18a SESSIONE

CG(18)10
8 febbraio 2010

Per una parità di genere sostenibile nella vita politica locale e regionale

Commissione della Coesione sociale

Relatore: Britt-Marie LÖVGREN, Svezia (L, GILD[1])

A. Progetto di Risoluzione. 2

B. Progetto di Raccomandazione. 4

Sintesi

Un’uguaglianza sostenibile tra donne e uomini in campo politico tarda a diventare realtà.

Il rapporto analizza gli ostacoli che impediscono una rappresentanza paritaria nella sfera politica locale e regionale. Illustra i meccanismi che si sono dimostrati efficaci per permettere alle autorità locali e regionali di soddisfare questa esigenza fondamentale della democrazia. Per porre rimedio alle disuguaglianze, potranno rivelarsi utili un supporto pratico e dei consigli, sostenuti da volontà politica e determinazione.

Il rapporto sottolinea inoltre che sarebbe vano incoraggiare le donne a impegnarsi in politica senza combattere le disuguaglianze di fondo che persistono nelle nostre società e senza cambiare la cultura che prevale largamente in numerosi governi locali e regionali.


A. PROGETTO DI RISOLUZIONE[2]

1. Tutti gli Stati membri del Consiglio d’Europa garantiscono pari diritti e opportunità tra uomini e donne, ivi compreso il diritto di candidarsi alle elezioni, di votare e di essere eletti. Nella pratica, tuttavia, l’esercizio di tali diritti è notevolmente limitato.

2. Nella vita politica locale e regionale europea, gli amministratori eletti non sono sempre rappresentativi della diversità della popolazione.

3. Il Congresso, dal canto suo, è persuaso che il principio di parità tra l’uomo e la donna sia parte integrante dei diritti umani e costituisca un criterio fondamentale della democrazia. Presuppone una visibilità, un’emancipazione e un uguale coinvolgimento dei due sessi in tutti i settori della vita pubblica e privata. Grazie ai loro stretti contatti con la popolazione, le autorità locali e regionali possono prendere delle decisioni finalizzate a favorire la parità di genere e a esercitare un’incidenza positiva sulla vita quotidiana dei cittadini.

4. Possono infatti agire in settori di attività che rientrano nella sfera di competenza del governo locale e regionale, in particolare nell’ambito del loro ruolo politico, in quanto datori di lavoro, nel campo degli appalti pubblici, delle forniture e servizi, dello sviluppo sostenibile e dell’urbanistica, dell’accesso alle strutture comunali e della cooperazione internazionale.

5. Conformemente alle decisioni del Comitato dei Ministri[3] il Congresso si impegna a rispettare il principio della parità uomo-donna al proprio interno. Al riguardo, si compiace del fatto che, in applicazione della propria Carta[4], fin dalla sua 15a sessione, nel maggio del 2008, le delegazioni di tutti gli Stati membri siano composte almeno dal 30% di membri femminili, titolari o supplenti. Il Congresso, pertanto, risoluto a proseguire su questa strada:

a. invita le delegazioni nazionali a rispettare d’ora in poi tale soglia minima sia per i membri titolari che per i membri supplenti e le esorta a sforzarsi, per quanto possibile, di raggiungere la percentuale del 40%, conformemente alla Raccomandazione Rec(2003)3 del Comitato dei Ministri sulla partecipazione equilibrata delle donne e degli uomini ai processi decisionali politici e pubblici;

b. nell’ambito dell’applicazione della presente risoluzione, decide di monitorare regolarmente la ripartizione uomini/donne in seno al Congresso e di pubblicare le informazioni pertinenti in occasione di ogni sessione (membri titolari e supplenti, presidenti di commissioni, dei gruppi politici e dei gruppi di lavoro, relatori);

6. Decide inoltre di:

a. chiedere ai propri organi, nonché agli osservatori e ai partner, di integrare la prospettiva di genere in tutte le loro attività;

b. inserire la dimensione di genere nei testi istitutivi di qualsiasi organo creato su iniziativa del Congresso e garantire che tale dimensione sia presa in considerazione nelle attività da esso svolte;

c. sensibilizzare il proprio segretariato sull’uguaglianza di genere e curare la sua formazione, affinché la questione sia presa in considerazione in tutte le attività del Congresso;

7. Il Congresso ricorda altresì la propria ‘Risoluzione 176 (2004) sull’approccio integrato in materia di uguaglianza tra donne e uomini a livello locale e regionale: una strategia per promuovere le pari opportunità tra i sessi nelle città e nelle regioni’, e ritiene che tale strategia debba essere accompagnata e sostenuta da azioni concrete;

