Raccomandazione 67 (1999)1 sulla 5a conferenza dei bacini del mediterraneo e del mar nero

Il Congresso,

1. Avendo preso atto della relazione sulla "5a Conferenza dei Bacini del Mediterraneo e del Mar Nero: la cooperazione interparlamentare e interregionale a favore della pace, della stabilità democratica e dello sviluppo sostenibile", che si è svolta dal 25 al 27 febbraio 1999 a Marmaris (Turchia), presentata dal Sig. Mehmet Buldanli, membro del Consiglio Provinciale di Izmir, Membro del Congresso;

2. Compiacendosi del successo riscosso dalla Conferenza, che era stata organizzata congiuntamente dall'Assemblea parlamentare, dal Congresso e dalle autorità parlamentari, locali e regionali turche e esprimendo particolare soddisfazione per la partecipazione attiva di numerosi paesi delle sponde meridionali ed orientali del Mediterraneo a questa iniziativa;

3. Viste le conclusioni presentate alla fine dei lavori dal Gruppo di lavoro incaricato della preparazione della Conferenza (che sono riportate in allegato al presente documento) e ricollegandosi in particolare :

a. alla proposta formulata dal Gruppo di Lavoro all'Assemblea parlamentare e al Congresso affinché preparino, in stretta collaborazione con i paesi partner interessati, una Carta dello sviluppo sostenibile dei bacini del Mediterraneo e del Mar Nero, alla quale il Congresso potrebbe invitare ad aderire le città e le regioni dei paesi rivieraschi dei due bacini;

b. al ruolo specifico che il Congresso, in virtù del mandato del suo Gruppo di lavoro sulla cooperazione "Euromed" in materia di democrazia locale intende svolgere nel campo della promozione di una cooperazione diretta degli enti locali e regionali nel Mediterraneo, volta a consolidare in priorità il decentramento e l'autonomia locale, la gestione democratica e la formazione dei responsabili politici locali e del personale di tali enti.

4. Ricordando:

a. Le Risoluzioni 162 (1985), 200 (1989), 256 (1993) e 36 (1996) del CPLRE relative alle quattro conferenze delle regioni mediterranee organizzate congiuntamente dal Congresso e dall'Assemblea parlamentare a partire dal 1985 e le loro relative dichiarazioni finali contenute in allegato ai suddetti documenti, come pure la Risoluzione 69 (1998) sulla cooperazione decentrata e i flussi migratori nel bacino mediterraneo;

b. La Raccomandazione 1359 (1998) dell'Assemblea parlamentare in materia di sviluppo sostenibile dei bacini del Mediteraneo e del Mar Nero e segnatamente i punti della medesima che si riferiscono alla promozione della cooperazione tra enti territoriali delle sponde del Mediterraneo;

c. La risposta del Comitato dei Ministri (CM/Del/Déc (98) 621/3.1) alla suddetta Raccomandazione dell'Assemblea parlamentare, che nota con soddisfazione come la cooperazione nel bacino del Mediterraneo e del Mar Nero continui a svilupparsi sotto l'egida del Consiglio d'Europa e ugualmente le parti della risposta riguardanti:

- la disponibilità del Comitato dei Ministri ad esaminare con favore le domande di partecipazione, in qualità di osservatori, a certe attività del Consiglio d'Europa che potrebbero venir presentate da Stati come l'Algeria, l'Egitto, Israele, la Giordania, il Libano, il Marocco, la Siria, la Tunisia e l'Autorità Palestinese;

- il sostegno accordato dal Comitato dei Ministri all'instaurarsi di relazioni tra enti locali di vari paesi, conformemente alla Carta europea dell'autonomia locale.

5. Sottolineando:

a. l'attività rilevante svolta dal Congresso e dall'Assemblea parlamentare, fin dal momento dell'organizzazione della prima conferenza delle Regioni mediterranee nel 1985 a Marsiglia, al fine di instaurare un dialogo, la fiducia e un'autentica volontà di cooperazione interparlamentare e interregionale con i paesi del sud e dell'est del bacino del Mediterraneo non membri del Consiglio d'Europa, a favore dello sviluppo sostenibile, della pace e della democrazia nella regione;

b. il suo interesse per un rafforzamento della politica mediterranea del Consiglio d'Europa che, sostenuta dalle esperienze acquisite nel corso delle cinque conferenze delle regioni mediterranee e del Mar Nero, intende favorire in particolare la cooperazione diretta degli enti locali e regionali dei paesi membri del Consiglio d'Europa e dei paesi mediterranei non membri.

