29ª SESSIONE

Strasburgo, 20-22 ottobre 2015

CG/2015(29)10PROV
16 ottobre 2015

Difendere i diritti dei bambini in tempi di austerità: le responsabilità degli enti locali e regionali

Commissione Questioni di attualità

Relatore:[1] Johan van den HOUT, Paesi Bassi (R, SOC)

Progetto di risoluzione                                                                                                                           2

Progetto di raccomandazione                                                                                                                4

Sintesi

Il rapporto esamina le ripercussioni sui diritti dei bambini provocate in Europa dalla crisi economica mondiale e dalle misure di austerità. Si concentra sui problemi più significativi riguardanti i bambini e le loro famiglie che devono essere affrontati dagli enti locali e regionali negli Stati membri del Consiglio d’Europa e considera come gli enti territoriali possono adempiere alla loro responsabilità di promuovere i diritti dell’infanzia anche in periodi di politiche di austerità imposte dai governi e di tagli ai finanziamenti per i servizi pubblici. Presenta un certo numero di studi di casi concreti che pongono in risalto alcune iniziative intraprese a livello locale e regionale che hanno contribuito a salvaguardare i diritti dell’infanzia durante la crisi economica e le misure di austerità.

Il rapporto raccomanda agli enti locali e regionali di adottare tutte le misure legislative o amministrative che rientrano nell’ambito delle loro competenze al fine di garantire che l’approccio ai diritti dei minori sia istituzionalizzato e integrato nell’esercizio di tutte le loro funzioni, di erogare servizi a favore dell’infanzia e di tutelare i bambini in situazioni di maggiore vulnerabilità, affrontando al contempo gli effetti negativi della povertà infantile. Propone agli enti locali e regionali di procedere a una valutazione dell’impatto della crisi sui diritti dell’infanzia e di stanziare in bilancio una quota destinata all’infanzia, di attuare un approccio sistematico alla raccolta e alla diffusione di dati completi e omogenei, offrire corsi di formazione sui diritti dell’infanzia e impegnarsi a fianco della società civile su tale questione. Li sollecita infine a garantire che siano messe a disposizione dei minori adeguate vie di ricorso, predisponendo canali di comunicazione tra i minori o i loro rappresentanti e i decisori politici.


PROGETTO DI RISOLUZIONE[2]

1. La prolungata crisi economica e le conseguenti misure di austerità hanno avuto impatti significativi in numerosi Stati membri nel settore delle politiche pubbliche e delle misure assistenziali, in particolare sui programmi sociali che riguardano i bambini e le loro famiglie, quali i sussidi, l’istruzione, i servizi sociali, l’alloggio e l’assistenza sanitaria.

2. I bambini sono stati i primi a soffrire della situazione, poiché i sistemi di protezione sociale sono stati penalizzati dai tagli introdotti in nome dell’austerità. I diritti dell’infanzia sono troppo spesso trascurati, dal momento che i governi, a ogni livello, danno la priorità all’obiettivo della riduzione della spesa, rispetto a quello dell’erogazione e della qualità dei servizi. Le misure di austerità hanno ridotto la capacità degli enti locali e regionali di realizzare programmi assistenziali e servizi essenziali, indebolendo i servizi finalizzati a soddisfare i bisogni dei bambini o a tutelarli contro lo sfruttamento o l’abuso.

3. I bambini più poveri subiscono in misura sproporzionata le conseguenze delle misure di austerità. L’incidenza della povertà infantile in Europa è aumentata durante la crisi economica. Questa penosa situazione è ulteriormente aggravata dal fatto che i servizi pubblici indispensabili per alleviare le conseguenze della povertà sul benessere dei bambini sono stati ridimensionati in numerosi Stati europei.

