19a SESSIONE

CG(19)13
12 ottobre 2010

Le città costiere di fronte alle minacce del mare

Commissione dello sviluppo sostenibile

Relatore: Iñigo DE LA SERNA HERNAIZ, Spagna (L, PPE/DC[1])

A. Progetto di risoluzione. 2

B. Progetto di raccomandazione. 4

Sintesi

L’innalzamento del livello del mare, l’aggravarsi delle inondazioni costiere, la crescente intensità delle onde di tempesta e il moltiplicarsi di eventi estremi figurano tra le conseguenze più drammatiche del riscaldamento climatico.

Queste minacce provenienti dal mare rappresentano un rischio diretto per il benessere delle persone e per i loro beni e, in modo più generale, per il litorale marittimo e per le città costiere, che sono aree particolarmente sensibili. Sono una chiarissima illustrazione di come il cambiamento climatico possa avere ripercussioni negative, direttamente o indirettamente, su un certo numero di diritti fondamentali.

Gli enti territoriali costituiscono gli attori essenziali per la prevenzione dei rischi e l’adattamento dei territori. L’entità degli sconvolgimenti annunciati li obbliga a cercare di anticipare e di ridurre maggiormente la vulnerabilità dei loro territori. Occorre una nuova cultura del rischio e nuove prassi di governance.

La ricerca di soluzioni per limitare i rischi del litorale è un obiettivo di interesse generale. Impone di tutelare gli individui dalle minacce prevedibili e in particolare dall’aumento dei rischi che incombono su certe regioni. Riveste pertanto un interesse politico, ma è anche una questione di etica e di responsabilità morale.


A. Progetto di risoluzione[2]

1. L’Europa possiede uno dei litorali più estesi del mondo, esposto all’influenza della maggior parte dei tipi di clima e alle conseguenze dei cambiamenti climatici. Le zone costiere svolgono importanti funzioni ecologiche, sociali ed economiche, e il loro ruolo è essenziale per la prosperità di numerosi paesi europei. Sono tuttavia risorse particolarmente vulnerabili, sottoposte a una costante pressione dovuta alla loro forte densità demografica e all’importante concentrazione di attività socio-economiche.

 

2. Le città costiere devono affrontare minacce sempre più gravi, legate all’innalzamento del livello dei mari, ai fenomeni meteorologici estremi, all’evoluzione delle correnti marine, alle inondazioni costiere e all’aggravarsi dell’erosione costiera. Hanno ormai acquisito la consapevolezza (talvolta attraverso esperienze dolorose) dell’importanza delle conseguenze e dei rischi di impatti potenziali sulle popolazioni, i beni, i mezzi di sussistenza, il patrimonio e l’ambiente.

3. Il cambiamento climatico continuerà ad esercitare pressioni sempre più importanti sulle città costiere, per cui è necessario un nuovo approccio per affrontare le minacce prevedibili. Tale situazione nella sua essenza costituisce una sfida indissociabile dalle problematiche legate alla governance e alla gestione urbana.

4. Gli enti territoriali devono agire in modo responsabile e in una prospettiva a lungo termine, prendendo pienamente in considerazione l’insieme dei rischi a cui sono esposti, sia quelli presenti, che quelli futuri. Devono pertanto anticipare e applicare delle misure risolute per ridurre la vulnerabilità delle zone urbane costiere.

5. Il Congresso dei poteri locali e regionali del Consiglio d’Europa ritiene che le autorità locali e regionali occupino un posto strategico per rafforzare la capacità di resilienza del loro territorio e delle popolazioni urbane. Si trovano infatti in una posizione ideale per predisporre e attuare misure di adattamento e per riunire le conoscenze sulla situazione delle zone litorali, associando gli attori locali e la popolazione.

