Camera delle regioni

18ª SESSIONE

CPR(18)3
22 gennaio 2010

Lingue minoritarie – un vantaggio per lo sviluppo regionale

Commissione Cultura e Educazione

Relatori: Karl-Heinz LAMBERTZ, Belgio (R, SOC[1]) e
Farid MUKHAMETSHIN, Federazione russa (R, GILD)

A. Progetto di Risoluzione. 2

B. Progetto di Raccomandazione. 3

Sintesi

Le lingue regionali e minoritarie d’Europa costituiscono una preziosa risorsa ancora poco sfruttata per favorire lo sviluppo delle regioni europee.

Le minoranze linguistiche svolgono un ruolo rilevante nella promozione degli scambi economici, in particolare nel settore delle industrie culturali e spesso sono gli attori chiave dello sviluppo della cooperazione transfrontaliera. Le regioni che promuovono le lingue minoritarie presenti sul loro territorio traggono vantaggi in termini di crescita economica.

Le collettività locali e regionali che incoraggiano l’uso delle lingue regionali e minoritarie nell’insegnamento e nel settore pubblico e applicano maggiormente le disposizioni della Carta europea delle lingue regionali o minoritarie possono garantire alle loro regioni un forte vantaggio competitivo.


A. PROGETTO DI rISOLUZIONE[2]

1. Le minoranze linguistiche rappresentano un vantaggio per lo sviluppo economico e culturale di una regione. Il loro enorme potenziale, spesso trascurato, se adeguatamente valorizzato e sfruttato, contribuisce a stimolare le attività culturali ed economiche e a migliorare notevolmente la prosperità della regione.

2. La maggior parte dei locutori di lingue regionali o minoritarie è multilingue. Numerosi studi hanno  dimostrato che le persone plurilingui ottengono risultati superiori rispetto ai loro omologhi monolingui. Ciò è dovuto sia alle loro elevate capacità cognitive, stimolate dall’apprendimento di più lingue, che al fatto che le conoscenze linguistiche sono sempre più ricercate in numerosi settori.

3. Numerose comunità di minoranza linguistica vivono nelle regioni frontaliere europee e spesso sono la chiave dello sviluppo della cooperazione transfrontaliera, elemento importante dell’integrazione europea. Le regioni che hanno favorito l’utilizzo delle lingue minoritarie sul loro territorio ne hanno tratto vantaggi sul piano della crescita, sia per se stesse, che per le regioni limitrofe.

4. Occorre che le regioni europee riconoscano il valore aggiunto rappresentato dalle lingue regionali o minoritarie, in considerazione del contributo significativo che possono fornire al turismo culturale e alle attività legate al patrimonio culturale.

5. La lingua è una componente essenziale dell’identità culturale. È parte integrante della memoria collettiva della popolazione e del continuo processo mediante il quale sono trasmesse complesse identità culturali. Quando la lingua delle minoranze linguistiche è pienamente riconosciuta e può essere utilizzata nella sfera pubblica e non soltanto in quella privata, tali minoranze acquisiscono una maggiore fiducia in sé, con conseguenti effetti positivi sull’attività economica e sulla creatività culturale.

6. La Convenzione quadro del Consiglio d’Europa per la protezione delle minoranze nazionali e la Carta europea delle lingue regionali o minoritarie sono strumenti estremamente utili per proteggere e sostenere le minoranze europee e meriterebbero di essere maggiormente conosciute e applicate in modo più sistematico.

7. La vitalità delle sue lingue è un indicatore fondamentale dello sviluppo culturale di una regione e del suo dinamismo. È un segno di maturità democratica accordare alle lingue di tutti i gruppi minoritari uno status, un riconoscimento e un sostegno appropriato.

8. In considerazione di quanto precede, il Congresso invita i poteri locali e regionali a:

a. accertarsi che le regioni dispongano di politiche linguistiche atte a garantire una tutela e una promozione adeguata delle lingue autoctone presenti sul loro territorio;

b. incoraggiare un maggiore utilizzo delle lingue regionali o minoritarie nell’ambito dell’insegnamento, dell’amministrazione, dei media e dell’economia;

c. incoraggiare la padronanza delle lingue regionali o minoritarie per i funzionari del settore pubblico;

d. stanziare finanziamenti adeguati, atti a garantire l’offerta di un insegnamento delle lingue regionali o minoritarie fin dalla scuola elementare;

e. sostenere la creazione di scuole bilingui, nelle quali l’insegnamento nella lingua nazionale è abbinato a lezioni impartite in una lingua regionale o minoritaria;

f. promuovere le lingue regionali o minoritarie grazie a una vasta gamma di attività culturali, quali spettacoli teatrali, mostre, festival letterari e concorsi canori;

g. incoraggiare e promuovere gli accordi transfrontalieri riguardanti l’insegnamento delle lingue e gli scambi educativi, al fine di sviluppare la cooperazione economica transfrontaliera.

