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CHECK AGAINST DELIVERY                                                           20.05.2022

Address by

Luigi DI MAIO

 

Minister for Foreign Affairs and International Cooperation of Italy

on the occasion of the

132nd session of the Committee of Ministers

(Turin, 19-20 May 2022)


Ministri, Segretaria Generale, Signore e Signori,

con grande piacere vi accolgo oggi a Torino, in occasione della 132esima Sessione del Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa, che segna la fine del semestre di Presidenza italiana.

Ho il privilegio di presiedere la prima parte della nostra riunione questa mattina, e passare, al termine, il testimone al mio collega, il Ministro degli Affari Esteri dell’Irlanda, Simon Coveney, che assumerà la Presidenza del Comitato dei Ministri.

Sono felice che così tanti di voi abbiano risposto positivamente al nostro invito.

Ieri sera abbiamo avuto una conversazione aperta ed estremamente interessante. Abbiamo anticipato molti dei temi che tratteremo oggi ma in una cornice informale, tra cui ricordo l’assistenza all’Ucraina, la questione delle risorse finanziarie per il 2022, le conseguenze dell’esclusione della Federazione Russa dal Consiglio d’Europa, il rafforzamento del dialogo con la società civile in Russia e Bielorussia. Il ritorno alle riunioni in presenza ha proprio il pregio di offrire tali opportunità di confronto franco e diretto. E’ emersa, come filo conduttore della discussione, la consapevolezza comune della necessità di preservare la rilevanza del Consiglio d’Europa quale comunità pan-europea fondata su principi e valori condivisi in materia di diritti umani, democrazia e stato di diritto.

Il senso alto della nostra discussione ieri è ben rappresentato dalle parole del Ministro Covenay, che, richiamando la prospettiva di un vertice, ha posto la cruciale domanda “Se non ora, quando?”. Colgo quindi l’occasione per ringraziare la collega islandese per aver condiviso la disponibilità del suo Governo ad ospitare il vertice. 

Possiamo ora proseguire la nostra conversazione nel contesto formale di questa 132esima sessione del Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa.

Non c’è bisogno che io ricordi la gravità del quadro politico attuale. L’aggressione della Federazione Russa nei confronti dell’Ucraina è, prima di tutto, una palese violazione del diritto internazionale che colpisce direttamente la popolazione ucraina. È ad essa e alle autorità ucraine che rivolgiamo anzitutto i nostri pensieri in apertura di questa Sessione. Le conseguenze del conflitto sono molteplici e drammatiche, per l’Ucraina, ma anche per l’Europa e per il mondo. L’aggressione russa e il processo che ha condotto alla cessazione dello status di membro del Consiglio d’Europa da parte della Federazione Russa, un passaggio doloroso ma necessario sancito dal Comitato dei Ministri, aprono una nuova pagina nella storia di questa Organizzazione.

È perciò fondamentale avviare in questa sede una riflessione comune su indirizzi strategici e passi concreti, che siano adeguati ad affrontare le sfide che il nuovo scenario apre.

Resto convinto che solo un impegno collettivo ci permetterà di superarle, con l’ambizione condivisa di riaffermare, con ancora più forza e convinzione, i principi e i valori della nostra Organizzazione. Il nostro obiettivo resta quello di garantire pace e prosperità in una “Casa Comune europea” che sia fondata sul rispetto dei diritti umani, della democrazia e dello stato di diritto. 

Siamo oggi chiamati a prendere delle decisioni importanti per il presente e il futuro dell’Organizzazione. Vorrei ricordarne brevemente di seguito i punti essenziali.

1)    Assistenza all’Ucraina. Le modifiche prioritarie al Piano d’Azione sull’Ucraina, concordate con Kiev, ne estendono il perimetro e ne rafforzano la struttura, rendendolo uno strumento efficace affinché l’Ucraina possa sostenere le conseguenze dell’aggressione russa. È urgente adottarlo e applicarlo con convinzione.

2)    Istituzione di un Gruppo di Saggi.  Ritengo sia un’iniziativa meritevole di sostegno. Nello stesso Consiglio d’Europa e in altre Organizzazioni internazionali si è fatto affidamento a questo tipo di supporto. Il Gruppo di saggi potrebbe offrire un significativo contributo di indirizzo alla ridefinizione del ruolo del Consiglio d’Europa a 46. Nella sua istituzione sarà importante assicurare un equilibrio di genere e geografico, nonché tra personalità che già hanno familiarità o avuto esperienze collegate al Consiglio d’Europa e personalità esterne che possano portare spunti di riflessione di differente ispirazione. L’orizzonte temporale per le deliberazioni del Gruppo (“entro la fine della Presidenza irlandese”) indicato nella decisione che andremo auspicabilmente ad adottare stamane, appare adeguato ad assicurare un processo di pensiero e valutazione sulle nuove sfide che sia profondo e di ampio respiro, senza intaccare l’esigenza di una risposta per quanto possibile rapida a tali sfide. Su questo, ci affidiamo alla nostra Segretaria Generale, nella quale riponiamo grande fiducia.

3)    Quarto Vertice dei Capi di Stato e di Governo. Alla luce dell’impegno contenuto nella decisione politica, ed in forza di quanto abbiamo discusso ieri sera, ritengo che quella di un nuovo Vertice sia una prospettiva a cui dobbiamo guardare con favore, anche se necessita di un ulteriore affinamento e preparazione in relazione ai risultati attesi. È sempre importante definire un obiettivo verso cui far convergere riflessioni e iniziative concrete. La prospettiva di un Vertice può attivare dinamiche di confronto e impegno politico di livello adeguato all’entità delle sfide che abbiamo di fronte.

4)    Risorse finanziarie. Siamo chiamati a garantire al Consiglio d’Europa le risorse necessarie a continuare il proprio lavoro, pur a fronte dell’urgente esigenza di colmare il deficit lasciato dalla cessazione della Federazione Russa, a partire dal corrente esercizio finanziario. È un nostro dovere morale e un imperativo politico scongiurare il rischio che la cessazione della Federazione Russa si traduca in un ridimensionamento delle funzioni e ambizioni dell’Organizzazione. Oltre all’urgenza di reperire le risorse per il 2022, già a cominciare da questo autunno dovremmo cominciare a affrontare un aspetto più strutturale, rivedendo le priorità di una Organizzazione a 46, attraverso un nuovo programma di lavoro e un nuovo bilancio biennale.

5)    Società civile russa e bielorussa. Desta grande preoccupazione l’idea che a seguito dell’aggressione russa nei confronti dell’Ucraina, una nuova cortina di ferro possa rendere impossibile comunicare con la popolazione russa e bielorussa. Non possiamo venire meno al nostro dovere di lasciare una porta aperta per coloro che rifiutano l’aggressione, per i difensori dei diritti umani, per quella parte della società civile che condivide i valori del Consiglio d’Europa. Il Consiglio dovrà identificare modalità e strumenti per preservare il dialogo e, laddove possibile, la cooperazione con queste realtà.

Su tutti questi temi, ma anche sulle altre iniziative che il Consiglio d’Europa può realizzare, sarò lieto di conoscere il vostro pensiero.