita gli Stati membri del Consiglio d’Europa:

a. a continuare ad accordare un’attenzione particolare alla questione dell’invecchiamento della popolazione, in vista di elaborare una politica che tenga conto dell’evoluzione demografica;

b. ad accertarsi che vengano trasferite delle competenze agli enti territoriali, conformemente al principio di sussidiarietà;

c. ad accertarsi che la perequazione finanziaria tenga conto dell’evoluzione demografica ed includa le esigenze specifiche, in termini di abitazioni, protezione sociale, politiche sanitarie, ecc, che devono soddisfare gli enti territoriali maggiormente interessati dall’invecchiamento della popolazione;

d. a favorire la raccolta di dati demografici a livello locale e regionale, in particolare per poter elaborare delle politiche in materia di coesione sociale;

e. a cooperare strettamente con le strutture del Consiglio d’Europa competenti nel campo della demografia, e in particolare con il Comitato europeo sulla popolazione e con il Congresso.
1 Discussa e approvata dalla Camera delle regioni il 21 maggio 2003 e adottata dalla Commissione Permanente del Congresso il 22 maggio 2003 (ved. doc. CPR (10) 3, progetto di Raccomandazione presentato dal Sig. L. Van Nisterlooij, relatore).