4. È particolarmente preoccupante constatare che i servizi pubblici essenziali per tutelare lo sviluppo dei bambini sul piano fisico, intellettuale e sociale sono stati messi a rischio (istruzione, sanità). È in aumento il lavoro minorile e sono diminuite le disposizioni relative alla protezione dei minori in età lavorativa. Sono minacciati di chiusura i servizi pubblici specializzati nella tutela dei minori. Ne consegue che i bambini corrono maggiori rischi di diventare vittime di sfruttamento o di abusi. Sono state indebolite le strutture che favoriscono la partecipazione dei bambini e difendono e promuovono i loro diritti. Di conseguenza, i minori hanno attualmente meno possibilità di contribuire ai processi decisionali che riguardano la loro vita o di contestare decisioni contrarie ai loro interessi. Tutti questi fattori costituiscono una minaccia per i diritti dell’infanzia e delineano un quadro complessivamente inquietante della situazione dei diritti dell’infanzia in Europa.

5. I diritti umani devono proteggere gli individui maggiormente esposti al rischio di subire discriminazioni, di essere esclusi, o semplicemente dimenticati nei periodi di crisi economica. È increscioso constatare che sfortunatamente i servizi di assistenza all’infanzia sembrano essere tra i bersagli più facili delle misure di austerità e dei tagli di bilancio e che di conseguenza sono compromessi i diritti dell’infanzia. Questo è un aspetto estremamente preoccupante. I bambini, in quanto gruppo sociale, sono vulnerabili alle violazioni dei loro diritti fondamentali. La situazione è ancora peggiore per numerosi bambini che vivono in condizioni di più grave vulnerabilità. Si deve constatare con rammarico che non è stato fatto abbastanza in Europa per proteggere i bambini dalle politiche regressive e dai tagli ai servizi che ledono i diritti e le garanzie di cui dovrebbero legittimamente godere.

6. L’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa (APCE), che ha esaminato gli effetti delle misure di austerità nelle sue Risoluzioni 1884 (2012) e 1886 (2012), ha affermato che queste rappresentano un pericolo per la democrazia e per i diritti sociali e ha sottolineato la necessità, in periodi di austerità, di mantenere soprattutto i servizi per le popolazioni vulnerabili. Il Commissario per i diritti umani del Consiglio d’Europa, nel suo rapporto “Issue Paper” (2013)2 intitolato “Tutelare i diritti umani in tempi di crisi economica”, ha attirato l’attenzione sulla povertà infantile in quanto problema destinato probabilmente ad avere effetti a lungo termine, poiché l’Europa corre il rischio di creare una “generazione perduta” di giovani disillusi, con gravi conseguenze potenziali per la solidarietà intergenerazionale, la coesione sociale e la stabilità politica a lungo termine.

7. Il Congresso dei poteri locali e regionali del Consiglio d’Europa riconosce che spetta agli enti territoriali un ruolo chiave in materia di diritti dell’infanzia. Sono infatti di loro competenza numerose aree della programmazione e delle politiche pubbliche, che hanno un’incidenza, diretta o indiretta, sulla vita dei bambini o delle loro famiglie.

8. Convinto che gli enti locali e regionali occupano un posto fondamentale per garantire la difesa e la promozione dei diritti dell’infanzia in tempi di crisi economica e di misure di austerità, grazie alla loro capacità di intraprendere azioni risolute, in particolare per quanto riguarda le decisioni relative ai programmi e alle politiche e ai servizi essenziali, il Congresso esorta gli enti locali e regionali degli Stati membri del Consiglio d’Europa ad adottare ogni misura legislativa (ove appropriato) o amministrativa, nell’ambito delle loro competenze, al fine di:

a. definire un approccio integrato per la programmazione e l’erogazione dei servizi a favore dell’infanzia, garantendo che siano messe in atto misure positive per incorporare tale approccio nelle decisioni prese nell’esercizio di tutte le loro funzioni;

b. erogare servizi adatti ai bambini, accertandosi che siano in grado di tenere conto delle loro esigenze e di rispondervi fin dal processo di pianificazione;

c. individuare i bambini a rischio di discriminazione o di esclusione, utilizzando indicatori e strumenti di valutazione adeguati e dare la priorità alle azioni finalizzate ad attenuare l’impatto della discriminazione strutturale, garantendo lo stanziamento in bilancio di quote adeguate, cooperando strettamente con le organizzazioni della società civile e accertandosi che i bambini in situazione di maggiore vulnerabilità siano i destinatari di servizi pubblici di qualità;

