Risoluzione 134 (2002)1 sul diritto di voto individuale delle donne: un’esigenza democratica
Il Congresso,
1. Ricordando le attività del Congresso volte a promuovere la partecipazione delle donne nelle collettività locali e regionali, e in particolare la Relazione di Patrizia Dini, la Risoluzione 85 (1999) e la Raccomandazione 68 (1999) relative alla partecipazione delle donne alla vita politica nelle regioni europee ;
2. Prendendo in considerazione le conclusioni dei rapporti sulle missioni di osservazione delle elezioni, condotte dall’Assemblea parlamentare, dal Congresso dei Poteri Locali e Regionali e dall’OSCE nel corso degli ultimi anni, che hanno consentito di porre in evidenza l’esistenza della pratica del voto espresso dal capofamiglia a nome dei membri del suo nucleo familiare in una quindicina di paesi europei;
3. Ricordando che i gemellaggi e le partnership tra enti locali e regionali d’Europa possono ugualmente agevolare il ravvicinamento di donne provenienti da varie comunità per consentire loro di condividere le loro esperienze del processo elettorale e di impegnarsi in un’azione informale di sensibilizzazione ai diritti delle donne in quanto cittadini politici;
4. Sottolineando il ruolo delle autorità locali e regionali nel sostegno fornito alle iniziative locali finalizzate ad incoraggiare la partecipazione delle donne alla vita pubblica e politica;
5. Invita le autorità locali e regionali:
a. ad incoraggiare i gemellaggi e le partnership tra autorità locali e regionali degli Stati membri, in quanto mezzo, tra gli altri, di sostenere le migliori pratiche elettorali democratiche;
b. a sostenere e ad agevolare le attività delle organizzazioni non governative volte a promuovere l’educazione delle donne e l’esercizio dei loro diritti fondamentali, ivi compreso il diritto di voto a titolo individuale;
c. a promuovere la sensibilizzazione in materia di parità di diritti politici e civici delle donne e di incoraggiare le buone pratiche in materia di voto, attraverso i media scritti o audiovisivi, l’organizzazione di seminari o di campagne pubbliche. Tali programmi sono destinati a lottare contro gli atteggiamenti e le espressioni sessiste e prendono come modello le campagne di sensibilizzazione dei media elaborate dal Gruppo d’azione sulla parità dei sessi del Patto di Stabilità;
6. Invita l’Ufficio di presidenza del Congresso:
a. ad incoraggiare le attività di monitoraggio di tale attività, e segnatamente l’organizzazione di seminari al momento delle campagne di sensibilizzazione pre-elettorale, atti a consentire uno scambio di vedute con i rappresentanti delle commissioni elettorali, delle organizzazioni di promozione della democrazia, nonché delle organizzazioni femminili non governative;
b. ad accordare un’attenzione particolare, nel corso delle missioni di osservazione delle elezioni, alla pratica del voto espresso dal capofamiglia a nome dei membri del suo nucleo familiare e a ricordare il carattere inaccettabile di tale pratica in una democrazia;
c. ad aggiornare il proprio Manuale sull’osservazione delle elezioni e ad accordare un’attenzione particolare alla pratica del voto suggerito dal nucleo famigliare nel corso delle missioni di osservazione delle elezioni;
7. Invita le organizzazioni non governative:
a. a sviluppare le loro attività in quanto gruppi di pressione che operano a favore dell’uguaglianza nel processo politico, ponendo in particolar modo l’accento sull’uguaglianza dei diritti delle donne in materia di voto;
b. a promuovere, segnatamente presso le organizzazioni maschili, un’informazione sulla rilevanza della partecipazione delle donne nella vita pubblica e nelle elezioni;
c. ad avviare e/o sviluppare dei programmi di attività e di formazione volti ad informare le donne circa i loro diritti civili e politici, quali il programma di sviluppo della cittadinanza delle donne attive, attuato dal Gruppo d’azione sull’uguaglianza dei sessi (Gender Task Force) del Patto di Stabilità, che potrebbe, per esempio, servire da modello;
d. a partecipare all’osservazione delle elezioni negli enti locali per valutare l’importanza della partecipazione femminile al voto, e presentare una relazione alla Commissione elettorale che esponga le modalità della partecipazione femminile e indichi in qual misura le donne sono state libere di operare la loro scelta in segreto.
1 Discussa e adottata dal Congresso il 6 giugno 2002, 3a seduta (ved. doc. CG (9) 7, progetto di risoluzione presentato dalla Sig.ra Bunyan, relatore)