Raccomandazione 59 (1999)1 su Europa 2000 a partecipazione dei giovani: una gioventu' cittadina

Il Congresso,

Avendo preso conoscenza

1. Delle conclusioni della Conferenza "Europa 2000 -I giovani e le loro città : quale partecipazione? Politiche a confronto", che si è tenuta a Budapest dal 23 al 25 ottobre 1997, cui hanno preso parte eletti e amministratori dei comuni e delle regioni, rappresentanti di strutture locali di giovani e organizzazioni giovanili, membri dell'Assemblea parlamentare, rappresentanti del Comitato direttivo europeo incaricato della gioventù (CDEJ) e del Consiglio di Direzione del CEJ-FEJ (Centro europeo per la gioventù/Fondo europeo per la gioventù) del Consiglio d'Europa;

2. Della relazione di valutazione della messa in opera della Carta europea della partecipazione dei giovani alla vita comunale e regionale, a seguito della sua adozione nel 1992, con la Raccomandazione 237;

Ricorda

3. Le due Raccomandazioni del Comitato dei Ministri: (97) 3 sulla partecipazione dei giovani e sull'avvenire della società civile e (98) 6 sulle politiche per la gioventù del Consiglio d'Europa;

4. Le sue Risoluzioni 15 (1995) sulla "Democrazia locale: un progetto di cittadinanza", 40 (1996) su "Disoccupazione/occupazione: nuone attività e nuove professioni", 43 (1997) su "Aprire l'Europa a tutti i giovani: città e regioni in azione";

5. L'allegato B della Dichiarazione finale della 5a Conferenza dei Ministri europei incaricati della gioventù, segnatamente il paragrafo 1 "Partecipazione dei giovani e cittadinanza europea";

6. Che la partecipazione dei giovani alla società è un elemento basilare di qualsiasi politica della gioventù attuata al Consiglio d'Europa;

Constata

7. Che le qualità tradizionali e positive della gioventù (spontaneità, curiosità, entusiasmo, generosità, impegno) non sono scomparse mentre l'evoluzione della situazione economica e sociopolitica in Europa (il perdurare della disoccupazione, la precarietà delle condizioni di vita, il disinteresse per la politica, il moltiplicarsi di atti e di movimenti irresponsabili, il carattere elitario della costruzione europea, ecc.), rischia di rendere il suo avvenire più difficoltoso e problematico;

Ritiene

8. Che se purtroppo il rischio di violenza può diventare un sostituto puramente negativo della carenza di avvenire e di prospettive reali, i modelli autoritari del passato non possono più costituire una risposta adeguata ai problemi attuali;

9. Che seppure la formazione dei giovani e la loro educazione, in particolare l'educazione alla cittadinanza, siano fattori essenziali - nonché una responsabilità nel contempo individuale e collettiva -, non per questo detengono la chiave del futuro;

E' persuaso

10. Che le questioni sui "giovani" richiedano soprattutto e anzitutto, in priorità, l'attenzione e la mobilitazione generale della società e dei suoi rappresentanti, e portino ad una riflessione globale ma approfondita per poter decifrare le poste in gioco politiche del futuro e preparare la riconquista dello spazio politico minacciato dall'infiacchimento delle ideologie e dall'indebolimento dei partiti politici tradizionali;

11. Che il rinnovamento sociopolitico richieda necessariamente un nuovo patto intergenerazionale da un lato, e un patto istituzionale generale con la gioventù, dall'altro;

Sottolinea

12. Che la democratizzazione è uno obiettivo permanente e un processo continuo che parte dalla base, cioè dalle nuove autonomie locali - dalle circoscrizioni elettorali più piccole fino alle città e alle regioni -, come pure dalle nuove generazioni, in modo che l'Europa diventi anche e soprattutto un progetto politico della gioventù;

13. Che la partecipazione dei giovani alla vita politica, in particolare comunale e regionale, è una vera e propria "scuola della cittadinanza" e che la Carta della partecipazione dei giovani costituisce il contesto europeo in cui può venir sperimentata e messa in atto;

14. Che la creazione di nuove strutture di partecipazione dei giovani, in particolare Consigli comunali e regionali di giovani, e il rafforzamento delle strutture attuali, che puntano tutte sulla gestione di progetti locali e sull'apprendimento della cittadinanza, sono veri e propri veicoli e strumenti dell'impegno civico e politico dei giovani;

Dichiara

15. che il partenariato fra adulti e giovani costituisce un elemento indispensabile di qualsiasi politica della gioventù;

16. che la partecipazione dei giovani è un modo per fornire risposte pertinenti alle preoccupazioni e alle aspirazioni dei giovani stessi;

17. che la cittadinanza dei giovani è indispensabile per garantire l'avvenire delle nostre democrazie;

18. che la capacità dei giovani ad apportare nuove soluzioni ai problemi e alle situazioni cui essi sono confrontati, e che la loro partecipazione a tutti i livelli della società e la loro ricerca di nuove prospettive fan sì che debbano essere associati alle prese di decisione che li riguardano e rendono necessario il riconoscimento democratico della loro cittadinanza con pieno diritto.

