Raccomandazione 108 (2002)1 sulle autorità locali di fronte a catastrofi naturali e situazioni di emergenza

Il Congresso, esaminata una proposta della Camera dei poteri locali,

1. Preoccupato dalla frequenza delle catastrofi e dei grandi rischi che devono fronteggiare i poteri locali in Europa e che causano danni e perdite notevoli per le collettività, l’industria, il commercio, l’habitat e l’alloggio, il patrimonio culturale, i trasporti e le comunicazioni;

2. Avendo adottato, in conseguenza, la Risoluzione 129 su "le autorità locali di fronte a catastrofi naturali e situazioni di emergenza" nel corso della riunione della Commissione Permanente il 22 marzo 2002 (vedi allegato 1);

3. CHIEDE AI GOVERNI NAZIONALI DI:

4. Prendere pienamente in considerazione il contenuto della Risoluzione al momento dell’elaborazione delle loro politiche e delle loro risposte in merito a disastri e calamità naturali, nella misura in cui le proposte contenute nella Risoluzione rientrano nella sfera delle loro responsabilità;

5. Istituire un approccio multidisciplinare per la prevenzione e il trattamento delle calamità, con un coordinamento strutturale dei servizi competenti, quali ad esempio i servizi antincendio, i corpi forestali, i servizi per l’energia e il nucleare, i servizi sanitari, quelli dei trasporti, della sicurezza, le autorità portuali ed aeroportuali e i centri per le previsioni metereologiche;

6. Fare in modo che la prevenzione, il trattamento e la ristrutturazione dopo le catastrofi poggino su una solida base legislativa e finanziaria;

7. DOMANDA AL COMITATO DEI MINISTRI DEL CONSIGLIO D’EUROPA DI:

8. Prendere nota della Risoluzione contenuta all’allegato 1;

9. Incoraggiare i governi che non lo abbiano ancora fatto a firmare e a ratificare la Convenzione sulla responsabilità civile dei danni dovuti ad attività pericolose per l’ambiente (Lugano, 1992) nonché la Convenzione sulla tutela dell’ambiente mediante il diritto penale (Strasburgo, 1998);

10. Incoraggiare l’istituzione di un osservatorio europeo per la prevenzione e la gestione delle catastrofi naturali e le situazioni di emergenza;

11. Incoraggiare l’armonizzazione e l’ammodernamento dei sistemi nazionali di allarme per le catastrofi e le emergenze;

12. CHIEDE ALLA COMMISSIONE DELL’UNIONE EUROPEA DI:

13. Prendere nota della Risoluzione contenuta all’allegato 1;

14. Promuovere la legislazione relativa al contenuto di tale Risoluzione, segnatamente per proteggere le regioni europee costiere e marittime dall’inquinamento causato da petroliere ed altre navi.

Allegato 1

Risoluzione 129 (2002)
sulle autorità locali di fronte a catastrofi naturali e situazioni di emergenza

Il Congresso, esaminata una proposta della Camera dei poteri locali,

CONTESTO E DEFINIZIONI:

1. Preoccupato dalla frequenza delle catastrofi e dei grandi rischi che devono fronteggiare i poteri locali in Europa e che causano danni e perdite notevoli per le collettività, l’industria, il commercio, l’habitat e l’alloggio, il patrimonio culturale, i trasporti e le comunicazioni;

2. Desideroso di evidenziare la portata e l’impatto di tali catastrofi e di trarre delle conclusioni in vista di elaborare delle proposte di azione in grado di agevolare, soprattutto per gli enti locali, il trattamento di tale problema;

3. Senza fare distinzioni, ai fini di tali proposte, tra le calamità naturali e quelle provocate dall’uomo, nel senso che le risposte e le responsabilità degli enti locali sono analoghe, qualunque sia l’origine della catastrofe;

4. Desideroso di imperniare la riflessione, per quanto riguarda le catastrofi naturali, sulle alluvioni, le tempeste, i sismi, gli smottamenti di terreno, le valanghe, la siccità, gli incendi forestali, e richiamare l’attenzione sulla Motivazione, nella quale viene descritta la vastità di tali fenomeni;