6. Constatando:

a. che malgrado le dichiarazioni e i trattati internazionali esistenti in materia di tutela ambientale del Mediterraneo e del Mar Nero2 la situazioni ecologica dei due bacini permane preoccupante, ed è soprattutto caratterizzata da:

- un vero degrado del patrimonio culturale, delle risorse naturali e del paesaggio, dovuto in special modo allo sviluppo turistico spesso incontrollato, soprattutto nel bacino mediterraneo,

- l'alto livello di inquinamento del Mar Nero, che ne minaccia seriamente la diversità biologica e le risorse marine e le cui cause sono in parte attribuibili alle acque del Danubio e del Dniepr che si riversano nel suo bacino e all'intenso traffico marittimo negli stretti e nel mar di Marmara, fonte di potenziali incidenti marittimi, le cui conseguenze per l'ambiente sarebbero ancora più disastrose;

- la relativa assenza di una presa di coscienza della popolazione riguardo alla necessità di conservare l'ambiente e lo scarso coinvolgimento degli enti locali e regionali dei paesi rivieraschi del Mediterraneo e del Mar Nero nella promozione concreta dello sviluppo sostenibile dei due bacini;

b. che malgrado il recente intensificarsi delle relazioni di cooperazione decentrata tra certi enti locali e regionali dei paesi rivieraschi dei due bacini, tale cooperazione risulta oggi limitata, soprattutto a causa dello scarso livello di autonomia e dei mezzi limitati accordati agli enti locali e/o regionali, specie in numerosi paesi del sud e dell'est del Mediterraneo;

c. che è stata espressa più volte una reale volontà di cooperazione in questi settori tra i parlamenti, le città e le regioni dei paesi delle sponde del Mediterraneo e del mar Nero, e segnatamente nel corso della 5a Conferenza.

7. Considerando, alla luce di quanto sopra, che:

a. le questioni relative allo sviluppo sostenibile nei bacini del Mediterraneo e del Mar Nero riguardano tutti i paesi rivieraschi dei due mari, per cui le soluzioni di tali problemi richiedono necessariamente degli interventi collettivi e coordinati da parte di tali paesi;

b. gli attuali strumenti a favore dello sviluppo sostenibile nei bacini del Mediterraneo e del Mar Nero non tengono abbastanza conto dell'importanza della cooperazione interparlamentare ed interregionale al riguardo;

c. il consolidamento della democrazia locale e della pace nei paesi delle sponde meridionali ed orientali del Mediterraneo non membri costituisce ugualmente una delle preoccupazioni dirette del Consiglio d'Europa, in quanto l'evoluzione di tali paesi ha molteplici incidenze sul continente europeo, come lo dimostra soprattutto la situazione in Algeria e la difficile riconciliazione israelo-palestiniana;

d. un impegno più risoluto del Consiglio d'Europa nel processo di cooperazione euromediterranea, impostato su temi quali l'autonomia locale, il decentramento, la cooperazione degli enti locali e regionali, che costituiscono la specificità dell'Organizzazione e restano relativamente assenti da tale processo, non è in contraddizione con la priorità accordata ai paesi dell'Europa centrale ed orientale, ma deve svilupparsi in modo ad essa complementare, includendovi in particolare il Mar Nero.

8. Persuaso che:

a. Il Consiglio d'Europa, forte dell'esperienza acquisita nel corso delle cinque conferenze delle regioni mediterranee e del Mar Nero, deve dare impulso ad un'iniziativa incisiva nel campo della cooperazione interparlamentare ed interregionale per lo sviluppo sostenibile dei due bacini;

b. la manifestazione più concreta di tale iniziativa dovrebbe consistere nell'elaborazione, da parte dell'Assemblea parlamentare e del Congresso, in stretta cooperazione con i paesi partner interessati, di una Carta dello sviluppo sostenibile dei bacini del Mediterraneo e del Mar Nero, quale indicata al paragrafo 3 (a) della presente Raccomandazione;

