15a SESSIONE PLENARIA
Strasburgo, 27 - 29 maggio 2008

Migliorare l’integrazione degli immigrati attraverso le politiche abitative locali

Risoluzione 270 (2008) [1]

1. L’inclusione sociale nel contesto urbano, realizzata tramite l’accesso all’abitazione e le pratiche locali di buona convivenza, rappresenta uno dei fattori essenziali per favorire l’integrazione;

2. La qualità e la natura dell’abitazione costituiscono di conseguenza un elemento determinante per l’integrazione, poiché incidono non solo sul benessere degli immigrati, ma anche sulle loro relazioni intercomunitarie e sulle loro possibilità di avere accesso a risorse e servizi locali (mercato del lavoro, istruzione, cure mediche, ecc.);

3. In considerazione dell’importanza dell’abitazione e della reale influenza che può avere in questo settore il buon governo locale, la rete CLIP (Città per le politiche di integrazione locale), di cui il Congresso è un membro fondatore, ha quindi scelto di esaminare prioritariamente tale questione;

4. Convinto che l’effettiva attuazione delle politiche di integrazione spetti sempre maggiormente agli enti locali, e che sia pertanto essenziale scambiare esperienze in materia di applicazione di misure efficaci in questo settore, il Congresso dei poteri locali e regionali sostiene senza riserve le conclusioni della rete CLIP relative alle condizioni abitative degli immigrati e invita le autorità locali degli Stati membri del Consiglio d’Europa a:

a. elaborare politiche di integrazione locale sul lungo periodo, coordinate a livello centrale e risolutamente incentrate su un approccio integrato e globale delle problematiche abitative;

b. accertarsi che siano disponibili informazioni affidabili, complete e aggiornate, creando delle unità di specialisti all’interno degli Uffici statistica locali, il cui compito, in cooperazione con ONG, chiese, gruppi locali di ricerca e volontari potrebbe essere quello di:

i.       elaborare degli indicatori, da analizzare in seguito in modo sistematico, destinati a valutare la qualità delle abitazioni occupate dagli immigrati, le possibilità di questi ultimi di avere accesso all’abitazione e la loro ripartizione all’interno dello spazio urbano;

ii.       raccogliere dati sulla dinamica dei movimenti migratori all’interno della città, grazie alle informazioni sulla mobilità, procedendo a una suddivisione precisa del territorio (per quartiere o strada, e non solo per circoscrizioni) per ottenere informazioni più complete e affidabili;

iii.      integrare il monitoraggio delle condizioni abitative nella dimensione generale del controllo della qualità della vita degli immigrati nella loro comunità locale;

c. migliorare l’offerta di alloggi sociali a prezzi modici e l’accesso a tali abitazioni, definendo le condizioni e le regole di accesso (reddito massimo familiare, tempi di attesa, membri della famiglia che richiedono cure particolari), stabilendo una graduatoria per le assegnazioni e delle disposizioni che permettano delle assegnazioni urgenti, accorciando i tempi di attesa;

d.  garantire agli immigrati un equo accesso alle associazioni e cooperative edilizie per l’alloggio:

i.       mettendo a disposizione di tali associazioni dei suoli comunali in cambio di affitti controllati e di una quota di appartamenti che il comune concederà direttamente in locazione;

ii.       coordinando l’offerta di alloggi per gli immigrati tra le cooperative edilizie per l’alloggio;

e. informare gli immigrati sulle possibilità di alloggio, controllando le eventuali derive e gli episodi di discriminazione:

i.       creando dei centri di informazione di facile accesso e a sportello unico per fornire consulenze ai cittadini sul mercato locale dell’alloggio, sui problemi finanziari e giuridici (per esempio, pagamento dell’affitto, indicizzazione degli affitti, rischi di estorsione, debiti legati al pagamento del canone di affitto, termini legali per la disdetta dei contratti di affitto) e aiutarli in caso di conflitti interculturali;