6. Le misure per combattere il cambiamento climatico devono essere adottate mediante l’elaborazione di programmi di mitigazione, volti a ridurre le emissioni. Le misure di adattamento devono inoltre mirare a ridurre fortemente l’impatto rappresentato dalle minacce del mare, ma ciò richiede che le politiche di gestione del litorale si adattino all’evoluzione delle circostanze.

7. Il Congresso è fermamente convinto che l’adattamento dei territori costituisca un processo sociale, politico ed economico e non un semplice atto tecnico. Invita pertanto a un maggiore riconoscimento del ruolo essenziale svolto dagli enti territoriali per preparare il futuro delle nostre società e proteggere i gruppi socialmente vulnerabili.


8. D’altro canto, in considerazione del fatto che i costi sociali ed economici determinati dalla ricerca di risposte ai fenomeni meteorologici estremi e alle inondazioni sono spesso sostenuti dagli enti territoriali, è indispensabile che questi ultimi siano assistiti nella definizione e l’applicazione di strategie integrate di adattamento a tali fenomeni prevedibili.

9. Certe città e certe zone costiere hanno già affrontato fenomeni meteorologiciestremi, le cui conseguenze hanno chiaramente dimostrato come il cambiamento climatico possa incidere direttamente o indirettamente su un certo numero di diritti fondamentali. Di conseguenza, è opportuno tenere presenti gli aspetti etici e morali nella ricerca di soluzioni destinate a tutelare gli individui contro le minacce prevedibili, ivi compreso l’aumento dei rischi in certe zone.

10. Le autorità pubbliche hanno l’obbligo morale e legale di prendere provvedimenti preventivi e di individuare in maniera precisa quali sono le zone maggiormente esposte, integrando i rischi di ogni natura, compresi gli impatti potenziali del cambiamento climatico. È essenziale che vigilino sulla trasparenza di tale processo e sull’opportunità di stimolare una partecipazione adeguata dei cittadini, se vogliono limitare i drammi per le popolazioni.

11. Inoltre, il Congresso ritiene che la cooperazione, la diffusione delle competenze e gli scambi di esperienze svolgano un ruolo fondamentale nella ricerca e la messa in opera di soluzioni ottimali per fronteggiare le crescenti minacce del mare. 

12. Al riguardo, esprime soddisfazione per la campagna 2010-2011 «Città resilienti », lanciata dalla Strategia internazionale delle Nazioni Unite per la prevenzione delle catastrofi (ONU/SIPC), che affronta le questioni della governance locale e dei rischi urbani. Tale campagna mira a garantire al maggior numero possibile di enti locali una capacità di resilienza ottimale, rafforzando l’impegno politico a favore della riduzione dei rischi legati alle catastrofi e dell’adattamento al cambiamento climatico.

13. In considerazione di quanto precede, il Congresso dei poteri locali e regionali del Consiglio d’Europa invita gli enti locali e regionali, in particolare quelli situati lungo i litorali:

a. a fronteggiare con la massima urgenza l’erosione del loro litorale e i rischi accresciuti di innalzamento del livello del mare, di inondazioni e di tempeste e a prendere in considerazione tutta la portata di tali minacce prevedibili, che potrebbero ridisegnare il futuro del litorale dei paesi europei;

b. a fornire risposte a breve, medio e lungo termine, al fine di migliorare la capacità di resilienza delle città costiere, avendo cura:

i.              di mettere in atto, prioritariamente, delle azioni locali, destinate a valutare l’impatto potenziale del cambiamento climatico sulle zone costiere urbane e adattare di conseguenza le politiche settoriali;

ii.             di adottare politiche di pianificazione territoriale e una regolamentazione delle attività miranti a limitare, in particolare, la crescita urbana sui lungomare;