c. una delle impostazioni essenziali della politica mediterranea del Consiglio d'Europa presuppone un rafforzamento dei contatti diretti tra enti locali e regionali delle sponde settentrionali, meridionali ed orientali del Mediterraneo, realizzato tramite lo sviluppo di una cooperazione decentrata tra tali collettività, atta a consentire di realizzare dei partenariati più efficaci, rapidi e vicini ai cittadini, basati sulle esigenze di sviluppo espresse a livello locale;

d. una tale forma di cooperazione dovrebbe però venir sviluppata in un ambito giuridico ad hoc, sotto forma di accordo-quadro intergovernativo sulla cooperazione decentrata nel Mediterraneo e nel Mar Nero, sottoscritto dai governi interessati, che dia la facoltà agli enti locali e alle regioni di concludere degli accordi basati sui modelli raccomandati dalla Convenzione -quadro del Consiglio d'Europa sulla cooperazione transfrontaliera delle collettività o autorità territoriali (Convenzione di Madrid, 1980) e dai suoi due protocolli addizionali;

e. i paesi del sud e dell'est del Mediterraneo non membri non solo auspicano che ci sia un coinvolgimento più deciso del Consiglio d'Europa nella regione, ma ugualmente di poter essere associati in modo più regolare alle attività dell'Organizzazione, in particolare a quelle del Congresso, specie in qualità di osservatori.

9. Raccomanda al Comitato dei Ministri:

a. di adoperarsi, da un lato, presso i paesi che non l'avessero ancora fatto per spronarli ad accelerare la firma e la ratifica delle Convenzioni del Consiglio d'Europa che possono contribuire al conseguimento degli obiettivi della 5a conferenza, sia nel settore dell'ambiente, che della cooperazione transfrontaliera o dell'autonomia locale; dall'altro lato, di precisare le modalità pratiche di apertura di queste stesse Convenzioni ai paesi mediterranei non membri del Consiglio d'Europa che ne avessero manifestato una chiara intenzione;

b. di invitare il Segretario generale del Consiglio d'Europa a trasmettere al Comitato dei Consiglieri sullo sviluppo della cooperazione transfrontaliera in Europa centrale ed orientale la proposta di includere nel programma intergovernativo di cooperazione transfrontaliera l'elaborazione di un progetto di accordo-quadro intergovernativo sulla cooperazione decentrata nel Mar Nero, che si ispiri alla precitata Convenzione di Madrid e ai suoi due Protocolli addizionali; tale progetto di accordo-quadro potrebbe inoltre venir modificato in seguito per essere proposto ai paesi mediterranei non membri;

c. di dare seguito, per il tramite del suo Gruppo di Relatori sulla cooperazione nel bacino del Mediterraneo (GT-MED), alla Raccomandazione 50 (1998) del Congresso e di dare il proprio appoggio politico, in tale contesto, all'Osservatorio interregionale delle migrazioni mediterranee, proposto dalla Regione Puglia;

d. di prendere in esame la possibilità di aprire il proprio Gruppo di Relatori sulla cooperazione nel bacino del Mediterraneo ugualmente ai paesi del Mar Nero;

e. di incoraggiare concretamente la partecipazione a certe attività del Consiglio d'Europa, specie a quelle del Congresso, da parte di paesi partner mediterranei non membri citati al paragrafo 4 (c) della presente Raccomandazione, in special modo incaricando il Segretario generale di organizzare delle riunioni periodiche di informazione rivolte ai rappresentanti dei suddetti paesi.

10. Invita l'Assemblea parlamentare:

a. ad attivarsi, in stretta collaborazione con il Congresso perché vengano conseguiti gli obiettivi della 5a Conferenza dei bacini del Mediterraneo e del Mar Nero, segnatamente per quanto concerne l'elaborazione di un progetto di Carta dello sviluppo sostenibile dei bacini del Mediterraneo e del Mar Nero;

b. ad istituire quanto prima, di concerto con il Congresso, un Gruppo di lavoro incaricato della preparazione della 6a Conferenza dei bacini del Mediterraneo e del Mar Nero;

c. a rendere più agevole per i paesi mediterranei non membri la possibilità di usufruire dello statuto di osservatore presso l'Assemblea, sull'esempio di quello che è già stato concesso allo Stato di Israele;

d. ad aprire effettivamente certe riunioni delle sue commissioni alle commissioni omologhe dei Parlamenti degli Stati mediterranei non membri, conformemente al paragrafo 10 (i) della propria Risoluzione 1149 (1998).