d. procedere a una valutazione dell’impatto sui diritti dell’infanzia (integrando una logica sostanziale e formale motivata di valutazione in quanto elemento chiave del processo decisionale relativo ai diritti dell’infanzia) ed elaborare piani di finanziamento destinati all’infanzia aperti e trasparenti, con particolare attenzione alla necessità di mantenere i servizi per i bambini che vivono situazioni caratterizzate da molteplici di svantaggi;

e. fornire ai dipendenti delle amministrazioni locali e regionali delle sessioni di formazione sui diritti dell’infanzia, con un accento particolare sulla questione della discriminazione, sul problema dei bambini in situazione di maggiore vulnerabilità e dei bambini esposti al rischio di sfruttamento e di gravi danni;

f. sensibilizzare sui diritti dell’infanzia non soltanto i propri dipendenti, ma anche la popolazione, i genitori, i bambini e le persone che lavorano a contatto con i bambini e rafforzare il coinvolgimento delle organizzazioni della società civile che operano a favore dei bambini;

g. garantire una reale assunzione di responsabilità, mirante a rendere conto del loro operato, insistendo sulla necessità di apertura e trasparenza nell’esercizio delle funzioni riguardanti le politiche e la pianificazione che sono di competenza dei governi locali, istituendo o mantenendo adeguati meccanismi destinati a consentire ai bambini di presentare denunce o ricorsi o esprimere le loro preoccupazioni, e predisporre canali di comunicazione tra i minori o i loro rappresentanti e i decisori politici.


PROGETTO DI RACCOMANDAZIONE[3]

1. La prolungata crisi economica e le conseguenti misure di austerità hanno avuto impatti significativi in numerosi Stati membri nel settore delle politiche pubbliche e delle misure assistenziali, in particolare sui programmi sociali che riguardano i bambini e le loro famiglie, quali i sussidi, l’istruzione, i servizi sociali, l’alloggio e l’assistenza sanitaria.

2. I bambini più poveri subiscono in maniera sproporzionata gli effetti delle misure di austerità. L’incidenza della povertà infantile in Europa è aumentata durante la crisi economica. Questa penosa situazione è ulteriormente aggravata dal fatto che i servizi pubblici indispensabili per alleviare le conseguenze della povertà sul benessere dei bambini sono stati ridimensionati in numerosi Stati europei

3.  Sono attualmente minacciati di chiusura i servizi pubblici specializzati nella tutela dell’infanzia. Ne consegue che i bambini corrono maggiori rischi di diventare vittime di sfruttamento o di abusi. Sono state indebolite le strutture che favoriscono la partecipazione dei bambini e difendono e promuovono i loro diritti. Di conseguenza, i minori hanno attualmente meno possibilità di contribuire ai processi decisionali che riguardano la loro vita o di contestare decisioni contrarie ai loro interessi. Tutti questi fattori costituiscono una minaccia per i diritti dell’infanzia e delineano un quadro complessivamente inquietante della situazione dei diritti dell’infanzia in Europa.

4. I diritti umani devono proteggere gli individui maggiormente esposti al rischio di subire discriminazioni, di essere esclusi, o semplicemente dimenticati nei periodi di crisi economica. I bambini, in quanto gruppo sociale, sono vulnerabili alle violazioni dei loro diritti fondamentali. La situazione è ancora peggiore per numerosi bambini che vivono in condizioni di più grave vulnerabilità. Si deve constatare con rammarico che non è stato fatto abbastanza in Europa per proteggere i bambini dalle politiche regressive e dai tagli ai servizi che ledono i diritti e le garanzie di cui dovrebbero legittimamente godere.

5. Il Congresso dei poteri locali e regionali del Consiglio d’Europa riconosce che spetta agli enti territoriali un ruolo chiave in materia di diritti dell’infanzia. Sono infatti di loro competenza numerose aree della programmazione e delle politiche pubbliche che hanno un’incidenza, diretta o indiretta, sulla vita dei bambini o delle loro famiglie.

