Risoluzione 128 (2002)1 sulla problematica dello spazio rurale in Europa

Il Congresso,

Avendo esaminato:

1. La relazione sulla problematica dello spazio rurale in Europa presentata dal Sig. Pumberger (Austria, L) e dal Sig. Tobler (Svizzera, L) a nome della Commissione dello sviluppo sostenibile;

2. I «Principi guida per lo sviluppo territoriale sostenibile del continente europeo » adottati dalla Dodicesima Conferenza europea dei ministri responsabili per l’assetto territoriale;

3. La Convenzione europea del paesaggio, aperta alla firma nel novembre 2000 a Firenze;

4. La «proposta relativa alle attività del Consiglio d’Europa per lo sviluppo sostenibile» adottata nel gennaio 2001 dalle ONG internazionali membre del Centro europeo di interesse rurale ed ambientale;

5. La Raccomandazione 1296 (1996) dell’Assemblea parlamentare relativa ad una carta europea dello spazio rurale;

6. La Risoluzione 1265 (2001) dell’Assemblea parlamentare sul ruolo della cooperazione interregionale nello sviluppo agricolo e rurale;

7. Le precedenti risoluzioni del CPLRE sui problemi dello sviluppo rurale sostenibile, e segnatamente:

a. la Risoluzione 210 (1990) sulla rivitalizzazione del mondo rurale: azione delle collettività territoriali,
b. la Risoluzione 211 (1990) sugli effetti regionali della riforma della Politica Agricola Comune;

8. Le conclusioni e le dichiarazioni della Campagna europea per il mondo rurale, organizzata dal Consiglio d’Europa per iniziativa della Conferenza permanente dei poteri locali e regionali d’Europa (CPLRE);

Considerando che:

9. Lo spazio rurale europeo e i suoi abitanti costituiscono un vantaggio estremamente ricco e differenziato per l’insieme della popolazione del continente europeo: la maggior parte dell’Europa rurale è coperta da terre agricole e da foreste, il che determina ampiamente le caratteristiche del paesaggio europeo;

10. La grande diversità degli elementi naturali e delle culture umane arricchisce la qualità della vita di tutti gli Europei e dobbiamo comprendere, proteggere e valorizzare tale patrimonio;

11. Attualmente, in numerose regioni europee, il patrimonio rurale si sta rapidamente degradando ed è perfino distrutto dagli sconvolgimenti sociali o tecnologici, dai metodi di agricoltura moderni, dall’urbanizzazione, dalla negligenza degli uomini e da altri fattori;

12. L’economia di numerose zone rurali si è ridotta ed impoverita e dipende ormai troppo dalle decisioni economiche prese in città lontane;

13. Quantunque il suo ruolo diminuisca in numerose regioni d’Europa (soprattutto nell’Europa occidentale), l’agricoltura è e deve restare un’interfaccia di gran rilievo tra la popolazione e lo spazio rurale, e gli agricoltori hanno un dovere per quanto riguarda la gestione di un gran numero di risorse naturali dell’Europa rurale;

14. In numerose zone rurali, il declino demografico e un certo isolamento hanno indebolito la vitalità dei comuni e condotto le popolazioni rurali a sottovalutare le proprie capacità e risorse, come pure la loro cultura tradizionale;

15. Un elemento essenziale della qualità della vita nel mondo rurale è la qualità e l’accessibilità dei servizi (negozi, uffici postali, banche, ospedali, ambulatori, scuole, trasporti pubblici). I villaggi e le cittadine hanno assistito alla scomparsa di molti di tali servizi negli ultimi trent’anni;

Convinto che :

16. Gli enti locali e regionali abbiano un ruolo essenziale da svolgere in materia di elaborazione della politica relativa alla loro regione, utilizzo delle risorse finanziarie e delle altre risorse per soddisfare i fabbisogni delle zone rurali, sensibilizzazione della popolazione, al fine della sua partecipazione e per procurare che vengano adottate le misure necessarie;

Invita le collettività locali e regionali dello spazio rurale in Europa:

17. A sensibilizzare il pubblico sull’importanza di dare un nuovo avvio alla politica dell’assetto rurale, al fine di rendere più attraenti le zone rurali per coloro che vi vivono e vi lavorano e per renderle dei luoghi in cui delle persone estremamente diverse di ogni età potranno pienamente realizzarsi;