11. Raccomanda ai governi degli Stati membri:

a. di impegnarsi a rispettare appieno gli obblighi derivanti dai trattati internazionali relativi alla tutela dell'ambiente marino, e in particolare la Convenzione internazionale sulla prevenzione dell'inquinamento causato dalle navi (MARPOL, 1973 e 1978), la Convenzione per la tutela del Mediterraneo contro l'inquinamento (Barcellona, 1978) e i relativi protocolli addizionali, la Convenzione per la tutela del Mar Nero contro l'inquinamento (Bucarest, 1992) e la Dichiarazione ministeriale sulla protezione del mar Nero (Odessa, 1993);

b. di riconoscere il ruolo ormai essenziale degli enti locali, regionali e degli organi parlamentari nella promozione dello sviluppo sostenibile, della pace e dei principi democratici, specialmente mediante lo sviluppo dell'autonomia tanto a livello locale, che regionale e garantendo il diritto degli enti locali e regionali di cooperare con gli enti omologhi dei paesi membri e dei paesi mediterranei non membri e dotando gli enti locali e regionali dei mezzi finanziari corrispondenti.

12. Raccomanda alla Conferenza europea dei Ministri responsabili dell'assetto territoriale (CEMAT) di tener conto delle problematiche dello sviluppo sostenibile dei bacini del Mediterraneo e del Mar Nero allorquando elaboreranno i "principi guida per l'assetto sostenibile dello spazio del continente europeo", in vista della preparazione della Conferenza di Hannover prevista nel settembre del 2000.

CONCLUSIONI DELLA 5a CONFERENZA DEI BACINI
DEL MEDITERRANEO E DEL MAR NERO

I partecipanti alla 5a Conferenza dei bacini del Mediterraneo e del Mar Nero, svoltasi a Marmaris, Turchia, dal 25 al 27 febbraio 1999 ringraziano il Consiglio d'Europa, e in particolare la sua Assemblea parlamentare e il suo Congresso dei poteri locali e regionali d'Europa per l'organizzazione di questa Conferenza.

Desiderano ugualmente esprimere i loro sinceri ringraziamenti al Parlamento turco, al Governatorato di Mugla e al Comune di Marmaris per la loro ospitalità e l'accoglienza che è stata loro riservata.

Prendono nota con interesse delle conclusioni presentate dal Gruppo incaricato della preparazione della Conferenza e decidono di trasmetterle, per predisporre l'azione futura, all'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa e al Congresso dei Poteri locali e regionali d'Europa.

* * *

Il Gruppo di lavoro incaricato della preparazione della 5a Conferenza dei bacini del Mediterraneo e del Mar Nero, considerando che:

1. Il processo di cooperazione tra i paesi delle sponde nord, sud ed est del mar Mediterraneo e del mar Nero è stato avviato ormai da parecchi anni ed è attuato nell'ambito di iniziative intergovernative, quali il partenariato euromediterraneo, lanciato dall'Unione europea nel 1995 a Barcellona, la cooperazione tra i paesi del mar Nero (BSEC), oppure le iniziative messe in opera da altre organizzazioni internazionali;

2. Si ritiene determinante che tale processo di cooperazione venga rafforzato in modo sostanziale, specie nei settori dello sviluppo sostenibile, della pace e della stabilità democratica ed intensificato non solo a livello intergovernativo, ma ugualmente a livello interparlamentare e tra enti locali e regionali dei paesi delle sponde del Mediterraneo e del mar Nero;

3. Inoltre, visti gli ostacoli alla cooperazione costituiti dalla disparità in materia di organizzazione e di competenze attribuite ai poteri locali e regionali tra i paesi rivieraschi dei due bacini, la cooperazione interparlamentare costituisce uno strumento supplementare indispensabile per l'attuazione di strutture e meccanismi in grado di garantire una vera democrazia ed autonomia locale;