 

iii.            di istituire dei sistemi di allerta per le inondazioni ed effettuare valutazioni degli impatti potenziali e della vulnerabilità, al fine di limitare i rischi e di proteggere i cittadini e i loro beni;

c. a ridurre la vulnerabilità delle popolazioni e dei beni, associando gli abitanti e sostenendo l’educazione e la sensibilizzazione ai rischi;

d. a formare il personale delle amministrazioni locali e regionali e sensibilizzarlo sulle conseguenze del cambiamento climatico per le zone costiere, in vista di una migliore applicazione delle politiche locali di lotta contro il cambiamento climatico e di gestione delle catastrofi;

e. ad adottare le misure necessarie per effettuare una stima dei costi di adattamento, affinché possano essere presi in considerazione nelle future decisioni finanziarie e a studiare in modo più particolareggiato le possibilità di ricorrere a misure di finanziamento innovative per riuscire a realizzare tale adattamento;

f. a scambiare le esperienze, gli strumenti, le buone prassi e le misure di sensibilizzazione, attraverso reti di cooperazione tra le regioni e gli enti locali costieri, segnatamente per studiare le specificità del cambiamento climatico nelle città costiere;

g. ad aderire alla campagna « Città resilienti » della Strategia internazionale delle Nazioni Unite per la prevenzione delle catastrofi (ONU/SIPC) e ad adoperarsi per adottare le dieci misure essenziali proposte, al fine di prepararsi, ridurre i rischi e migliorare la resilienza delle loro città.

14. Infine, il Congresso dei poteri locali e regionali del Consiglio d’Europa invita il Comitato delle Regioni dell’Unione europea a proseguire i suoi lavori miranti a ottenere che il ruolo importante svolto dagli enti territoriali europei nell’attuazione delle misure di adattamento al cambiamento climatico, in particolare per quanto riguarda le città costiere, sia preso in considerazione nelle politiche e nei programmi dell’Unione europea.

B. Progetto di raccomandazione[3]

1. Le popolazioni del litorale europeo manifestano una crescente inquietudine per le minacce del mare: l’innalzamento del livello del mare, l’aggravarsi delle inondazioni costiere, la maggiore intensità delle tempeste e il moltiplicarsi di eventi estremi figurano tra le conseguenze più gravi del riscaldamento climatico e mettono in pericolo il benessere e il futuro delle popolazioni delle città costiere.

2. Numerosi paesi membri del Consiglio d’Europa si trovano fin da ora confrontati alle conseguenze dell’erosione della loro facciata marittima e ai crescenti rischi di inondazione che incidono direttamente e indirettamente sugli abitanti del litorale. Altre gravi minacce si pongono alle infrastrutture costiere, agli edifici e agli ecosistemi.

3. Il Congresso dei poteri locali e regionali del Consiglio d’Europa esprime viva preoccupazione per l’accelerazione del riscaldamento climatico e l’accresciuta gravità delle sue conseguenze. È convinto che la lotta contro tale fenomeno debba essere oggetto di maggiore attenzione da parte dei decisori politici e debba essere una priorità per tutti i livelli di governance.

4.  Le regioni costiere sono aree con forte densità di popolazione e svolgono un ruolo essenziale per la prosperità di numerosi paesi, visto il loro peso demografico e il volume delle loro attività socio-economiche. La concentrazione delle popolazioni nelle regioni del litorale è un fenomeno che non cessa di aumentare e che occorre prendere in considerazione nelle politiche di adattamento dei territori.

5. Il Congresso ritiene che le autorità locali e regionali abbiano un ruolo rilevante da svolgere nelle risposte da fornire alle sfide particolari poste alle aree del litorale. L’importanza degli sconvolgimenti annunciati obbliga a sviluppare una nuova cultura del rischio, accompagnata da nuove prassi di governance. Al riguardo, ricorda i suoi precedenti lavori sull’assetto del litorale[4] e sul rafforzamento delle capacità di adattamento degli enti territoriali[5].