Raccomanda

I. Alle autorità degli Stati membri del Consiglio d'Europa

19. di promuovere una vera autonomia individuale e sociale dei giovani e di garantir loro il riconoscimento dello statuto di cittadino che escluda ogni forma di discriminazione;

20. di agevolare l'educazione e la formazione alla partecipazione e alla cittadinanza dei giovani favorendo la creazione e lo sviluppo di strutture di partecipazione dei giovani che siano rappresentative, democratiche e pluralistiche, sia su scala locale e regionale, sia su scala europea, conformemente alle disposizioni della Raccomandazione (97) 3 del Comitato dei Ministri sulla partecipazione dei giovani e sull'avvenire della società civile;

21. di favorire la complementarità fra politiche della gioventù su scala nazionale e politiche della gioventù su scala locale e regionale;

22. di riconoscere l'importanza dell'educazione non formale dispensata dalle organizzazioni giovanili e da altri protagonisti;

23. grazie all'educazione non formale,

- di promuovere un clima propizio a una maggior partecipazione dei giovani alle prese di decisione;

- di favorire un dialogo fra i giovani e i pubblici poteri, a tutti i livelli, sulle questioni che li riguardano, quali: l'educazione, l'alloggio, l'ambiente, l'occupazione e la disoccupazione, la sanità, ecc.

24. di appoggiare programmi di formazione alla partecipazione, in particolare di concezione e di gestione dei progetti, per i responsabili delle organizzazioni giovanili e di gruppi di giovani, offrendo loro così la possibilità di svolgere un ruolo di demoltiplicatore presso i loro pari;

25. di incoraggiare e di sostenere la costituzione e lo sviluppo di consigli comunali e di parlamenti di giovani, in particolare tramite azioni di sensibilizzazione e di coordinamento sia presso autorità locali e regionali sia presso responsabili scolastici, responsabili di istituzioni educative e di formazione che da essi dipendono, nonché presso i partner non governativi (associazioni giovanili, circoli giovanili, ecc.);

26. di incoraggiare lo sviluppo di reti europee di strutture di partecipazione;

II. Alle organizzazioni giovanili e agli organi di partecipazione dei giovani

27. di prendere in considerazione le Conclusioni adottate al termine della Conferenza di Budapest su "La partecipazione dei giovani: una gioventù cittadina" e allegate alla presente Raccomandazione, in particolare:

- di organizzare un sistema di reti territoriali volto a garantire un collegamento strutturale permanente con un territorio nel suo complesso, con una città intesa globalmente e con uno spazio regionale delimitato;

- di creare strutture unitarie di partecipazione che tengano effettivamente conto delle varie componenti di un territorio e dei giovani che vi risiedono;

- di concretizzare la loro filosofia della partecipazione dei giovani applicandola nell'ambito di progetti territoriali o urbani per permettere ai giovani di partecipare a partire da una visione globale, complessiva, in vista di una maggior efficacia;

- di federarsi su una base regionale e nazionale per portare avanti, da un punto di vista concettuale e pratico, la partecipazione a livelli territoriali che non siano i comuni o raggruppamenti di comuni;

- di federarsi nell'ambito di associazioni europee per promuovere l'Europa dei giovani, l'europeizzazione e la partecipazione democratica.

III. Agli organi direttivi dei Centri Europei della Gioventù e del Fondo Europeo della Gioventù del Consiglio d'Europa

28. di fornire il loro sostegno finanziario a progetti avviati da organismi e da strutture di partecipazione di giovani alla vita comunale e regionale;

29. di aprire i tirocini di formazione dei CEJ di Strasburgo e di Budapest sull'ideazione e sulla gestione di progetti ai giovani responsabili delle strutture di partecipazione di giovani alla vita comunale e regionale;

IV. Al Comitato dei Ministri del Consiglio d'Europa

30. di portare avanti un progetto interdisciplinare sulla promozione dell'educazione alla cittadinanza che associ il Comitato Direttivo della Cultura, dell'Educazione e delle Attività sportive (CDCC), il Comitato Direttivo europeo responsabile della Gioventù (CDEJ), il Comitato Direttivo per la parità uomo-donna e il CPLRE.

1 Discussa e adottata dal Congresso il 17 giugno 1999, terza seduta (ved. Doc. CG (6) 7, progetto di Raccomandazione presentato dal Sig. R. Venturini, Relatore).