4. Il Mar Mediterraneo e il Mar Nero sono comunicanti e per questa ragione hanno in comune un certo numero di gravi problemi ambientali e costituiscono dal punto di vista ecologico un sistema unico. Pertanto, nonostante le specificità proprie a ciascuno dei due bacini, i due mari richiedono un'azione globale condotta sull'insieme della regione;

Conscio ugualmente del fatto che per quanto concerne:

il Bacino del Mediterraneo

5. La regione è caratterizzata da risorse umane e naturali importanti e pertanto da un forte potenziale di sviluppo, ma ugualmente da squilibri sociali, economici, demografici ed ecologici preoccupanti, che possono costituire una minaccia per il futuro delle società che vi abitano e aumentare le pressioni dei flussi migratori che i paesi delle sponde nord non hanno più la capacità di sostenere;

6. Numerose sono le cause all'origine di un serio degrado dell'ambiente nel bacino mediterraneo, in particolare il turismo che, pur provocando incontestabilmente degli effetti positivi sulla crescita economica e sull'occupazione, è nondimeno responsabile di un degrado reale del patrimonio culturale, delle risorse naturali e del paesaggio;

7. Permangono seri ostacoli, se non addirittura l'assenza di una chiara volontà, riconducibili in particolar modo alle strutture politiche di certi paesi, che rallentano una vera cooperazione tra le sponde nord, sud ed est del Mediterraneo; tali pesantezze politiche si ripercuotono negativamente anche sulla cooperazione interparlamentare e interregionale nel bacino mediterraneo;

Il mar Nero

8. La situazione del suo ambiente è particolarmente seria vista l'entità dei danni causati alla sua diversità biologica, alle sue risorse marine, al suo paesaggio e richiede un intervento concertato da parte dei paesi rivieraschi; questi ultimi, dopo i mutamenti geopolitici verificatisi nelle regione, possono impegnarsi in una cooperazione basata su dei meccanismi democratici e partecipativi;

9. E' appunto mediante tale cooperazione, attuata a vari livelli, che è necessario risolvere le cause principali del degrado, quali l'inquinamento di origine tellurica e fluviale, il turismo incontrollato, la navigazione troppo intensa e potenzialmente pericolosa;

10. Gli stretti e il mar di Marmara, veri "ponti genetici" tra i bacini del mar Mediterraneo e del mar Nero, subiscono un traffico marittimo tra i più densi del mondo. L'inquinamento che ne deriva incide gravemente sull'ecosistema degli stretti. Inoltre, il traffico costituisce un costante pericolo di incidenti marittimi che potrebbero avere conseguenze disastrose per l'ambiente;

L'intera regione

11. Visti i diversi fattori da cui dipende il degrado ambientale dei due bacini, soprattutto l'inquinamento dei grandi fiumi, quali il Danubio e il Dniepr, si può chiaramente riconoscere che i paesi rivieraschi non sono gli unici responsabili della situazione, imputabile a un gran numero di altri paesi che, pur non essendo situati lungo le sponde di questi mari, contribuiscono al degrado con il loro proprio inquinamento tellurico e fluviale;

12. Data la dimensione geografica e l'importanza geopolitica e storica di quest'area, è fondamentale che il Consiglio d'Europa manifesti il suo interesse per la regione e il suo fermo proposito di ricercare nuovi equilibri, e di affermare una nuova identità per la regione, al fine di preservarne i valori e le ricchezze;

13. Il Mediterraneo e il mar Nero devono diventare in tal modo per l'Europa un quadro di riferimento e uno spazio privilegiato per le relazioni tra gli Stati situati lungo le loro sponde e tra questi e gli altri paesi.

In considerazione di quanto precede, il Gruppo di lavoro si dichiara convinto:

14. Che una delle vie prioritarie da seguire per la soluzione dei problemi subiti dalla regione consiste in un'accresciuta ed efficace cooperazione internazionale che venga stimolata da interventi concreti, basati su degli impegni politici chiari;

15. Che il Consiglio d'Europa, specie dopo l'ampliamento avviato a partire dal 1989, offre il quadro appropriato per una cooperazione interparlamentare ed interregionale più intensificata e può costituire una vera piattaforma di dialogo per le istituzioni nazionali e regionali interessate;

16. Che devono essere stanziati dei mezzi importanti per incoraggiare, attuare e coordinare un'autentica cooperazione nei settori della pace, della sicurezza democratica e dell'ambiente, nel Mediterraneo e nel mar Nero, tra Parlamenti e enti locali e regionali, alla quale verranno associate le organizzazioni rappresentative dei cittadini;

