17ª SESSIONE PLENARIA

CG(17)8
22 luglio 2009

La sfida globale del cambiamento climatico: le risposte locali

Commissione dello sviluppo sostenibile

Relatore: Jens Jorgen NYGAARD, Danimarca (L, NI[1])

A. Progetto di Risoluzione. 2

B. Progetto di Raccomandazione. 2

Sintesi

Il cambiamento climatico è un fenomeno che rappresenta una delle più gravi sfide economiche, sociali e ambientali del nostro secolo.

La riunione delle Parti della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, che si terrà a Copenaghen nel dicembre 2009, riveste un’importanza fondamentale, poiché prevede la negoziazione di un nuovo accordo internazionale sul clima, destinato a sostituire il Protocollo di Kyoto, che scade nel 2012. 

Gli enti territoriali, consapevoli di tali sfide, hanno intrapreso numerose iniziative destinate a stabilizzare il clima e adattare i territori alle nuove condizioni climatiche.

Il Congresso vuole contribuire a ottenere il pieno riconoscimento del loro ruolo e il sostegno della loro azione da parte degli Stati, sostegno che considera necessario se si vogliono realizzare gli obiettivi nazionali di riduzione delle emissioni di gas a effetto serra. Ritiene che una buona rappresentatività degli enti territoriali in seno alle delegazioni nazionali consentirà di avere maggiore peso sull’esito delle negoziazioni e di raggiungere quindi un accordo ambizioso, all’altezza delle sfide poste dai cambiamenti climatici.

D’altro canto, in un momento in cui sono in gioco le sorti dell’intera umanità, il Congresso chiede alle Parti di integrare nelle loro negoziazioni la dimensione dei diritti umani, per consentire di fornire risposte sostenibili a questa sfida cruciale.


A. Progetto di Risoluzione[2]

1. L’intensificarsi del cambiamento climatico è oggi una realtà ineluttabile. Gli enti territoriali, pienamente consapevoli delle sfide globali e del loro impatto sui territori e sulla vita dei loro cittadini, hanno realizzato innovativi ed esemplari interventi in materia di lotta ai cambiamenti climatici e di adattamento dei territori alle loro conseguenze.

2. Il Congresso dei poteri locali e regionali del Consiglio d’Europa plaude a tali iniziative e ricorda al riguardo le proprie recenti attività sui cambiamenti climatici e sull’energia[3], nell’ambito delle quali ha affermato che gli enti territoriali svolgono un ruolo di primo piano nella ricerca di soluzioni atte a sorvegliare l’evoluzione del cambiamento climatico, evitando in tal modo che sfugga ad ogni controllo, e provochi danni ancora più gravi.

3. È grazie alle loro politiche pubbliche volontaristiche nel settore della mobilità e dei trasporti, dell’urbanistica e dello sviluppo territoriale, delle risorse energetiche e dell’alloggio che gli enti territoriali possono rispondere a questa duplice sfida: contribuire in modo significativo alla riduzione delle emissioni di gas a effetto serra e adattarsi alle nuove condizioni climatiche, limitando la vulnerabilità dei territori.

4. Convinto che il cambiamento climatico debba essere oggetto di politiche risolute e di un forte impegno dell’insieme degli enti territoriali e dei livelli di governo infra-nazionali, esorta ad adottare strategie integrate nel campo del risparmio energetico e dei cambiamenti climatici, nonché misure integrate di mitigazione che non siano inconciliabili tra di loro.

5. Crede inoltre al valore dell’esempio e ritiene che il livello locale e quello regionale siano i più appropriati per favorire la sensibilizzazione e la mobilitazione dei cittadini, in modo da ottenere un significativo cambiamento dei comportamenti e degli stili di vita.

6. Il Congresso plaude all’accresciuta sensibilità verso le politiche climatiche territoriali, alla mobilitazione degli enti locali e regionali europei in favore di uno sforzo globale di riduzione significativa delle emissioni e al loro impegno esemplare attraverso iniziative quali il Patto dei sindaci per l’energia, ma non nasconde le sue preoccupazioni circa il futuro di tali politiche in questo periodo di crisi finanziaria ed economica.

7. L’attuale crisi non deve occultare l’importanza della stabilità climatica, che è la sfida più importante del XXI° secolo, né tantomeno gli ingenti costi che deriverebbero dall’inerzia e dall’assenza di interventi. Tale crisi offre inoltre un’opportunità per il rilancio di misure più ecologiche. Nè si deve dimenticare che, se la flessione delle attività e la recessione economica fanno registrare un calo dei consumi energetici, costituiscono però anche un freno per gli investimenti, essenziali per affrontare le sfide dei cambiamenti climatici e per ridefinire modelli di produzione e di consumo più eco-compatibili.