5. Desideroso, per quanto concerne le catastrofi legate all’attività umana, imperniare la riflessione sull’inquinamento delle acque e dell’aria, i rischi industriali e quelli legati ai trasporti e alle infrastrutture delle comunicazioni e richiamare l’attenzione sulla Motivazione nella quale viene descritta la vastità di tali fenomeni;

ALCUNE OSSERVAZIONI SULLA SITUAZIONE ATTUALE:

6. Con l’intento di evidenziare un certo numero di carenze nell’azione o nella reazione delle istanze ufficiali e dei vari livelli dell’amministrazione in materia di prevenzione o di fronte alle catastrofi stesse, tra gli altri una conoscenza o un riconoscimento insufficiente delle alterazioni climatiche a lunga scadenza, una confusione delle responsabilità tra i vari organismi coinvolti, un coordinamento e una risposta collettiva inadeguata, un’eccessiva dispersione delle fonti di informazione del pubblico, delle insufficienze nell’elaborazione dei piani di intervento, nella prevenzione o nell’analisi dei rischi;

7. Consapevole del fatto che non sarà mai possibile garantire una protezione totale, ma che sarebbe possibile migliorare gli sforzi compiuti, soprattutto in materia di coordinamento, da parte delle collettività territoriali e degli organi specializzati nel campo della prevenzione e della previsione delle catastrofi, dell’informazione del pubblico, della formazione e del riassetto dopo le catastrofi;

8. Conscio ugualmente del fatto che il pubblico talvolta esprime delle critiche ingiustificate nei confronti dei poteri locali, accusandoli in un certo senso di essere responsabili dei danni e che non fa sempre tutto quanto è necessario per tutelarsi dai rischi;

9. Considerando, nondimeno, che i poteri locali hanno anch’essi una missione evidente di coordinamento dei servizi e un ruolo chiave da svolgere prima, durante e dopo le catastrofi;

10. Conscio, tuttavia, del fatto che i governi nazionali spesso affidano alle collettività locali la responsabilità di affrontare tali situazioni, senza dar loro i mezzi o le strutture di risposta collettiva necessarie;

*****

11. Chiede ai poteri locali dei paesi membri, in collaborazione con gli altri livelli dell’amministrazione territoriale e con gli enti specializzati competenti di:

IN MATERIA DI PREVENZIONE:

12. Valutare pienamente i rischi e le minacce presenti per le loro collettività e fare l’inventario e la mappa delle minacce potenziali, nonché delle analisi esaurienti dei rischi, quantunque tutto ciò possa esigere un finanziamento rilevante;

Catastrofi e rischi naturali

13. Per quanto riguarda il rischio di ALLUVIONE, incoraggiare lo sviluppo di una gestione coerente dei corsi d’acqua e delle zone litorali, evitando, per esempio, di creare situazioni nelle quali delle opere di protezione edificate in un luogo possano causare degli allagamenti in un altro; garantire che le infrastrutture per il trattamento delle acque reflue e il drenaggio, siano esse pubbliche o private e quelle del settore agricolo siano mantenute in buone condizioni;

14. Scoraggiare, e, ove necessario, vietare l’installazione di impianti industriali e di alloggi nelle zone a rischio; indicare le informazioni relative ai rischi di alluvione nelle transazioni immobiliari e dinanzi a notaio;

15. Rafforzare i meccanismi di difesa contro le alluvioni, vigilando per esempio perché si disponga di riserve sufficienti di sacchi di sabbia; convincere i proprietari affinché adottino delle misure per contribuire alla loro protezione;

16. Per quanto riguarda le TEMPESTE, vigilare affinché le linee elettriche e telefoniche siano interrate; disporre di riserve adeguate di gruppi elettrogeni per garantire il mantenimento dell’alimentazione elettrica ed idrica; fare in modo che le unità di intervento siano istituite nelle caserme dei vigili del fuoco;