ii.       distribuendo documenti informativi in varie lingue, in collaborazione con consulenti volontari o associazioni di immigrati dello stesso gruppo linguistico;

iii.      istituendo un Ufficio conviviale, con ambiente rassicurante e di facile accesso, destinato a raccogliere le lagnanze e a controllare sistematicamente i casi di discriminazione nei confronti degli immigrati sul mercato dell’alloggio;

iv.      esaminando con attenzione e abolendo le regole o le pratiche ufficiose delle associazioni per l’alloggio, degli organismi per l’alloggio sociale, del mercato privato degli affitti, ecc., che possano provocare, direttamente o indirettamente, delle discriminazioni nei confronti degli immigrati;

f. impedire lo sfruttamento degli immigrati da parte di proprietari privati e il sovraffollamento degli alloggi che vengono loro affittati:

i.       facendo pressione sui governi nazionali, affinché conferiscano agli enti locali maggiori poteri in materia di approvazione delle condizioni di affitto (sistema di licenze), in particolare per gli alloggi occupati da più persone;

ii.       lavorando in partnership con altri organismi abilitati a intervenire in tali immobili, scambiando informazioni sulle case le cui condizioni di affitto sono inaccettabili e adottando provvedimenti comuni per porvi rimedio;

g. potenziare le possibilità per gli immigrati di accedere agli alloggi privati in locazione a prezzi abbordabili, mediante partenariati innovativi pubblici-privati:

i.       svolgendo il ruolo di finanziatori, affittando delle abitazioni private a prezzi inferiori al mercato e    assegnando in locazione tali alloggi agli immigrati a canoni ridotti;

ii.       fornendo terreni comunali a prezzi inferiori al mercato a imprenditori o imprese edili private, a condizione che si impegnino a proporre in locazione a canone ridotto una parte degli appartamenti costruiti a gruppi target;

iii.      fungendo da mediatori tra gli inquilini di origine immigrata e i proprietari (locali) per la stipula dei contratti di affitto;


h. promuovere l’accesso all’abitazione in proprietà da parte degli immigrati:

i.       accordando sussidi o sgravi fiscali alle famiglie a basso reddito (ivi comprese le famiglie di immigrati) per la costruzione, l’acquisto o la ristrutturazione di una casa;

ii.       fornendo direttamente terreni comunali a prezzi agevolati a famiglie a basso reddito, per aiutarle a costruire la loro casa, oppure a promotori immobiliari privati, che si impegnino a vendere una parte degli alloggi a prezzi inferiori a quelli del mercato per dei gruppi definiti;

i. adottando una strategia di interventi “morbidi” di rinnovo urbano, che prendano in considerazione i bisogni sociali, economici e culturali e consentano agli abitanti di essere consultati e di influire sul processo di pianificazione urbana e sulla sua attuazione;

j. favorire il mix sociale dei quartieri, e prevenire o ridurre la segregazione, mediante:

i.       una ripartizione degli alloggi sociali su tutto il territorio della città, per evitare una concentrazione geografica dei cittadini a basso reddito in genere, e degli immigrati in particolare;

ii.       l’assegnazione di una quota di alloggi sociali destinati agli immigrati, offrendo eventualmente la possibilità alle persone con reddito medio di avere accesso agli alloggi sociali;

5. Il Congresso incarica la propria commissione della coesione sociale di continuare le attività intraprese in collaborazione con la rete CLIP e chiede al Comitato delle Regioni di proseguire le sue validissime attività sull’integrazione degli immigrati e l’alloggio, condotte dalla sua commissione Politica economica e sociale (ECOS).



[1] Discussa e approvata dalla Camera dei poteri locali il 28 maggio 2008 e adottata dal Congresso il 29 maggio 2008, 3° seduta (vedi doc. CPL(15)5RES, progetto di raccomandazione presentata da E. Maurer, Svizzera (L, SOC), relatore).