Raccomandazione 41 (1998)1 sulle nuove prospettive della politica di assetto territoriale della grande Europa

Il Congresso,

1. Ricordando i testi più importanti adottati in materia di assetto territoriale nell'ambito del Consiglio d'Europa e segnatamente:

- la Carta europea dell'assetto territoriale, elaborata dalla Conferenza europea dei Ministri responsabili
dell'assetto territoriale (CEMAT) e adottata nel 1984;

- lo Schema europeo di assetto territoriale presentato alla CEMAT nel 1988;

- la Raccomandazione 7 (1994) del CPLRE sulle prospettive dell'assetto territoriale nella nuova Europa;

- la Risoluzione 257 (1994) del CPLRE sulla pianificazione integrata e lo sviluppo locale;

- la Raccomandazione 1272 (1995) dell'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa relativa a uno schema europeo globale di assetto territoriale;

2. Ricordando inoltre i :

2.1. Risultati della "Conferena paneuropea sul ruolo delle regioni nell'assetto territoriale europeo", contenuti nella "Dichiarazione finale di Poznan" del 5 aprile 1997 qui allegata, che costituisce parte integrante della presente Raccomandazione;

3. Considerando :

3.1. che i paesi membri dell'Unione europea stanno attualmente dotandosi di un quadro di riferimento in questo campo, che sarà costituito da uno Schema per lo Sviluppo dello Spazio comunitario (SSSC);

3.2. che lo Schema europeo di assetto territoriale richiede di essere attualizzato ed esteso a tutti i 40 paesi membri del Consiglio d'Europa, soprattutto ai nuovi paesi membri che sono alla ricerca di meccanismi e di strutture democratiche da mettere in atto in questo campo;

3.3. la necessità, sostenuta ugualmente dall'Assemblea parlamentare nella Raccomandazione 1272 (1995) di elaborare, nell'ambito del Consiglio d'Europa, uno Schema europeo globale di assetto territoriale che possa applicarsi all'insieme dei suoi paesi membri e aprire nuove prospettive per le politiche di assetto territoriale a livello regionale, nazionale ed europeo e in modo più generale per la coesione territoriale dell'insieme dello spazio europeo;

3.4. la necessità di mantenere in tutti i territori dei servizi pubblici efficaci ed accessibili a tutti, che costituiscono un elemento essenziale della coesione territoriale;

4. Constatando:

4.1. da un lato, l'attuale tendenza verso un'eccessiva concentrazione di attività e di popolazioni nelle regioni urbane centrali, aggravata dalla debolezza, o perfino dall'assenza di politiche volontaristiche di assetto territoriale in un momento di crisi economica e, dall'altro lato, la necessità di valorizzare le potenzialità di sviluppo offerte dalle regioni periferiche;

4.2. che la politica di assetto territoriale non solo rafforza uno sviluppo sostenibile dello spazio, rispettoso dell'ambiente, ma rappresenta inoltre uno strumento sociale di lotta contro le disuguaglianze tra le regioni europee e contro l'attuale aggravarsi della disoccupazione in parecchie regioni;

4.3. che è necessario consentire alle popolazioni di adattarsi ai mutamenti strutturali causati dai cambiamenti economici, il che richiede un controllo più efficace da parte dei pubblici poteri delle incidenze della mondializzazione e della liberalizzazione dell'economia sul loro territorio, ricercando il buon equilibrio tra il mercato libero e la pianificazione territoriale;

4.4. che la promozione della coesione economica e sociale tra regioni richiede che vengano stabiliti a livello europeo degli obiettivi di lungo periodo intesi a realizzare delle condizioni di esistenza accettabili per i cittadini nei luoghi dove vivono, al fine di non aggravare i problemi dei grandi agglomerati urbani e delle loro periferie, causati dalle migrazioni verso le città, e neppure quelli delle zone rurali, minacciate dallo spopolamento;

4.5. che il riconoscimento e il rafforzamento delle competenze e delle responsabilità dei poteri locali e regionali nell'attuazione delle politiche di assetto territoriale sono basati sul principio di sussidiarietà che è ormai riconosciuto in modo unanime;

4.6. che il livello locale e quello regionale rappresentano i livelli più idonei per realizzare una politica di assetto territoriale e di pianificazione regionale che poggi su salde basi democratiche;