17. Che le commissioni dei Parlamenti nazionali incaricate delle problematiche evocate nel corso della conferenza e, in particolar modo delle riforme legislative, potrebbero trarre vantaggio dall'esperienza dell'Assemblea parlementare in questo campo;

18. Che il rafforzamento della cooperazione decentrata, specie quella euromediterranea, consentirebbe di porre in essere alcune delle condizioni preliminari indispensabili alla liberalizzazione degli scambi (segnatamente ammodernando i sistemi delle amministrazioni pubbliche territoriali e potenziando le infrastrutture) e di agevolare una migliore conoscenza e comprensione interculturale sviluppando delle relazioni dirette tra i territori e le comunità.

19. Che la scarsa autonomia accordata agli enti locali e quella ancora più ridotta degli enti regionali in taluni paesi del sud e dell'est del Mediterraneo ostacola la cooperazione decentrata nella regione e che è appunto nell'intento di incoraggiare tale tipo di cooperazione, rafforzare il decentramento e l'autonomia locale, la gestione democratica, l'informazione e la formazione del personale e dei responsabili politici locali degli enti locali nei paesi partner mediterranei non membri del Consiglio d'Europa che il Congresso dei poteri locali e regionali d'Europa ha istituito, nel 1997, il Gruppo di lavoro sulla cooperazione "Euromed" in materia di democrazia locale le cui attività meritano di essere rafforzate;

20. Che in proposito vanno apprezzati i contributi e le esperienze già realizzate da altri organi e che occorre tener conto delle attività messe in opera:

- da un lato, da Assemblee parlamentari quali l'Unione Interparlamentare (UIP), di cui occorre sostenere l'iniziativa di riunire una Conferenza per la sicurezza e la cooperazione nel Mediterraneo (CSCM) e l'Assemblea parlamentare, per la cooperazione economica dei paesi del mar Nero (PABSEC), in collaborazione con la quale l'Assemblea ha organizzato la prima Conferenza interparlamentare sulla tutela ambientale nel mar Nero (Istanbul, 1996);

- e, dall'altro lato, nell'ambito di organizzazioni rappresentanti degli enti locali e regionali, quali la Conferenza delle Regioni Periferiche Marittime d'Europa (CRPM) e segnatamente la sua Commissione intermediterranea, di cui si deve incoraggiare l'apertura verso gli enti locali e regionali dei paesi del sud e dell'est del bacino mediterraneo, cosi' come il Consiglio dei Comuni e Regioni d'Europa (CCRE), di cui occorre rafforzare l'attività per promuovere i gemellaggi e il partenariato attraverso il programma Ecos-Ouverture e l'Associazione delle Regioni d'Europa (ARE), che raggruppa tanto delle regioni del Mediterraneo, che del mar Nero;

Invita la Conferenza a chiedere:

Ai paesi interessati:

21. Di impegnarsi a rispettare appieno gli obblighi derivanti dai trattati internazionali esistenti in materia di tutela ambientale marina, e segnatamente la Convenzione internazionale sulla prevenzione dell'inquinamento causato da navi (MARPOL, 1973 e 1978), la Convenzione per la tutela del Mediterraneo contro l'inquinamento (Barcellona, 1978) e i suoi protocolli addizionali, la Convenzione per la tutela del Mar Nero contro l'inquinamento (Bucarest, 1992), e la Dichiarazione ministeriale sulla protezione del mar Nero (Odessa, 1993);

22. Di riconoscere il ruolo rilevante degli enti territoriali e degli organi parlamentari nella promozione dello sviluppo sostenibile, della pace e della stabilità democratica e di impegnarsi in modo particolare ad esaminare la possibilità di rafforzare il ruolo e le competenze dell'amministrazione locale e regionale, ispirandosi in primo luogo ai principi della Carta europea dell'autonomia locale, ma ugualmente in aree chiave per lo sviluppo sostenibile, quali la tutela dell'ambiente, la gestione delle risorse, la politica in materia di turismo, l'educazione, ecc;