6. Convinto della necessità di iniziative incisive e di misure legislative per tutelare i bambini in tempi di crisi economica e di austerità, in particolare per quanto riguarda le politiche e i processi decisionali riguardanti i servizi essenziali, il Congresso esorta le autorità nazionali degli Stati membri del Consiglio d’Europa a:

a. adottare tutte le misure legislative e amministrative necessarie per promuovere la non discriminazione e l’uguaglianza in ogni aspetto della pianificazione e dell’attuazione dei servizi riguardanti l’infanzia;

b. applicare un approccio sistematico alla raccolta e alla diffusione di dati completi ed omogenei, con particolare attenzione all’esigenza di disporre di dati sui bambini in situazioni di maggiore vulnerabilità, introducendo, ove necessario, nuovi indicatori sociali e garantendo la diffusione dei dati a tutti i soggetti interessati;

c. accertarsi che le politiche riguardanti l’infanzia siano elaborate in consultazione con le autorità pubbliche subnazionali e sviluppare strategie nazionali volte a precisare la ripartizione delle responsabilità tra i vari livelli di governo.



[1] L: Camera dei poteri locali/ R: Camera delle regioni

PPE/CCE: Gruppo Partito popolare Europeo del Congresso

SOC: Gruppo Socialista

GILD: Gruppo indipendente e Liberaldemocratico

CRE: Gruppo dei Conservatori e Riformisti europei

NI: Membro non iscritto ad alcuni gruppo politico del Congresso

[2] Progetto preliminare di risoluzione e progetto preliminare di raccomandazione approvate dalla Commissione Questioni di attualità il 1° luglio 2015.

Membri della commissione:

F. Mukhametshin (Presidente), M. Byrne (1° Vicepresidente), J. Neumann, (2° Vicepresidente), V. Udovychenko, (3° Vicepresidente),

M. S. Luca (4° Vicepresidente), E. Yeritsyan (5° Vicepresidente) L. Aadel, S. Aliyeva, A. Ambros, A. Antosova, C. Avanzo, G.A. Axelsson, S. Barnes, A. Benli, G. Bende, L. Blaskovicova, S. Bohatyrchuk-Kryvko, A. Boff, G. Boschini A. Bidav, A. Brand, E. Campbell-ClarkY. Celik (sostituto: M. Aydin), L. Cederskjold, P. Chesneau, A. Cook, D. Davidovic, Z. Damjanovski, C. Dejonghe, Z. Dragunkina, N. Dirginciene, S. Gallo, F. Gamerdinger,J. V. Den Hout, G. Ioakeimidis, S. V. Dooren, I. Emic, E. Flyvholm, J-L. Gaultier, F. Gezmis, D. Ghisletta, K. Gloanec-Maurin, G. Grzelak, M. Kardinar, M. Kazandzhiev, A. Kordfelder, A. Koopmanschap, H. Kuhn-Theis, I. Linge, A. Magyar, M. Mahnke, G.M. Mallia, H. Marva, M. Medaric, Y. Mishcheryakov (sostituto: V. Novikov), C. Naudi Baixench, S. Orlova, N. Palova, C. Popa, L. Perikli, O. Pesic (sostituto: S. Lekic), N. Rafik-Elmrini, A. Ravins, F. Ramos, M. Reyes Lopez, Y. Renström, N. Rosu, N. Rybak, M. Ryo, Y. Rzayeva, A. Sokolov, H. Sonderegger, M. Subasioglu, J.-L. Testud, G. Tkemaladze, R. Toccaceli,

A. Tragaioli, B. Toce, M. Toscani, L. S. Vennesland, C. Vesovic (sostituto: Z. Ljikovic*), J. Warmisham, J. Watson, P. Weidig, U.Wüthrich-Pelloli

N.B.: I nomi dei membri che hanno partecipato al voto sono indicati in corsivo.

Segretariato della commissione: S. Cankoçak, M. Benderra

[3] Si veda nota a piè di pagina 2.