4.7. che gli Stati devono pertanto istituire degli enti regionali democraticamente eletti sia in modo diretto, che indiretto, dotati delle competenze necessarie in materia e di risorse finanziarie proprie e prevedere una perequazione delle risorse;

4.8. che gli enti locali e regionali devono utilizzare le tecniche atte a promuovere le prospettive territoriali, la pianificazione regionale e lo sviluppo sostenibile integrato e condurre un'attività sistematica per individuare i punti di forza e le vocazioni delle regioni, e definire delle strategie appropriate per lo sviluppo territoriale;

5. Sottolineando:

5.1. la necessità di sviluppare la consultazione e la partecipazione attiva per l'assetto territoriale e i relativi organi di rappresentanza democratica dei poteri locali e regionali, dei gruppi interessati e dei cittadini;

5.2. che l'evoluzione del concetto di frontiera e la necessità di prendere in esame gli enti territoriali in funzione della loro omogeneità economica e sociale suggerisce un'utilizzazione più intensa della cooperazione transfrontaliera ed interregionale come mezzo indispensabile per il coordinamento e l'armonizzazione delle politiche di assetto territoriale in Europa;

6. Esprime il proprio compiacimento:

6.1. per l'intesa raggiunta tra la CEMAT, da un lato, e l'Assemblea parlamentare e il Congresso dall'altro, circa il ruolo e la partecipazione degli organi elettivi alla definizione delle politiche di assetto territoriale e la loro partecipazione attiva ai lavori condotti in seno agli organi governativi competenti del Consiglio d'Europa;

6.2. per la proposta di riunire una Conferenza europea dei responsabili regionali incaricati dell'assetto territoriale che contribuisca a definire delle politiche in materia a livello nazionale ed europeo;

7. Raccomanda alla Conferenza europea dei Ministri responsabili dell'assetto territoriale:

7.1. di sostenere l'elaborazione dello Schema paneuropeo dell'assetto territoriale proposto dall'Assemblea parlamentare, che tenga conto delle regioni dei nuovi paesi membri del Consiglio d'Europa, integri e sviluppi la portata dello Schema di sviluppo dello spazio comunitario e si prefigga l'obiettivo finale della coesione territoriale;

7.2. di far partecipare efficacemente le regioni e gli enti locali, per il tramite del Congresso, all'elaborazione dei principi direttivi di assetto sostenibile e globale della Grande Europa, organizzando un Foro nel 1999, in collaborazione con l'Assemblea parlamentare e il CPLRE, sui temi della 12a riunione della CEMAT che si svolgerà ad Hannover nel 2000;

7.3. di promuovere l'istituzione di una rete paneuropea di trasporti atta a consentire agli enti locali e regionali della Grande Europa, compresi quelli periferici, di sviluppare le loro attività, considerando che l'esistenza di una tale rete è una condizione essenziale per lo sviluppo equilibrato e la coesione territoriale della nuova Europa;

7.4. di sostenere, tramite la proposta di un programma speciale nel quadro del titolo IX del bilancio del Consiglio d'Europa, l'organizzazione di corsi di formazione e di scambi di specialisti per migliorare la formazione dei responsabili dell'assetto e dei decisori, tenendo conto che, in certi paesi dell'Europa centrale ed orientale, l'assetto territoriale sta solo iniziando adesso fare i primi passi;

8. Raccomanda al Comitato dei Ministri:

8.1. di integrare il Comitato degli Alti Funzionari della CEMAT nel sistema dei Comitati Direttivi del Consiglio d'Europa, incaricandolo di proseguire un programma di lavoro e, in modo particolare:

8.2. di predisporre un programma di assistenza ai paesi dell'Europa centrale ed orientale in materia di assetto territoriale, in collaborazione con la CEMAT e il Congresso e coordinandolo con la messa in atto dell'iniziativa comunitaria INTERREG II C e dei programmi PHARE e TACIS della Commissione europea, permettendo un reale trasferimento di know-how in materia, che possa essere utile ugualmente ai poteri locali e regionali;

8.3. di fare in modo che il programma comprenda degli scambi di know-how e di esperienze, grazie anche ai partenariati tra città, regioni e ministeri nazionali, a vantaggio dei paesi dell'Europa centrale ed orientale che lo richiederanno;