23. In particolare ai paesi delle sponde sud ed est del bacino mediterraneo, di prevedere, dimostrando una più netta volontà, una cooperazione più stretta con il Consiglio d'Europa, in particolar modo manifestando l'intenzione di associarsi alle attività intraprese nel quadro di strumenti giuridici o di organi aperti alla loro partecipazione, quali la Convenzione di Berna (1979), sulla conservazione della vita selvatica e dell'ambiente naturale, il Centro europeo per l'interdipendenza e la solidarietà mondiali ("Centro Nord-Sud"), il Gruppo di cooperazione in materia di prevenzione, di protezione e di organizzazione dei soccorsi contro i grandi rischi naturali e tecnologici;

24. Di adottare una politica di pianificazione territoriale inserita nello sviluppo sostenibile, in base alla quale gli spazi costieri dovranno in particolare essere protetti contro un'eccessiva urbanizzazione;

25. Di intraprendere delle misure concrete per promuovere il ruolo del Consiglio d'Europa in quanto forum di dialogo tra i paesi del Mediterraneo e del mar Nero, al fine di rafforzare la cooperazione mirante a promuovere la pace, i diritti dell'uomo, la stabilità democratica e lo sviluppo sostenibile;

All'Assemblea parlamentare e al Congresso dei Poteri locali e regionali d'Europa:

26. Di elaborare, nello spirito della Risoluzione 1149 (1998) dell'Assemblea parlamentare e in stretta collaborazione con i paesi partner interessati non membri del Consiglio d'Europa, una Carta dello sviluppo sostenibile dei bacini del Mediterraneo e del mar Nero, mediante la quale i parlamenti nazionali, le città e le regioni indicheranno la loro volontà di impegnarsi in una cooperazione più intensa e il loro pieno accordo a seguire le linee direttrici miranti a guidarli in tutti gli interventi che potrebbero influenzare l'equilibrio ecologico dei due bacini;

27. Nel quadro delle loro rispettive attività, di prevedere dei provvedimenti di sensibilizzazione, di informazione e di educazione di tutti i cittadini, specie dei giovani, volti a trasmettere il rispetto dell'ambiente, la cultura della pace e lo spirito di cooperazione tra paesi vicini;

28. Di proseguire i loro sforzi finalizzati alla promozione del dialogo interparlamentare e interregionale nei bacini del Mediterraneo e del mar Nero, associando regolarmente i parlamentari, gli amministratori locali e regionali, specie quelli dei paesi rivieraschi del Mediterraneo non membri del Consiglio d'Europa alle loro commissioni o gruppi di lavoro nel campo della protezione ambientale, del rafforzamento del decentramento, dell'autonomia locale e regionale e della gestione democratica degli enti locali e regionali e di prendere altresi', in generale, tutte le disposizioni di loro competenza volte a mettere in atto le raccomandazioni e le proposte contenute nelle presenti conclusioni;

29. Di trasmettere le presenti conclusioni alle organizzazioni nazionali ed europee interessate;

30. Di invitare il Comitato dei Ministri del Consiglio d'Europa:

- ad attuare, da un lato, tutte le iniziative appropriate per ottenere al più presto, da parte di quei paesi che non lo avessero ancora fatto, la firma e la ratifica delle Convenzioni del Consiglio d'Europa che possono contribuire al conseguimento degli obiettivi della Conferenza, tanto nel campo ambientale, che della cooperazione transfrontaliera e dell'autonomia locale e, dall'altro lato, ad aprire le suddette Convenzioni agli Stati non membri dell'Organizzazione che ne manifestino una chiara volontà;

- a tal fine, di accordare un'attenzione particolare alle Convenzioni ed Accordi Parziali del Consiglio d'Europa:

la Convenzione sulla conservazione della vita selvatica e dell'ambiente naturale in Europa (Convenzione di Berna);

la Convenzione sulla responsabilità civile per i danni derivanti da attività nocive per l'ambiente (Convenzione di Lugano);

la Convenzione sulla tutela dell'ambiente mediante il diritto penale:

l'Accordo Parziale per il Centro europeo per l'interdipendenza e la solidarietà mondiali (Centro Nord-Sud);

l'Accordo Parziale in materia di prevenzione, di protezione e di organizzazione dei soccorsi contro i grandi rischi naturali e tecnologici;