8. Il Congresso invita pertanto gli amministratori locali e regionali a predisporre senza indugio delle misure di protezione del clima e di adattamento alle conseguenze, al fine di favorire un’economia con basse emissioni di CO2 e di conseguenza ridurre la dipendenza nei confronti dei combustibili fossili, creare nuovi posti di lavoro e nuovi settori di attività e produrre vantaggi sociali per i cittadini.

9. Entro il 2009 dovrebbe essere concluso, in occasione della Conferenza delle Nazioni Unite sul clima, prevista a Copenaghen nel dicembre 2009, un nuovo accordo mondiale sul clima, destinato a sostituire il Protocollo di Kyoto, che scade nel 2012. Il Congresso apprezza la forte mobilitazione degli enti locali e regionali per ottenere il riconoscimento del loro ruolo e del contributo fornito al conseguimento degli obiettivi del nuovo accordo e sostiene la proposta di preparare un messaggio autorevole e incisivo, da sottoporre all’attenzione dei governi partecipanti alle negoziazioni[4].

10. Il Congresso esprime soddisfazione per l’Appello lanciato in occasione del Vertice dei governi  locali sui cambiamenti climatici, organizzato a Copenaghen nel giugno 2009, per iniziativa dell’Associazione dei poteri locali danesi e in cooperazione con le associazioni e le reti di poteri locali e regionali europei e mondiali, per influire sulle negoziazioni internazionali in materia di cambiamenti climatici.

11. In considerazione degli elementi sopraccitati, il Congresso invita i poteri locali e regionali degli Stati membri e osservatori del Consiglio d’Europa:

a. a sollecitare i loro governi nazionali affinché, in occasione della Conferenza delle Parti della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (COP 15), che si svolgerà a Copenaghen nel dicembre 2009, siano riconosciuti il ruolo fondamentale degli enti territoriali nella lotta al cambiamento climatico e la rilevanza delle loro iniziative per la realizzazione a livello nazionale degli obiettivi di un nuovo accordo ambizioso sul clima;

b. a entrare a fare parte delle rispettive delegazioni nazionali, in modo da partecipare attivamente alla Conferenza mondiale sul clima di Copenaghen e agli incontri specifici dedicati agli enti territoriali;

c. a prendere in considerazione, nell’attuazione delle loro politiche climatiche, le recenti raccomandazioni del Congresso, derivanti dai suoi ultimi lavori sui cambiamenti climatici e  sull’energia[5] e ad accertarsi di:

i.          fare poggiare la loro strategia su due pilastri: una politica rafforzata di mitigazione, per ridurre le emissioni di gas a effetto serra, e una politica di adattamento, per anticipare i cambiamenti climatici e proteggere le persone e i beni dalle loro conseguenze negative;

ii.          collegare strettamente le politiche climatiche e quelle energetiche e verificare la coerenza dell’insieme delle politiche pubbliche settoriali;

iii.         fare emergere sia una dinamica territoriale, che l’impegno individuale dei cittadini, svolgendo il ruolo di animatori e coordinatori di un’impostazione partenariale a favore del clima;

iv.         garantire che sia proposta una formazione adeguata, per fronteggiare in maniera appropriata queste nuove sfide.

12. Il Congresso chiede alla propria Commissione dello sviluppo sostenibile:

a. di proseguire le attività sui vari aspetti delle questioni climatiche ed energetiche, ponendo un’attenzione  particolare alla gestione dei rischi naturali provocati dalle modificazioni climatiche e al problema dell’erosione del litorale delle città costiere in Europa, che dovranno far fronte a un probabile innalzamento del livello del mare;


b. di favorire, al riguardo, la cooperazione con l’omologa commissione presso il Comitato delle Regioni e gli scambi regolari con le associazioni nazionali e internazionali di poteri locali e regionali.

B. Progetto di Raccomandazione[6]

1. Il surriscaldamento del pianeta rappresenta una delle sfide più importanti del XXI° secolo. L’innegabile realtà dei cambiamenti climatici e la crescente gravità dei loro effetti richiedono una risposta urgente e globale da parte dell’insieme dei responsabili politici, oltre che sforzi individuali dei cittadini, per ottenere un cambiamento dei loro comportamenti e dei loro stili di vita.

2. Il Congresso dei poteri locali e regionali del Consiglio d’Europa ribadisce il suo costante impegno a favore dello sviluppo sostenibile e le proprie posizioni già espresse nel corso dei suoi recenti lavori relativi ai cambiamenti climatici[7], ponendo un accento particolare sulla convinzione che gli enti territoriali occupano una posizione centrale nella lotta ai cambiamenti climatici, sia sotto l’aspetto della mitigazione degli effetti, che dell’adattamento dei territori, e che il loro ruolo è strategico in termini di efficienza energetica.