6. La complessità del fenomeno e le sue numerose interazioni richiedono un approccio più strategico e l’associazione di diverse misure di adattamento, in funzione delle realtà di ogni regione. L’attuazione concreta di tali misure deve poggiare su un approccio interattivo e pluridisciplinare, che integri tutte le componenti del clima marittimo che contribuiscono a generare gli impatti e sia sostenuto da una vasta partecipazione di tutti i soggetti interessati.

7. Al riguardo, il Congresso tiene a ricordare i principi enunciati nella Carta europea dell’autonomia locale e nel suo Protocollo addizionale (STCE n° 207) sul diritto di partecipare agli affari delle collettività locali, che è stato aperto alla firma il 16 novembre 2009.

8. Una delle maggiori difficoltà delle autorità pubbliche è quella di ottenere una comprensione preliminare del problema e di mettere in opera politiche integrate e più coerenti in materia di assetto e di gestione del litorale. Infatti, sebbene alcune di tali politiche dipendano unicamente dalla sfera di competenza delle autorità nazionali, esse richiedono in realtà il reale coinvolgimento degli enti locali, per garantire una migliore coerenza d’azione complessiva tra i diversi settori e livelli di governo.  

9. Il Congresso constata inoltre che la duplice pressione demografica ed economica sulle zone costiere spesso conduce a un’assenza di decisioni, che inevitabilmente aggrava i rischi.

10. Il Congresso ricorda che gli Stati hanno il dovere di garantire che la legge sia strettamente rispettata e di farsi maggiormente carico dei costi finanziari delle misure di prevenzione, nonché di associare gli enti territoriali fin dall’elaborazione di qualsiasi strategia di prevenzione e di adattamento e di non lasciarli ad affrontare da soli le pressioni cui sono sottoposti.

11. Esprime inoltre soddisfazione per la risoluzione adottata in occasione della 12ª sessione ministeriale dell’Accordo europeo e mediterraneo sui rischi maggiori (EUR-OPA) intitolata « Valori etici e resilienza per affrontare le catastrofi», che riconosce « il valore di applicare i migliori principi etici per la riduzione dei rischi di catastrofe, migliorando la resilienza delle società».

12. Il Congresso raccomanda pertanto al Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa:

a. di invitare l’Accordo europeo e mediterraneo sui grandi rischi (EUR-OPA) a proseguire i suoi lavori, in vista dell’elaborazione di una bozza di carta etica sulla resilienza di fronte ai grandi rischi e di prendere pienamente atto del ruolo e dell’esperienza dei poteri locali e regionali in materia di prevenzione e di adattamento dei territori;

b. di integrare nelle priorità dell’Organizzazione lo studio dei rapporti tra i diritti umani e i cambiamenti climatici in Europa e di decidere di organizzare una conferenza, con l’obiettivo di esaminare la questione sotto diverse angolature (diritti umani e affari giuridici, ambiente, coesione sociale, ecc.), come raccomandato dal Comitato direttivo per i diritti dell’uomo (CDDH).

13. Il Congresso raccomanda al Comitato dei Ministri di incoraggiare gli Stati membri che non lo avessero ancora fatto a:

a. definire una politica nazionale di adattamento al cambiamento climatico, mirante a garantire la sicurezza delle  popolazioni e dei beni e comprendente, per i paesi situati lungo le coste, delle misure particolari per le zone costiere;

b. firmare e ratificare il protocollo addizionale alla Carta dell’autonomia locale sul diritto di partecipare agli affari delle collettività locali.