17. Laddove l’economia dei comuni dipende fortemente dallo sfruttamento delle foreste, prevedere di diversificare tale base economica; piantare nuovamente essenze varie nelle foreste sinistrate; incoraggiare la piantatura ad altezze diverse, in funzione delle condizioni ecologiche locali; prevedere la riunificazione di terre boschive nelle regioni in cui la proprietà è molto frazionata, in modo da consentire una gestione più coerente e più sostenibile; introdurre maggiore flessibilità per l’utilizzazione di professionisti di altri paesi nelle regioni in cui il personale competente è in numero insufficiente;

18. Provvedere affinché gli edifici che presentano un interesse architettonico e culturale abbiano una manutenzione corretta, il che presuppone delle ispezioni regolari delle condizioni esterne ed interne degli edifici;

19. Per quanto riguarda i SISMI, scoraggiare gli abitanti e l’industria a ricostruire sui siti colpiti dal terremoto; informarsi sulle più recenti previsioni in materia, prima di decidere circa l’insediamento, la progettazione e l’architettura di alloggi ed altri edifici; accertarsi che le nuove costruzioni siano il più possibile resistenti ai terremoti; fare in modo che delle squadre specializzate, con buona conoscenza dei luoghi, siano pronte ad intervenire rapidamente; accertarsi che le attrezzature di emergenza necessarie siano situate in punti strategici e che la procedura e i piani siano spiegati in modo esauriente agli abitanti e all’insieme della popolazione;

20. Per quanto riguarda gli SMOTTAMENTI DI TERRENO, vigilare affinché le zone particolarmente sensibili e a rischio, le zone dove vengono sfruttate delle cave e delle miniere, per esempio, siano oggetto di rilevamenti cartografici, e, se necessario, di programmi di colmatura e di limitazioni relative all’accesso e all’assetto;

21. Per quanto riguarda le VALANGHE, delimitare le zone a rischio e continuare a scoraggiare gli sciatori e i gitanti a praticare delle attività « fuori pista »;

22. Per quanto riguarda la SICCITA’, scoraggiare le costruzioni su terreni che presentano rischi di cedimento in caso di siccità; adottare delle misure per gestire l’uso dell’acqua in modo razionale, ricorrendo per esempio a degli approcci differenziati per il trattamento e per fissare le tariffe di uso delle acque potabili e di quelle ad uso industriale; garantire l’ermeticità delle condotte e dei serbatoi;

23. Per quanto riguarda gli INCENDI FORESTALI, incoraggiare delle politiche di piantatura degli alberi che prevedano degli spazi taglia-fuoco adeguati; provvedere affinché i cartelli indicatori siano numerosi e ben visibili; vigilare affinché le zone di abitazione e di svago non siano invase dagli alberi e dalla sterpaglia;

Catastrofi e rischi legati all’attività umana

24. Per quanto riguarda l’INQUINAMENTO DELLE ACQUE, incoraggiare gli agricoltori e i proprietari terrieri a limitare l’uso dei nitrati e degli anticrittogamici; ridurre le emissioni e lo stoccaggio, nei bacini idrografici, di prodotti chimici e di sostanze nocive di origine industriale, agricola o domestica; definire dei perimetri protetti per le risorse idriche e limitare la costruzione e gli impianti industriali lungo gli argini dei fiumi;

25. Per quanto riguarda l’inquinamento ATMOSFERICO, predisporre dei dispositivi di individuazione di sostanze quali l’ozono; adottare delle misure per limitare l’inquinamento causato dai veicoli a motore; promuovere il ricorso ad energie di sostituzione, come per esempio l’energia eolica e mareomotrice; vigilare affinché vengano attuate misure di sicurezza adeguate contro l’inquinamento causato da impianti nucleari ed industriali, e affinché le imprese di servizi pubblici adottino provvedimenti per ridurre l’impatto delle loro attività sull’ambiente, e affinché vengano elaborati dei programmi locali nell’ambito dell’Agenda 21;

26. Per quanto riguarda i rischi INDUSTRIALI, passare in rassegna gli impianti industriali e commerciali, le infrastrutture e gli impianti collettivi che si trovano sul loro territorio per valutare i rischi che rappresentano, e limitare le attività potenzialmente pericolose conformemente alle Direttive Seveso dell’UE;

27. Vigilare affinché i nuovi impianti vengano installati ad una distanza sufficiente dalle zone residenziali e scoraggiare l’estensione di tali zone nelle vicinanze di impianti industriali esistenti;