3. Il Congresso teme che l’attuale crisi finanziaria ed economica possa essere utilizzata come pretesto per ridurre ancora maggiormente i mezzi necessari per condurre un’azione ambiziosa di lotta contro il surriscaldamento della terra. E` del parere che questa crisi possa, al contrario, rappresentare un’opportunità per gli Stati di impegnarsi in piani per il rilancio di politiche più ecologiche e in investimenti verdi, creatori di posti di lavoro.

4. La stabilizzazione del clima si dimostra fin da ora un’impresa più ardua del previsto. È per questo che rivestono un’importanza fondamentale le iniziative integrate per la riduzione delle emissioni dei gas a effetto serra e per l’adattamento, che saranno intraprese nel corso di questo decennio. Qualsiasi ritardo nella lotta al cambiamento climatico richiederà più tardi misure sempre più drastiche per capovolgere questa tendenza.

5. Il Congresso è convinto della possibilità di affrontare la sfida del cambiamento climatico, ma occorrono per questo politiche climatiche ed energetiche coordinate, nonché un’accresciuta coerenza delle politiche tra i vari livelli di governo. Ribadisce la pertinenza delle azioni a livello territoriale, che consentono non solo di promuovere iniziative innovative, ma anche di sensibilizzare i cittadini alla necessità di un cambiamento dei comportamenti.

6. Inoltre, il cambiamento climatico incide direttamente sulla vita umana e produce effetti che violano  un insieme di diritti fondamentali (diritto alla vita, a condizioni di vita decorose, alla sicurezza, all’alimentazione, all’abitazione, alla sanità, all’acqua…). Mentre in un primo tempo le discussioni si erano concentrate sugli effetti fisici e naturali dei cambiamenti climatici, occorre oggi misurarne le conseguenze sulle società umane.

7. Il Congresso ritiene che l’obiettivo dello sviluppo sostenibile sia diventato una sfida democratica, e che esista una reale interdipendenza tra i diritti umani e lo sviluppo sostenibile. Per questo, l’integrazione dei diritti umani in un accordo destinato a combattere il cambiamento climatico consentirebbe di fornire risposte più durevoli e sostenibili a questa sfida globale.

8. Ritiene inoltre che le politiche in materia di clima illustrino perfettamente la necessità di « pensare globalmente, agire localmente» ed esorta le Parti della Convenzione delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici ad associare pienamente gli enti territoriali alla "diplomazia climatica".


9. Il Congresso plaude agli sforzi compiuti dall’Unione europea in favore del clima e apprezza in particolare le sue iniziative volte a riconoscere il ruolo degli enti territoriali e a mobilitarli, quali ad esempio la « Convenzione dei sindaci », che riunisce enti locali impegnati nello sforzo di ottenere una riduzione significativa e quantificata delle emissioni e l’efficienza energetica sul loro territorio.

10. La Conferenza delle Parti della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (COP 15), che si svolgerà a Copenaghen nel dicembre 2009 dovrebbe portare all’adozione di un nuovo accordo internazionale ambizioso sul cambiamento climatico, che, dopo il 2012, subentrerà al Protocollo di Kyoto. Ci si augura che d’ora in poi i maggiori inquinatori del pianeta diano per primi il buon esempio.

11. Di conseguenza, il Congresso chiede al Comitato dei Ministri:

a. di partecipare al massimo livello, in qualità di osservatore presso la Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, alla Conferenza delle Nazioni Unite sul clima (COP 15), che si terrà a Copenaghen nel dicembre 2009 e di presentare in tale occasione un messaggio ambizioso  destinato a porre in risalto l’impatto negativo che i cambiamenti climatici esercitano sul rispetto dei diritti umani, nonché la necessità di coinvolgere gli enti territoriali nella "diplomazia climatica", e nella messa in opera a livello nazionale degli obiettivi di un nuovo accordo internazionale;

b. di integrare gli effetti del cambiamento climatico nelle attività intergovernative del Consiglio d’Europa, in particolare per quanto riguarda le tematiche inerenti le migrazioni, la coesione sociale, il diritto dei cittadini, la sanità e l’ambiente, e di invitare i comitati direttivi a esaminare i mezzi adeguati per trattare del cambiamento climatico nei loro rispettivi programmi di attività.

12. Il Congresso invita inoltre il Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa a chiedere agli Stati membri e osservatori:

a. di riconoscere che gli enti territoriali devono essere al centro di tutti gli sforzi intrapresi per combattere il cambiamento climatico, sia a livello della mitigazione degli effetti, che dell’adattamento dei territori;

b. di permettere agli enti territoriali di accedere direttamente al processo di negoziazione di un nuovo accordo climatico, in particolare includendo i loro rappresentanti nelle delegazioni nazionali e associandoli alle discussioni in occasione della Conferenza delle Parti sul cambiamento climatico, in quanto partner essenziali delle attività da intraprendere.