14. Il Congresso invita inoltre il Comitato dei Ministri a chiedere agli Stati membri:

a. di adottare, con la massima urgenza e con la collaborazione delle autorità locali e regionali, delle misure prioritarie per migliorare la capacità di resilienza delle zone urbane costiere, valutando, prima di intraprendere qualsiasi azione, l’impatto del cambiamento climatico su tutte le componenti del clima marittimo;

b. di elaborare strategie integrate e più coerenti di gestione del litorale e di adattamento dei territori, che siano all’altezza delle poste in gioco umane e materiali, e riconoscano maggiormente la dimensione locale e regionale, accertandosi di:

i.              fornire il loro sostegno istituzionale e finanziario agli enti territoriali per l’applicazione concreta delle suddette strategie;

ii.             integrare in tali politiche la nozione di rischio ragionevole, il principio di responsabilità e i valori morali ed etici derivanti dall’importanza delle minacce;

iii.            garantire la trasparenza del processo decisionale e la partecipazione di tutti gli attori, compresa la popolazione e i decisori privati per l’elaborazione di una visione a lungo termine condivisa e di soluzioni innovative di assetto territoriale;

c. di sostenere la ricerca sulla vulnerabilità e sulle tendenze climatiche marine, rendendo accessibili i risultati a livello locale e regionale e sviluppare la cooperazione internazionale e interregionale e gli scambi su tale tema.

15. Inoltre, il Congresso chiede all’Unione europea di prendere maggiormente in considerazione la dimensione locale e regionale nelle sue politiche di adattamento al cambiamento climatico e di favorire lo scambio di conoscenze e di buone prassi.

16. Infine, il Congresso invita l’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa a sostenere i suoi sforzi per ottenere un reale coinvolgimento dei poteri locali e regionali fin dall’elaborazione delle politiche, al fine di consentire una maggiore efficienza e coerenza di azione.



[1] L: Camera dei poteri locali/ R: Camera delle Regioni

 GILD: Gruppo indipendente e Liberaldemocratico del Congresso

 PPE/CD: Gruppo Partito Popolare Europeo –Cristiandemocratici del Congresso

 SOC: Gruppo socialista del Congresso

 NI: Membro non appartenente ad alcun partito politico del Congresso

[2] Bozza preliminare di risoluzione e bozza preliminare di raccomandazione approvate dalla Commissione dello Sviluppo sostenibile il 27 settembre 2010

Membri della Commissione:

G. Doganoglu (Presidente), V. Kadokhov (Vice-presidente), F. Cecchini (Vice-presidente), I. Linge (Vice-presidente), A. Mediratta (Vice-presidente), C. Abela Baldacchino (sostituto: F. Cutajar), A. Apostolov, R. Bayrak, L. Beauvais, W. Borsus, MA. Caronia (sostituta: G. Marmo), Z. Cholewinski, D. Cukur, I. De La Serna Hernaiz, L. Dellai, N. Dudov, M. Fügl, V. Gorodetskiy, E. Gurvits, H. Himmelsbach, P. Hugon, L. Iliescu (sostituto :M. Meres), S. James (sostituta: V. Churchman), P. Jansen, S. Kalev, J. Karnowski, I. Khalilov, M. Kichkovskyy, V. Klitschko, A. Kurti, sostituta : A. Langner, N. Lapauri, J. Mattei-Fazi, I. Milatic, S. Neeson (sostituta: J. McCartney), C. Nicolescu, G. Neff, JJ. Nygaard, R. Onderka, V. Petrovic, J. Petusik (sostituto: J. Hlinka), J. Pulido Valente, G. Roger, P. Rondelli, S. Savva, A. Ravins, P. Receveur, A. Stoilov (sostituta: D. Ruseva), E. Szucs, M. Tamilos (sostituta: P. Gazi), B. Toce, V. Tskhadaia (sostituta: G. Otinashvili), L. Vennesland, E. Villaroja Saldana, M. Yurevich (sostituto: V. Novikov).

N.B. I nomi dei membri che hanno partecipato al voto sono indicati in corsivo.

Segretariato della Commissione: M. Moras, N. Howson

[3] Vedi nota a piè di pagina 2

[4]Raccomandazione 160 (2005) su « L’assetto del litorale e le politiche locali e regionali in Europa»

[5] Raccomandazione 231 (2008) su « Cambiamenti climatici: rafforzare la capacità di adattamento dei poteri locali e regionali »