8. A tale scopo, il Congresso invita gli enti territoriali a dare impulso e sostegno politico a tale approccio, tramite azioni finalizzate a:

a. incoraggiare le donne a candidarsi alle elezioni e a completare il proprio mandato, per rendere i consigli comunali e le assemblee regionali maggiormente rappresentativi delle popolazioni (differenze tra generazioni, diversità legate alle origini e alle esperienze che si possono rilevare all’interno della comunità); e, a tal fine:

-     garantire il rinnovo dei titolari di un mandato politico,

-     invitare gli amministratori eletti a incoraggiare e sollecitare le donne a candidarsi,

-     accertarsi che nessuno debba spendere denaro proprio per finanziare la propria campagna elettorale o per esercitare le proprie funzioni;

b. creare o sviluppare la capacità degli enti locali e regionali di predisporre misure e servizi che tengano conto delle differenze tra i sessi e per questo:

-     raccogliere informazioni sugli utenti e sui beneficiari dei servizi erogati e sulle prestazioni fornite, con una ripartizione per sesso e per altre categorie pertinenti,

-     predisporre e adottare piani d’azione a favore dell’uguaglianza, associando le organizzazioni femminili: stabilire obiettivi chiari, un calendario preciso, istituire un sistema di monitoraggio, accertandosi che gli amministratori siano informati e che i responsabili della gestione amministrativa di tali piani d’azione rendano conto dei progressi realizzati,

-     fornire alle persone che lavorano per gli enti territoriali i mezzi e il sostegno necessario per svolgere la loro missione in modo efficace ed equo,

-     fornire agli amministratori eletti e al personale amministrativo una formazione sulla questione dell’uguaglianza e sugli strumenti da utilizzare, quali l’integrazione di una prospettiva di genere nei bilanci (gender budgeting),

-     aiutare a conciliare vita privata e vita professionale (adattando gli orari delle riunioni, sostenendo le strutture per l’assistenza ai bambini, ecc …),

-     consentire alle donne di accedere a funzioni più elevate nelle pubbliche amministrazioni,

-     sensibilizzare e coinvolgere le organizzazioni sindacali rappresentative dei funzionari territoriali;

c. Prestare la massima attenzione alla loro comunicazione interna ed esterna e a quella degli amministratori eletti, e per questo:

-     combattere gli stereotipi di genere,

-     non tollerare nella vita politica i comportamenti sessisti, che non possono essere accettati in nessun altro contesto o gli atteggiamenti discriminatori,

-     offrire un’immagine positiva degli amministratori eletti, uomini e donne, rendendo più visibile la loro attività attraverso campagne di informazione sul ruolo degli amministratori eletti;

d. agevolare l’accesso ai media locali da parte delle donne, in particolare le candidate alle elezioni o le donne elette.

9. Ai partiti politici, il cui intervento è essenziale per consentire alle donne di candidarsi alle elezioni, Il Congresso propone un nuovo approccio, che preveda:

-     di privilegiare, nella scelta dei candidati, la capacità di rappresentare la realtà delle preoccupazioni e delle esperienze vissute dalle popolazioni, piuttosto che una lunga esperienza politica,

-     di condurre un’azione positiva per accrescere il numero di donne selezionate e manifestare pubblicamente il loro sostegno alle candidature femminili,

-     di applicare un equilibrio uomini/donne al momento di selezionare i candidati per posti di responsabilità, e non basarsi unicamente sul criterio dell’anzianità,

-     di incoraggiare la costituzione di reti di donne.

10. Il Congresso raccomanda infine ai poteri locali e regionali d’Europa di formalizzare il loro impegno a favore di una maggiore uguaglianza per tutti, firmando la Carta europea per l’uguaglianza e la parità delle donne e degli uomini nella vita locale, elaborata per iniziativa del Consiglio dei comuni e delle regioni d’Europa (CCRE)[5] e applicandola sul loro territorio, sulla base degli strumenti proposti (guida e indicatori) per valutare i progressi realizzati.

B. PROGETTO DI RACCOMANDAZIONE[6]

1. Le dichiarazioni e i piani d’azione adottati dai Capi di stato e di governo in occasione dei vertici del Consiglio d’Europa hanno ricordato che una partecipazione equilibrata delle donne e degli uomini rappresenta un elemento cruciale della democrazia. Tuttavia, deve essere ancora intensificata l’azione del Consiglio d’Europa per promuovere e attuare la parità di genere, al fine di colmare il divario tra l’uguaglianza di diritto e l’uguaglianza di fatto, sia all’interno del Consiglio d’Europa, che negli Stati membri.