18. Ad elaborare una strategia dello spazio rurale per la loro regione in partnership con altri attori interessati, segnatamente mediante la concertazione e il coinvolgimento della popolazione locale, che ha spesso migliori idee su quanto è adatto e sostenibile per la propria regione;

19. A fare appello alle conoscenze, all’entusiasmo e alla partecipazione attiva della popolazione, soprattutto degli abitanti dei comuni, per difendere il patrimonio locale; a sostenere il lavoro dei numerosi enti pubblici e volontari che si sforzano di far conoscere il patrimonio presso il pubblico;

20. Ad accordare una grande importanza alle attività dei gruppi volontari, privati e senza scopi di lucro che si sono costituiti in seno alle collettività rurali. Si tratta in particolare di cooperative, fondazioni, club, sindacati, associazioni, organizzazioni femminili, gruppi confessionali, gruppi giovanili e numerosi altri organismi. La loro forza particolare risiede nella loro perfetta conoscenza dei problemi locali, nel loro impegno e nel fatto che agiscono senza intermediari;

21. Ad incoraggiare la popolazione rurale a comprendere i problemi dello spazio rurale e ad occuparsene, proponendo delle animazioni e delle possibilità di educazione e di formazione. E’ molto importante, per esempio, che i bambini imparino la storia, le caratteristiche della vita selvatica e le attuali condizioni di vita del loro villaggio, della loro città o della loro regione. E’ altrettanto essenziale insegnare ai cittadini come è la vita nel mondo rurale e far loro conoscere il patrimonio rurale;

22. Ad incoraggiare a continuare ad utilizzare le abitazioni, le chiese o i rustici agricoli tradizionali oppure a convertirli in modo intelligente per nuove utilizzazioni. La tutela e la presentazione degli elementi del patrimonio devono avvenire di preferenza sul sito stesso d’origine, per dare al pubblico una maggiore impressione veridica della loro origine, del loro contesto e del paesaggio nel quale si inseriscono;
23. A mettere in opera delle politiche per l’alloggio e il controllo della pianificazione che consentano ed agevolino la messa a disposizione di alloggi adeguati, utilizzando sia dei vecchi edifici che dei nuovi. Lo scopo, in uno spazio rurale vivo, deve essere di soddisfare le esigenze moderne nel rispetto delle tradizioni locali in materia di costruzioni;

24. A considerare gli agricoltori come coloro che gestiscono il nostro patrimonio e a retribuirli per tale funzione. Ad incoraggiare i loro sforzi volti a proteggere, conservare e valorizzare le qualità specifiche dei paesaggi, della vita selvatica o dell’agricoltura della loro regione e a permettere un accesso pubblico alle loro terre;

25. A sostenere la conservazione dei metodi di cultura tradizionali, che hanno creato i paesaggi culturali e costituiscono la migliore garanzia per il loro futuro, mediante la manutenzione delle terrazze, siepi, muri a secco e altri aspetti caratteristici del paesaggio;

26. Ad incoraggiare gli agricoltori e gli altri abitanti della campagna a ricercare delle fonti di reddito supplementari grazie al valore che sapranno aggiungere localmente ai prodotti delle loro aziende agricole (trasformando per esempio il latte in formaggi, la carne in salumi tradizionali, i frutti in conserve, la lana in vestiti) e, laddove è possibile, mediante la vendita di tali prodotti nella regione stessa ai turisti o ai cittadini;

27. Ad incoraggiare gli agricoltori, soprattutto quelli delle piccole aziende agricole che non consentono di vivere unicamente dei frutti dell’agricoltura, a diversificare i loro redditi grazie ad un’altra attività legata alla fattoria o ai suoi prodotti. Potranno essere delle coltivazioni non alimentari, degli sfruttamenti forestali o la gestione di foreste, l’agriturismo, la produzione sotto contratto o delle attività simili, oppure qualsiasi tipo di lavoro a tempo parziale nell’ambito dell’economia locale;