9. Rivolto alle istituzioni dell'Unione europea, raccomanda in particolare:

9.1. alla Commissione europea di intensificare la cooperazione con la CEMAT e il Congresso, soprattutto per quanto riguarda la dimensione paneuropea dello Schema di sviluppo dello spazio comunitario;

9.2. al Parlamento europeo di intensificare la cooperazione con l'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa per l'elaborazione dello SSSC e dello Schema paneuropeo dell'assetto territoriale;

10. Raccomanda ai Governi degli Stati membri del Consiglio d'Europa:

10.1. di promuovere lo sviluppo della cooperazione transfrontaliera ed interregionale sostenendo la creazione di commissioni intergovernative nelle quali siano rappresentate le regioni;

10.2. di istituire delle strutture regionali democratiche dotate dei poteri necessari in materia di sviluppo e di assetto territoriale o di rafforzarle laddove esistono.

CONFERENZA PANEUROPEA SULL'ASSETTO TERRITORIALE
Poznan, 3-5 aprile 1997

DICHIARAZIONE FINALE ADOTTATA ALL'UNANIMITA' il 5 aprile 1997

1. La Conferenza paneuropea sul ruolo delle regioni nell'assetto territoriale europeo, organizzata dal 3 al 5 aprile 1997 a Poznan (Polonia) dal Congresso dei Poteri locali e regionali d'Europa (CPLRE), dall'Associazione delle città polacche e dalla città di Poznan, ha riunito i rappresentanti degli enti locali e regionali d'Europa ed altri organi amministrativi e governativi;

2. I partecipanti hanno sottolineato la necessità di disporre di una visione politica globale che garantisca una regolazione dell'economia nella prospettiva della coesione economica, ecologica, sociale e territoriale; hanno in questo ambito affermato l'importanza dell'assetto territoriale per lo sviluppo equilibrato e sostenibile dell'insieme dei 40 paesi membri del Consiglio d'Europa, nonché per la cooperazione europea a livello locale, regionale e nazionale;

3. Hanno rammentato i testi rilevanti recentemente adottati nell'ambito del Consiglio d'Europa:

- da parte dell'Assemblea parlamentare: la Raccomandazione 1272 (1995) sullo schema globale europeo di assetto territoriale;

- da parte del CPLRE: la Raccomandazione 7 (1994) e la Risoluzione 9 (1994) sulle prospettive dell'assetto territoriale nella nuova Europa;

Hanno sottolineato l'importanza che rappresenta in questo campo l'esistenza :

- della Carta europea sull'assetto territoriale elaborata dalla CEMAT ed adottata nel 1984 dal Comitato dei Ministri del Consiglio d'Europa, quale Raccomandazione ai Governi membri e

- lo Schema europeo dell'assetto territoriale presentato alla CEMAT nel 1988, documento di riferimento di primissimo ordine per orientare l'assetto del territorio a livello regionale, nazionale ed europeo;

5. Hanno constatato che il dibattito sull'assetto territoriale europeo si è sviluppato rapidamente questi ultimi anni, soprattutto nel quadro dell'Unione europea, i cui membri stanno attualmente preparando un quadro di riferimento in materia, che avrà la forma di uno Schema per lo sviluppo dello spazio comunitario (SSSC);

6. Hanno notato con rammarico l'insufficiente controllo esercitato dai poteri politici sugli effetti sul territorio della mondializzazione e della liberalizzazione dell'economia; data la rilevanza di detti effetti, hanno chiesto, per analogia a quanto avviene nel campo ambientale, che vengano effettuati degli studi ex ante di impatto territoriale delle grandi politiche europee e nazionali e delle valutazioni ex post di tali politiche rispetto all'obiettivo generale che è quello della coesione sociale e territoriale;

7. Hanno notato la proposta dell'Assemblea parlamentare di elaborare in seno al Consiglio d'Europa uno Schema europeo globale di assetto territoriale che comprenda l'insieme dei suoi paesi membri ed apra quindi nuove prospettive e dimensioni per le politiche di assetto del territorio regionale, nazionale ed europeo;

8. Insistono sul fatto che qualsiasi politica nazionale ed europea di assetto territoriale dovrebbe basarsi sui principi definiti nella Carta europea dell'assetto territoriale del Consiglio d'Europa e che dovrebbe essere applicata ugualmente a livello locale e regionale. La definizione delle politiche settoriali e l'applicazione della Carta a livello delle politiche specifiche dovrebbe seguire le Raccomandazioni adottate dai vari organi del Consiglio d'Europa, cosi' come sono raccolte nello Schema europeo di assetto territoriale;