2. Inoltre, la partecipazione equilibrata delle donne e degli uomini nel processo decisionale politico, che è un’esigenza essenziale di qualsiasi società democratica, non è ancora diventata realtà all’interno di tutti i parlamenti nazionali. La rappresentanza media femminile nelle camere basse o uniche dei parlamenti europei è infatti del 19,3%.[7] Solo tre Stati membri del Consiglio d’Europa[8] realizzano una rappresentanza equilibrata dei sessi (con il 40% di rappresentanti di ciascun sesso) e altri sette[9] raggiungono la cosiddetta massa critica del 30% di donne[10].

3. Il Congresso, da parte sua, sostiene pienamente la recente Dichiarazione del Comitato dei Ministri Rendere effettiva la parità di genere[11]e ribadisce il proprio impegno, assunto già da tempo, a favore dell’uguaglianza tra le donne e gli uomini,[12] compreso nell’ambito della vita politica e amministrativa. A tal proposito, si compiace del fatto che, in conformità con la Carta[13] del Congresso, a partire dalla sua 15a sessione (maggio 2008), le delegazioni dell’insieme degli Stati membri abbiano rispettato le disposizioni relative alla partecipazione di almeno il 30% di membri del sesso sottorappresentato e ribadisce la propria determinazione a proseguire su tale strada. Incoraggia l’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa a dare un seguito favorevole alla Proposta di risoluzione, presentata da alcuni dei suoi membri nel giugno 2008,[14] volta a garantire una rappresentanza equilibrata di uomini e di donne in ogni delegazione nazionale.

4. Inoltre, preso atto che il Consiglio d’Europa ha ora spianato la strada, definendo certi concetti, quali l’uguaglianza democratica, e sviluppando varie strategie, il Congresso esprime soddisfazione per le iniziative adottate all’interno dell’amministrazione del Consiglio d’Europa a favore della parità e incoraggia la Commissione per le pari opportunità tra uomo e donna[15] a proseguire gli sforzi per garantire una rappresentanza più equilibrata dei funzionari dei due sessi a tutti i livelli della gerarchia dell’Organizzazione (e in particolare per raggiungere l’obiettivo del 40% negli incarichi più elevati).[16]

5. D’altro canto, il Congresso ritiene che spetti in primo luogo ai governi garantire la promozione delle pari opportunità tra le donne e gli uomini, ma è altresì convinto che i soggetti pubblici a ogni livello di governo siano ugualmente responsabili e debbano contribuire a difendere e a realizzare tale parità, nonché partecipare al processo di evoluzione sociale e culturale che essa richiede.

6. A tale scopo, raccomanda agli Stati membri di intensificare la capacità delle autorità nazionali, regionali e locali di predisporre politiche finalizzate alla parità di genere, in particolare attraverso:

-     legislazioni che obblighino le autorità a tutti i livelli a prendere in considerazione la dimensione di genere in tutte le loro attività, valutandone l’impatto e pubblicando i risultati (indici di parità);

-     aiuti, ivi compresi dei sostegni finanziari, che consentano ai comuni e alle regioni di instaurare un approccio integrato della parità uomo/donna (gender mainstreaming) nei loro servizi, se del caso grazie a programmi specifici,[17] con l’obiettivo di contribuire a creare una società basata sulla parità di genere sostenibile, grazie a una giusta ripartizione dei poteri, delle risorse e dei servizi di pari valore tra le donne e gli uomini;

-     incentivi per incoraggiare le donne a impegnarsi e a mantenere il loro impegno nella vita politica e ad accedere a incarichi di responsabilità, e provvedimenti destinati a facilitare la loro candidatura alle elezioni (introducendo quote nelle liste elettorali e vigilando sulla loro applicazione, e sviluppando altri tipi di azioni positive).

-     l’analisi da parte degli organi competenti della presenza nei media di candidate alle elezioni e il finanziamento di campagne di sensibilizzazione per incoraggiare l’elezione di candidati di sesso femminile;

-     la parità a ogni livello dell’amministrazione, con messaggi chiari contro le discriminazioni e lo stanziamento di risorse per sviluppare strumenti specifici e promuovere la formazione: presa in considerazione del rispetto della parità nella carriera dei dipendenti pubblici, formazione dei funzionari incaricati della preparazione dei bilanci alle tecniche di integrazione di una prospettiva di genere in tutte le fasi dell’elaborazione del bilancio (gender budgeting).[18]

7. Invita inoltre la Banca di sviluppo del Consiglio d’Europa a tenere conto dei bisogni specifici delle donne e degli uomini nei progetti che finanzia e del loro impatto differenziato secondo il sesso.