B. PROGETTO DI RACCOMANDAZIONE[3]

1. Le lingue regionali o minoritarie non sono un lusso inutile: oltre ad essere parte integrante del ricco patrimonio culturale europeo, possono svolgere un ruolo determinante nel favorire l’integrazione e la prosperità economica nello spazio della Grande Europa.

2. Per sfruttare appieno il potenziale economico rappresentato da tali lingue, occorre che i governi si accertino che esse siano adeguatamente sostenute e che il loro uso sia incoraggiato in tutti i settori della società. È al riguardo opportuno che i rappresentanti delle lingue regionali o minoritarie siano pienamente associati allo sviluppo economico della loro regione a ogni livello, nell’interesse di tutti.

3. Il Consiglio d’Europa dispone di eccellenti strumenti giuridici per la tutela e la promozione delle minoranze linguistiche in Europa. Meritano di essere meglio conosciuti ed applicati in maniera più sistematica.

4. Il Congresso,

a. consapevole del fatto che il valore economico e culturale delle lingue regionali o minoritarie d’Europa è ancora scarsamente riconosciuto e che i governi degli Stati membri accordano troppa poca attenzione alle lingue regionali o minoritarie;

b. considerando i lavori del Comitato di esperti della Carta europea delle lingue regionali o minoritarie;

c. considerando la Raccomandazione del Comitato dei Ministri CM/Rec(2008)7 sull’uso del quadro comune europeo di riferimento per le lingue (CEFR) del Consiglio d’Europa e sulla promozione del plurilinguismo;

d. considerando che le esperienze dimostrano che la promozione delle lingue regionali o minoritarie può stimolare notevolmente l’economia di una regione;

e. considerando la Raccomandazione dell’Assemblea parlamentare (1998) sulla diversificazione linguistica;

f. considerando la Raccomandazione dell’Assemblea parlamentare 1740 (2006) sul ruolo della lingua materna nell’insegnamento scolastico;


5. Invita il Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa a:

a. riconoscere che le minoranze linguistiche rappresentano un notevole vantaggio economico e culturale;

b. riconoscere l’interesse economico della promozione delle lingue regionali o minoritarie e prenderlo in considerazione nell’elaborazione delle loro politiche economiche;

c. riconoscere il ruolo svolto dalle minoranze linguistiche nella cooperazione transfrontaliera e associarle pienamente ai progetti transfrontalieri e alla loro pianificazione;

d. riconoscere che le lingue delle comunità immigrate rappresentano un vantaggio importante per stabilire relazioni culturali ed economiche con i paesi di origine.

6. Il Congresso invita il Comitato dei Ministri a chiedere agli Stati membri di:

a. adottare delle misure destinate a fermare il declino delle lingue regionali e minoritarie e garantire che tutti i bambini abbiano la possibilità di imparare tali lingue a scuola, fin dalla più giovane età;

b. incoraggiare e sostenere l’offerta di un insegnamento delle lingue regionali o minoritarie nell’ambito dell’educazione degli adulti e dell’educazione continua;

c. incoraggiare e promuovere l’uso delle lingue regionali o minoritarie nell’ambito dell”industria culturale e del turismo culturale;

d. promuovere l’istruzione nella loro lingua madre per tutti i gruppi minoritari, ivi compresi gli immigrati;

e. istituire dei consigli per la promozione delle lingue, al fine di promuovere la diversificazione linguistica e lo sviluppo dell’uso delle lingue regionali o minoritarie nelle regioni.

f. firmare e ratificare, qualora non lo avessero ancora fatto, la Convenzione quadro per la protezione delle minoranze nazionali e la Carta europea delle lingue regionali o minoritarie.



[1] R : Camera delle Regioni / L : Camera dei poteri locali
GILD : Gruppo indipendente e Liberaldemocratico del Congresso
PPE/CD : Gruppo Partito Popolare Europeo –Cristiandemocratici del Congresso
SOC : Gruppo socialista del Congresso
NI : Membro non appartenente ad alcun partito politico del Congresso 

[2] Progetto preliminare di risoluzione e progetto preliminare di raccomandazione approvati dalla Commissione Cultura ed Educazione della Camera delle regioni il 15 ottobre 2009.

Membri della Commissione:

KH. Lambertz (Presidente), V. Moreira (Vice-presidente), R. Aliyev, L. Andrysiak, M. Aygün, I. Babicova, E. Campbell-Clark, E. Costello, M. Da Luz Rosihna, G. Dalleres Codina, D. Davidovic, J. Demeter, B. Kristo, B. Machaczek-Stuth (sostituto: G.Krug), P. Manzini, G. Marmo, M. Miallot Muller, F. MukhametshinV. Nersysian*, O. Olavsen, V. Oluiko, B. Petrisch, C. Raimbert*, G. Reljic*, G. Rink, V. Simelis, I. Tzaki, P. Zambakhidze.

NB: I nomi dei membri che hanno partecipato al voto sono indicati in corsivo.

Segretariato della Commissione: A. Bartling e T. Lisney

[3] Vedi nota a piè di pagina 2