28. Accertarsi che venga accordata un’attenzione particolare alla sicurezza nelle scuole ed istituti scolastici;

29. Per quanto riguarda i TRANSPORTI E LE INFRASTRUTTURE PER LE COMUNICAZIONI, vigilare affinché venga garantita una manutenzione regolare, e affinché le strutture principali, quali tunnel stradali e ferroviari, offrano della norme di sicurezza massime per gli utenti, abbiano un impatto il più limitato possibile sull’ambiente e causino il minimo di disturbi possibili alle popolazioni locali; affinché vengano rigorosamente controllati i movimenti di rifiuti tossici e vengano adottate misure efficaci per ridurre il rischio di inquinamento costiero e marittimo proveniente da petroliere ed altre navi;

30. Prendere delle disposizioni appropriate per quanto riguarda l’organizzazione degli INTERVENTI DI EMERGENZA in caso di catastrofe, che prevedano l’elaborazione di piani di intervento e di formazione per agevolarne l’attuazione, come pure delle definizioni e dei modelli di simulazione, provvedendo a garantire la mobilitazione e il coordinamento dei mezzi e delle competenze adeguate in caso di incidente grave;

IN MATERIA DI INFORMAZIONE:

31. Elaborare dei programmi di informazione completi e adeguatamente finanziati relativi ai rischi per le altre collettività territoriali, come pure per gli enti specializzati e per l’insieme della popolazione, istituire un sistema di allarme pubblico, preferibilmente con un unico centro di informazione, promuovere dei programmi di educazione e di sensibilizzazione nelle scuole, i quartieri residenziali e nella strada; ricercare l’assistenza dei media in questo campo ed organizzare delle audizioni e dei dibattiti pubblici nei loro comuni;

DURANTE E DOPO LE CATASTROFI

32. In caso di catastrofe, vigilare affinché venga dato effettivamente l’allarme; assistere nella gestione delle operazioni sul campo, partecipare all’assistenza alle vittime, ivi compreso un sostegno psicologico; prestare assistenza per la sistemazione provvisoria, la fornitura di vestiario, cibo e servizi sociali, coordinare i servizi di emergenza, quali vigili del fuoco, polizia ed altri servizi di emergenza, ivi compresi degli specialisti delle forze armate;

33. Dopo l’evento, adottare tutte le misure necessarie per il riassetto delle zone colpite ed assistere la popolazione a ritrovare un’esistenza normale; incoraggiare delle indagini indipendenti effettive e tempestive e cooperare alla loro realizzazione; vigilare affinché vengano rispettate ed onorate le responsabilità finanziarie degli assicuratori e delle parti in causa, vigilare affinché si traggano delle lezioni e vengano adottate nuove misure correttive, qualora fosse ritenuto auspicabile e promuovere, ove appropriato, degli appelli pubblici per la raccolta di fondi;

34. Incoraggiare l’attuazione di un sistema equo ed efficace di risarcimenti per le vittime di incidenti;

35. Ciede all’Ufficio di Presidenza del CPLRE ed in particolare alla sua Commissione per lo Sviluppo Sostenibile di :

36. Trasmettere la presente risoluzione alle Associazioni nazionali di enti locali e agli enti specializzati dei paesi membri;

37. Prendere in esame la possibilità di elaborare una guida delle buone prassi rivolta ai poteri locali e ai cittadini sul tema delle calamità e dei rischi, in base agli elementi provenienti da un vasto ventaglio di paesi membri;

38. Continuare a cooperare con l’organizzazione LACDE («Local Authorities Confronting Disasters and Emergencies» - I poteri locali di fronte a catastrofi e situazioni di emergenza) per sviluppare maggiormente i propri lavori in materia, soprattutto nel contesto del progetto « Safer Cities Award ».

1 Discussa ed approvata dalla Camera dei poteri locali il 21 marzo 2002 ed adottata dalla Commissione permanente del Congresso il 22 marzo 2002 (vedi Doc. CPL (8) 6, progetto di Raccomandazione presentato dalla Sig.ra Bordron e dal Sig. Whittaker, relatori).