9. Vista l'importanza di detto documento di riferimento, soprattutto per i nuovi paesi membri del Consiglio d'Europa che sono alla ricerca di meccanismi e di strutture democratiche da attuare in questo campo, chiedono che venga aggiornato ed esteso all'insieme dei 40 paesi membri del Consiglio d'Europa;

10. Ritenendo che l'assetto territoriale puo' venir considerato non solo uno strumento di lotta contro i divari tra regioni europee, ma puo' ugualmente contribuire alla lotta contro l'attuale aggravarsi della disoccupazione;

11. Si dichiarano convinti del fatto che per condurre una politica efficace di assetto territoriale, gli Stati devono dotarsi di regioni che dispongano delle necessarie competenze in materia, il che presuppone la creazione di enti regionali eletti democraticamente e di meccanismi di perequazione delle risorse;

12. Convinti che il riconoscimento delle responsabilità dei poteri locali e regionali nella messa in atto delle politiche di assetto territoriale debba basarsi sul principio di sussidiarietà che è ormai riconosciuto in modo unanime;

13. Sottolineano l'importanza della prospettiva territoriale che implica l'individuazione dei potenziali e delle vocazioni delle regioni e la definizione di strategie idonee di sviluppo del territorio; tutto cio' presuppone l'apprendimento, da parte dei poteri locali e regionali, di tecniche atte a promuovere le prospettive territoriali, la pianificazione regionale e lo sviluppo sostenibile integrato;

14. Considerano che una strategia europea di assetto territoriale debba tener conto dei vantaggi che derivano da uno sviluppo più equilibrato del continente europeo, attraverso un miglior controllo dei problemi posti da una concentrazione eccessiva di attività e di popolazioni nelle regioni centrali, nonché una valorizzazione dei potenziali di sviluppo offerti dalle regioni periferiche;

15. Sottolineano la necessità di sviluppare la consultazione e la partecipazione attiva a favore dell'assetto territoriale e la relativa rappresentanza democratica dei poteri locali, dei cittadini, dei proprietari fondiari e di altri gruppi interessati, e rammentano che il livello locale e quello regionale, che sono i più vicini al cittadino, rappresentano sia i livelli più idonei per promuovere una politica democratica di assetto territoriale, che i livelli nei quali si puo' maggiormente realizzare un coerente coordinamento tra lo sviluppo territoriale che coinvolge i cittadini e la pianificazione regionale;

16. Sottolineano che la cooperazione transfrontaliera ed interregionale rappresenta uno strumento indispensabile per il coordinamento e l'armonizzazione delle politiche di assetto del territorio in Europa;

17. Ponendo in risalto il fatto che è indispensabile preparare il futuro dell'Europa e consentire alle popolazioni di adattarsi ai mutamenti strutturali causati dai cambiamenti intervenuti nell'economia mondiale, i partecipanti intendono ribadire che la promozione della coesione economica e sociale tra regioni richiede una definizione a livello europeo degli obiettivi sul lungo periodo basati su una politica volontaristica di convergenza dei valori europei e su un progetto comune, in grado di controllare gli effetti del processo di mondializzazione sulle condizioni di esistenza dei cittadini, nei luoghi dove vivono.
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I partecipanti:

18. Propongono ai capi di Stato e di Governo dei paesi membri del Consiglio d'Europa che si riuniranno nell'ottobre di quest'anno di rilanciare l'azione dell'Organizzazione, conformemente agli obiettivi dello Statuto del Consiglio, prefiggendosi come scopo la coesione sociale e territoriale della Grande Europa; in tal contesto, sottolineano i legami esistenti tra il principio di coesione territoriale e l'uguaglianza tra i cittadini che sono al centro dei grandi principi fondatori del Consiglio d'Europa; in tale prospettiva, si impone un rilancio del dialogo politico mediante l'organizzazione di Colloqui politici tra la Conferenza europea dei Ministri responsabili dell'assetto territoriale e gli eletti rappresentanti l'Assemblea parlamentare e il Congresso dei poteri locali e regionali d'Europa, al fine di:

- elaborare uno Schema paneuropeo dell'assetto territoriale che tenga conto delle regioni dei nuovi paesi membri del Consiglio d'Europa e che possa costituire un elemento da integrare nello Schema per lo sviluppo dello spazio comunitario;