28. Ad incoraggiare la rinascita o un nuovo avvio delle industrie manufatturiere, delle imprese artigianali e dei servizi nelle regioni rurali. Occorre privilegiare il valore che viene aggiunto ai prodotti primari locali, l’utilizzo delle tecniche e dei prodotti tradizionali di ogni regione e il controllo locale delle imprese private o delle cooperative, invece di dipendere da filiali di imprese lontane; ogni regione dovrà trovare delle soluzioni precise in funzione del patrimonio locale, dei prodotti, dei mercati e delle possibilità esistenti a livello locale o regionale;

29. Ad utilizzare i mezzi moderni di telecomunicazione per sostenere la rinascita e il ripristino delle economie e dei servizi del mondo rurale. Agevolano l’attività economica decentrata e compensano l’handicap che nelle zone rurali è costituito dalle distanze e dalla scarsa concentrazione degli abitanti. Possono consentire a delle piccole e medie imprese situate nelle zone rurali di accedere a dei mercati, a dei fornitori e a dei collaboratori lontani e di accrescere il loro reddito. Possono fornire alle persone una formazione e un’istruzione nel luogo dove vivono;

30. Ad elaborare un programma di sviluppo del turismo locale che sia culturalmente compatibile con la popolazione locale. Ciò esige l’elaborazione di progetti direttamente basati sulle risorse della regione e sulle imprese locali. Detti programmi devono mirare innanzitutto alla qualità dei nuovi progetti e produrre degli utili finanziari per la collettività locale. Devono controllare il volume delle attività turistiche, evitando un eccessivo sviluppo o un traffico troppo intenso;

31. Ad incoraggiare l’utilizzo di risorse finanziarie locali per promuovere i progetti locali di assetto dello spazio rurale. A rivolgersi agli specialisti finanziari delle tecniche di credito adattate al mondo rurale, per meglio mobilitare le sinergie tra i finanziamenti pubblici e privati, ridurre gli oneri finanziari che gravano sulle piccole e medie imprese, favorire gli investimenti produttivi e diversificare le economie rurali;

32. A bloccare e correggere il declino dei servizi nel mondo rurale: i fornitori di servizi devono comprendere i danni che causano nelle zone rurali, soprattutto per gli anziani, i bambini e per coloro che non dispongono di un veicolo, quando decidono di sopprimere tali servizi. Occorre mantenere i servizi, utilizzando per esempio delle agenzie multifunzionali, fornendo dei servizi mobili e dei servizi a distanza via Internet, oppure incoraggiando la mutua assistenza in seno alle comunità dei villaggi;

33. A sostenere la vitalità e il benessere delle comunità rurali in termini sociali e culturali, incoraggiando le tradizioni e i festival e l’uso delle lingue minoritarie, come pure le culture minoritarie, che hanno una grandissima importanza per la popolazione e contribuiscono ugualmente alla ricchezza culturale dell’Europa;

34. A garantire un facile accesso all’istruzione e alla formazione per le popolazioni rurali nelle regioni in cui le abitazione sono disperse. A promuovere, con ogni mezzo possibile, la creazione a livello locale di capacità per uno sviluppo sostenibile nelle zone rurali, soprattutto le iniziative private e quelle delle associazioni che sono ben integrate nei mercati mondiali;

35. A fornire alla popolazione rurale degli alloggi sani e di qualità, dotati del comfort moderno. Occorre accordare la priorità al miglioramento degli alloggi per le persone a basso reddito che hanno le loro radici o che lavorano nelle zone rurali;

36. A rafforzare la capacità amministrativa e l’efficacia dei governi regionali e locali e dei raggruppamenti associativi, fornendo un’assistenza tecnica, della formazione, migliori mezzi di comunicazione, mediante partnership e ricerche condivise, fornendo informazioni e scambio di esperienze, grazie alla realizzazione di reti tra le regioni e tra le comunità rurali di tutta Europa;

37. Ad adoperarsi perché venga instaurato a livello nazionale un sistema di cooperazione intercomunale che consenta di far conoscere e di soddisfare i bisogni locali di ogni villaggio o piccola collettività e di stabilire delle collaborazioni tra più città e villaggi di una regione per trattare i problemi su scala più vasta;

38. A partecipare attivamente alla promozione dello sviluppo rurale sostenibile in un contesto internazionale.

1 Discussa ed adottata dalla Commissione Permanente del Congresso il 21 marzo 2002 (vedi Doc. CG (8) 28, progetto di risoluzione presentato dai Sigg. G. Pumberger e E. Tobler, relatori)