8. Il Congresso plaude infine alle attività realizzate dal Comitato direttivo per l’uguaglianza tra donne e uomini (CDEG) ed esprime particolare soddisfazione per la sua volontà di colmare il fossato ancora esistente tra l’uguaglianza di diritto e l’uguaglianza di fatto attraverso misure positive e l’approccio integrato della parità, nonché per le sue attività finalizzate a combattere gli stereotipi, grazie all’educazione e ai media, e invita i ministri che si riuniranno a Baku dal 24 al 25 maggio 2010 a prendere in considerazione il livello locale e regionale nell’affrontare questi temi.



[1] R : Camera delle Regioni / L : Camera dei poteri locali
GILD : Gruppo indipendente e Liberaldemocratico del Congresso
PPE/CD : Gruppo Partito Popolare Europeo –Cristiandemocratici del Congresso
SOC : Gruppo socialista del Congresso
NI : Membro non appartenente ad alcun partito politico del Congresso 

[2] Bozza preliminare di risoluzione e bozza preliminare di raccomandazione approvate dalla Commissione della coesione sociale il 12 ottobre 2009.

Membri della Commissione:

Valerio Prignachi (Presidente), E. Haider (Vice-presidente), V. Rogov (Vice-presidente), M. Aliev, S. Altobello, A. Antosova, S. Barnes, B. Belin, S. Berger (sostituta: G. Neff), S. Bohatyrchuk-Kryvko, J.-M. Bourjac, S. Casey, M. Castro Almeida, A. Clemente Olivert, L. Chunaeva, A. Colucci, I. Dragunkina, J. Eugster‑Van Bergeijk, P. Filippou, M. Gerasymenko, S. Geirsson, M. Gojkovic (sostituta: D. Davidovic), I. Henttonen, U. Hiller, G. Horvath, T. Karol, M. Khan, W. Krochmal, I. Kuret, F. Lastra Valdes, B.‑M. Lövgren, D. Lloyd‑Williams, E. Maurer, A. Mimenov, D. Ronga, R. Ropero Mancera, E. Simonetti (sostituta: P. Muratore), J. Smyla, C. Tascon‑Mennetrier, G. Thum, R. Tirle, A Toader, E. Van Vaerenbergh, F. Wagner, J. Warmisham, P. Wies, C. Yusifov.

N.B. : I nomi dei membri che hanno partecipato al voto sono indicati in corsivo.

Segretariato della Commissione: D. Rios e M. Grimmeissen

[3] 1040a riunione del 5 novembre 2008.

[4] Carta del Congresso dei poteri locali e regionali (2 maggio 2007), articolo 2, paragrafo 2d.

[6] Vedi nota a pié di pagina 2.

[7] Asia: 18,3 %; Africa subsahariana: 18%.

[8] Finlandia, Paesi Bassi, Svezia.

[9] Germania, Belgio, Danimarca, Spagna  « ex-Repubblica jugoslava di Macedonia», Islanda, Norvegia.

[10] Unione interparlamentare (www.ipu.org): conclusioni del Rapporto sull’impatto dei sistemi elettorali sulla rappresentanza delle donne in politica. Commissione europea per la democrazia attraverso il diritto (Commissione di Venezia). Giugno 2009.

[11] Rendere effettiva la parità di genere. Dichiarazione del Comitato dei Ministri, Madrid, 12 maggio 2009.

[12] Raccomandazione 148(2004) sull’approccio integrato in materia di uguaglianza tra donne e uomini a livello locale e regionale: una strategia per promuovere le pari opportunità tra i sessi nelle città e nelle regioni.

[13] Carta del Congresso dei poteri locali e regionali (2 maggio 2007), articolo 2, paragrafo 2d.

[14] Proposta di risoluzione presentata dall’On. Err e numerosi suoi colleghi: almeno il 30 % di rappresentanti di ciascun sesso all’interno delle delegazioni nazionali dell’Assemblea: un nuovo imperativo (Doc. 11664 del  25.6.2008).

[15] Costituita nel marzo 2004 dal Segretario generale del Consiglio d’Europa.

[16] Articoli 3 e 13 dello Statuto del personale (non discriminazione), Articolo 22 dell’Allegato II dello Statuto del personale (pari opportunità).

[17] Sull’esempio del Programma per una parità di genere sostenibile promosso dall’Associazione svedese dei poteri locali e regionali (SALAR).

[18]Vedi Consiglio d’Europa. Direzione generale diritti umani e affari giuridici. Bilanci in una prospettiva di genere: per un’applicazione pratica. Manuale. Aprile 2009.