- consentire alle regioni e agli enti locali di partecipare efficacemente all'elaborazione dei principi direttivi di assetto sostenibile e globale della Grande Europa;

19. Sottolineano la necessità di creare una rete paneuropea di comunicazioni e di trasporti rapidi e propongono che venga organizzata una Conferenza in un paese dell'Europa centrale ed orientale su tali temi, per consentire agli enti locali e regionali della Grande Europa, compresi quelli della periferia, di render note le loro proposte alle istituzioni nazionali ed europee e in particolar modo alla Conferenza europea dei Ministri responsabili dei trasporti (CEMT);

20. Sottolineano la necessità di presentare le esigenze della coesione nazionale alle autorità incaricate della pianificazione dei trasporti, ugualmente a livello europeo, e chiedono a tal fine che si possa finalmente instaurare una cooperazione tra la CEMAT e la CEMT, da un lato, e che, dall'altro lato, la CEMT inviti il Congresso dei poteri locali e regionali d'Europa a farsi rappresentare alle sue riunioni;

21. Considerando che in certi paesi dell'Europa centrale ed orientale l'assetto territoriale è ancora ai primi passi ed urge organizzare dei corsi di formazione e degli scambi di specialisti per migliorare la formazione dei responsabili dell'assetto e dei decisori interessati;

22. Si riferiscono ugualmente alle Raccomandazioni del Capitolo Assetto territoriale dell'Agenda 21 delle Nazioni Unite, che raccomandano uno sviluppo sostenibile dello spazio, rispettoso dell'ambiente e che tenga conto della dimensione sociale;

23. In tale prospettiva, propongono al Consiglio d'Europa:

- di predisporre un programma di assistenza ai paesi dell'Europa centrale ed orientale in materia di assetto territoriale, in collaborazione con la CEMAT e il Congresso e coordinandolo con la messa in atto dell'iniziativa comunitaria INTERREG II C della Commissione europea, permettendo un reale trasferimento di know-how in materia, che possa essere utile ugualmente ai poteri locali e regionali;

- di promuovere degli scambi di know-how e di esperienze, grazie anche ai partenariati tra città, regioni e ministeri nazionali, a vantaggio dei paesi dell'Europa centrale ed orientale che lo richiederanno;

- di esaminare le esigenze e la possibilità di creazione di un centro europeo di formazione in materia di assetto territoriale, che possa diventare un laboratorio di ricerca e di formazione degli eletti e del personale;

- di esaminare la possibilità di creare un"Osservatorio sulla coesione sociale e territoriale in Europa";

- di intensificare la cooperazione con le istituzioni dell'Unione europea a tutti i livelli e in particolare il Comitato dei Ministri, la Commissione, il Parlamento europeo, il Comitato delle Regioni e il Comitato Economico e Sociale;

24. Raccomandano ai governi nazionali e alle autorità locali e regionali di utilizzare gli strumenti giuridici di cooperazione quali la Convenzione-quadro per la cooperazione transfrontaliera tra collettività e autorità territoriali e il suo Protocollo addizionale, i modelli di accordo sulla creazione di commissioni bilaterali transfrontaliere sull'assetto territoriale a livello nazionale e regionale, nonché il programma di assistenza tecnica in materia di cooperazione transfrontaliera predisposto dal Consiglio d'Europa per i paesi dell'Europa centrale ed orientale;

25. Invitano i governi a promuovere lo sviluppo della cooperazione transfrontaliera ed interregionale sostenendo la creazione di commissioni che verranno incaricate di detta cooperazione;

26. Invitano i paesi che non l'avessero ancora fatto, soprattutto quelli dell'Europa centrale ed orientale, ad istituire delle strutture regionali democratiche dotate dei poteri necessari in materia di sviluppo e di assetto territoriale;

27. Affermano solennemente che l'intesa tra i popoli e la pace sociale possono esistere in maniera durevole unicamente in un contesto di tolleranza e di giustizia sociale direttamente collegato ad uno sviluppo equilibrato ed equamente ripartito tra le regioni europee.

1 Discussa e adottata dal Congresso il 27 maggio 1998, seconda seduta (ved. doc. CG (5) 9, progetto di Raccomandazione presentato dai Sig.ri Kieres e Savy, Relatori).