- di aprire agli stessi Stati non membri qualsiasi programma di educazione alla cittadinanza democratica previsto nel quadro di una Dichiarazione politica del Comitato dei Ministri da adottare in occasione del 50° anniversario del Consiglio d'Europa;
e di sollecitarlo affinché riesamini la proposta di indire un "Anno per la tutela del Mar Mediterraneo e del mar Nero";

31. Di invitare la Conferenza europea dei Ministri responsabili dell'Assetto territoriale (CEMAT) a tener conto dei problemi di sviluppo sostenibile dei bacini del Mediterraneo e del mar Nero al momento della stesura dei "Principi guida per l'assetto sostenibile dello spazio del continente europeo", in vista della preparazione della Conferenza di Hannover del settembre del 2000;

All'Assemblea parlamentare:

32. Di tener conto dei lavori delle altre Assemblee parlamentari, quali l'Unione Interparlamentare (UIP) e l'Assemblea parlamentare per la cooperazione economica dei paesi del mar Nero (PABSEC) e di associarle alla preparazione e alla messa in opera della Carta;

33. Di sostenere il processo delle Conferenze sulla sicurezza e la cooperazione nel Mediterraneo (CSCM) avviato dall'Unione Interparlamentare (UIP) e di studiare con quest'ultima le possibilità di essere maggiormente coinvolta in tale processo;

34. Di incoraggiare l'instaurarsi di relazioni regolari tra le sue commissioni e dei rappresentanti di commissioni omologhe dei Parlamenti dei paesi rivieraschi su tematiche che possono essere oggetto di una cooperazione concreta;

35. Di avviare, in cooperazione con i parlamenti nazionali dei vari Stati interessati, lo studio comparato delle legislazioni esistenti nelle aree di intervento affrontate dalla Conferenza, soprattutto la gestione delle risorse idriche, al fine di migliorare il coordinamento e la convergenza delle normative e di individuare eventuali nuove esigenze.

Al Congresso dei Poteri locali e regionali d'Europa:

36. Di cooperare con altri organi attivi in questo campo - e specialmente con la Conferenza delle regioni periferiche marittime d'Europa (CRPM), il Consiglio dei Comuni e delle Regioni d'Europa (CCRE) e l'Assemblea delle Regioni d'Europa (ARE) -, al fine di motivare le città e le regioni dei paesi situati sulle sponde dei due bacini a promuovere e ad aderire alla Carta dello sviluppo sostenibile dei bacini del Mediterraneo e del mar Nero;

37. Di attuare, nella sfera delle sue competenze, tutte le misure volte a promuovere la diffusione dei principi dell'autonomia locale e della gestione democratica degli enti territoriali, in special modo per il tramite delle loro associazioni, come pure di consolidare la formazione dei responsabili politici locali e regionali nei paesi del sud e dell'est del bacino mediterraneo;
38.
Di proseguire, di concerto con gli interessati, gli studi relativi allo stato del decentramento e dell'autonomia locale nei paesi mediterranei non membri e di agevolare dei contatti diretti tra enti locali e regionali dei paesi situati sulle sponde dei due bacini;

39. Di proseguire, di concerto con gli interessati, gli studi relativi allo stato del decentramento e dell'autonomia locale nei paesi mediterranei non membri e di agevolare dei contatti diretti tra enti locali e regionali dei paesi situati sulle sponde dei due bacini.

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I partecipanti si rallegrano dell'invito formulato dalle autorità bulgare di tenere la prossima Conferenza a Varna nell'ottobre del 2000.

1 Discussa e approvata dalla Camera delle Regioni il 16 giugno 1999 e adottata dalla Commissione Permanente il 17 giugno 1999 (ved. Doc. CPR (6) 6, progetto di Raccomandazione presentato dal
Sig. L. Cuatrecasas a nome del Sig. M. Buldanli, Relatore).

2 In particolare, la Convenzione internazionale sulla prevenzione dell'inquinamento causato da navi (MARPOL, 1973 e 1978), la Convenzione per la tutela del Mediterraneo contro l'inquinamento (Barcellona, 1978) e i suoi protocolli addizionali, la Convenzione per la tutela del Mar Nero contro l'inquinamento (Bucarest, 1992), e la Dichiarazione ministeriale sulla protezione del mar Nero (Odessa, 1993);