13. Il Congresso chiede inoltre al Comitato dei Ministri di invitare l’Unione europea a riconoscere maggiormente le attività di mitigazione e di adattamento condotte dagli enti locali nella lotta contro il cambiamento climatico, facilitando loro l’accesso ai finanziamenti e favorendo la messa in rete e lo scambio di esperienze.

14. Il Congresso invita l’Assemblea parlamentare del Consiglio d‘Europa a sostenere il riconoscimento del ruolo degli enti territoriali nel processo diplomatico sulle questioni climatiche e a proseguire gli sforzi affinché i parlamenti nazionali si adoperino in tal senso.

15. Il Congresso invita il Commissario per i diritti umani del Consiglio d’Europa a integrare la dimensione ambientale nella sua missione in favore della promozione del rispetto dei diritti dell’uomo.



[1] R : Camera delle Regioni / L : Camera dei poteri locali
GILD : Gruppo indipendente e Liberaldemocratico del Congresso
PPE/CD : Gruppo Partito Popolare Europeo –Cristiandemocratici del Congresso
SOC : Gruppo socialista del Congresso
NI : Membro non appartenente ad alcun partito politico del Congresso
 

[2] Progetto preliminare di risoluzione e progetto preliminare di raccomandazione approvati dalla Commissione dello sviluppo sostenibile il 2 marzo 2009

Membri della Commissione:

G. Doganoglu (Presidente), V. Kadokhov (Vice-presidente), F. Cecchini (Vice‑presidente), I. Linge (Vice-presidente), A. Mediratta (Vice-presidente), C. Abela Baldacchino, A. Apostolov, W. Borsus, MA. Caronia (sostituta: CP. Muratore), Z. Cholewinski (sostituto: A. Banaszak), L. Beauvais, I. De La Serna Hernaiz, L. Dellai (sostituta: MC. Spinosa), N. Dudov, I. Franzen, M. Fügl, V. Gorodetskiy (sostituto: K. Skomorokhin), E. Gurvits, H. Himmelsbach, P. Hugon, L. Iliescu, S. James, P. Jansen, S. Kalev, I. Khalilov (sostituta: S. Mansurova), D. Larese Filon, M. Kichkovskyy, A. King, V. Klitschko (sostituto: O. Luk'Ianchenko), A. Kurti, J. Mattei-Fazi, I. Milatic, L. Milicevic, K. Mutlu, S. Neeson, C. Nicolescu, G. Neff, JJ. Nygaard, R. Onderka, D. Petrosyan, V. Petrovic, J. Petusik (sostituto: J. Hlinka), CA. Pinto, G. Roger, P. Rondelli, U. Rozenbergs, S. Savva, B. Soguel (sostituto: P. Receveur), J. Stadelmann, A. Stoilov (sostituta: D. Ruseva), S. Svavarsdottir, E. Szucs, M. Tamilos, B. Toce, V. Tskhadaia, M.S. Uygur, L. Vennesland, E. Villaroja Saldana, M. Yurevich (sostituto: M. V. Novikov).

N.B. : I nomi dei membri che hanno partecipato al voto sono indicati in corsivo.

Segretariato della Commissione: M. Moras e J. Hunting

[3]Risoluzione 236 (2007) Cambiamenti climatici: interventi a livello locale e regionale

Risoluzione 248 (2008) Cambiamenti climatici: rafforzare la capacità di adattamento dei poteri locali e regionali

Risoluzione 262 (2008) Azione pubblica locale e regionale: per una nuova cultura dell’efficienza energetica

[4] La "Roadmap del clima", elaborata per iniziativa delle associazioni ICLEI – Governi locali per lo sviluppo sostenibile, CGLU – Città e governi locali uniti, Metropolis, C40 e il Consiglio mondiale dei sindaci, nonché la dichiarazione congiunta "Cambiamenti climatici, sfide globali – soluzioni locali" sottoscritta dal Consiglio dei comuni e delle regioni d’Europa e da Climate Alliance, Energie Cités e Eurocities, in occasione della Conferenza delle Nazioni Unite sul clima (COP14), svoltasi a Poznan (Polonia).

[5] Vedi nota a piè di pagina 3

[6] Vedi nota a piè di pagina 2

[7]Risoluzione 236 (2007) Cambiamenti climatici: interventi a livello locale e regionale

Risoluzione 248 (2008) Cambiamenti climatici: rafforzare la capacità di adattamento dei poteri locali e regionali

Risoluzione 262 (2008) Azione pubblica locale e regionale: per una nuova cultura dell’efficienza energetica