|
Libertà di espressione e d’informazione Punti essenziali · La libertà di espressione e l’esistenza di media indipendenti e diversificati sono condizioni necessarie per qualsiasi democrazia degna di questo nome. Migliaia di media europei forniscono regolarmente informazioni, analisi e opinioni che alimentano il dibattito politico e plasmano o riflettono l’opinione pubblica. · Le pressioni esercitate dai governi, ma anche le tendenze proprie del settore, come il processo di concentrazione che ha permesso a grandi gruppi operanti nel settore dei mezzi d’informazione di assumere il controllo di numerosi media, possono tuttavia minacciare la libertà di espressione. · Nel 1950, il Consiglio d’Europa ha riconosciuto l’importanza della libertà di espressione e d’informazione consacrandola come diritto fondamentale nell’articolo 10 della Convenzione europea dei Diritti dell’Uomo. Da allora, consapevole dell’essenzialità di tale diritto per la democrazia, l’Organizzazione ha elaborato diversi orientamenti e norme per aiutare i media a esercitare la loro attività senza subire pressioni o controlli esterni. · Sono state adottate varie convenzioni relative alla libertà di espressione e d’informazione, aventi ad oggetto tematiche quali la televisione transfrontaliera, il diritto d’autore, la protezione delle minoranze nazionali, l’accesso ai documenti ufficiali o la comunicazione su Internet. · La libertà di espressione e d’informazione affronta oggi nuove sfide derivanti dallo sviluppo globale della società dell’informazione e dai nuovi fornitori di servizi di comunicazione a carattere mediatico (per esempio portali d’informazione, aggregatori di contenuti, blog e siti di reti sociali), ma anche dalla recrudescenza del terrorismo. Domande e risposte Quali sono le principali minacce alla libertà di espressione? Per influenzare l’opinione pubblica, i governi possono essere tentati di controllare i media, in particolare la televisione e le reti radiofoniche pubbliche. Ciò accade spesso, ma non esclusivamente, in periodi di crisi, specialmente quando si verificano eventi quali guerre o attentati terroristici. Tali tentativi di controllo possono assumere forme differenti: minaccia di chiusura dei media, censura, fino a indurre all’autocensura quando è il solo modo di continuare la propria attività. I giornalisti subiscono vessazioni da parte della polizia, vengono arrestati senza motivo e a volte persino assassinati. Secondo l’International News Safety Institute, negli ultimi dieci anni 1.100 giornalisti e professionisti dei media sono stati uccisi nell’esercizio delle proprie funzioni. Il processo di concentrazione è un’altra minaccia che grava sulla libertà di espressione. Importanti mezzi di comunicazione sono assorbiti da pochi e potenti gruppi operanti nel settore dei mezzi d’informazione, il che conduce ad una riduzione della diversificazione delle fonti d’informazione. In che modo il Consiglio d’Europa protegge la libertà di espressione? In virtù dell’articolo 10 della Convenzione europea dei Diritti dell’Uomo, “ogni persona ha diritto alla libertà d’espressione. Tale diritto include la libertà d’opinione e la libertà di ricevere o di comunicare informazioni o idee senza che vi possa essere ingerenza da parte delle autorità pubbliche e senza limiti di frontiera”. Questa libertà non è tuttavia assoluta. Il paragrafo 2 dell’articolo consente restrizioni al diritto qualora esse siano “necessarie alla sicurezza nazionale, all’integrità territoriale o alla pubblica sicurezza, alla difesa dell’ordine e alla prevenzione dei reati, alla protezione della salute o della morale, alla protezione della reputazione o dei diritti altrui, per impedire la divulgazione di informazioni riservate o per garantire l’autorità e l’imparzialità del potere giudiziario”. L’organismo normativo specializzato in materia in seno al Consiglio d’Europa – il Comitato direttivo sui media e sui nuovi servizi di comunicazione (CDMC) – è composto da esperti dei 47 Stati membri dell’Organizzazione che definiscono le linee generali di politica e le misure necessarie per proteggere la libertà dei media. Quale ruolo svolge la Corte europea dei Diritti dell’Uomo in materia di protezione della libertà di espressione? La Corte svolge un ruolo essenziale. Negli ultimi 30 anni, essa ha adottato numerose decisioni volte a tutelare questo diritto fondamentale. Nelle sue sentenze, la Corte ha difeso il diritto dei giornalisti di preservare la riservatezza delle proprie fonti d’informazione. Ha altresì precisato il loro dovere di rispettare talune norme etiche. La libertà dei media non dà il diritto di intromettersi violentemente nella vita privata altrui, né di diffondere informazioni diffamatorie senza averne verificato la veridicità. Qual è la situazione attuale in materia di libertà dei media in Europa? La democrazia, lo stato di diritto e i diritti umani sono valori condivisi da tutti gli Stati membri del Consiglio d’Europa e la maggior parte di essi rispetta in linea generale la libertà di espressione e d’informazione. Nel corso degli ultimi anni, l’Assemblea parlamentare e il Segretario generale hanno tuttavia espresso preoccupazione per la situazione in alcuni Stati membri come l’Armenia, l’Azerbaigian, la Moldova e la Russia dove, nonostante i progressi democratici in numerosi ambiti, le norme relative alla libertà di stampa non sono sempre rispettate. La giurisprudenza della Corte europea dei Diritti dell’Uomo mostra che anche altri paesi, comprese alcune democrazie dell’Europa occidentale, hanno ancora molta strada da fare. Alcuni governi sono tutt’oggi tentati di controllare i media. Quali sono i rischi legati alla concentrazione dei media in Europa? Le acquisizioni e le fusioni sono fenomeni correnti al momento, che portano ad una riduzione del numero di società proprietarie di mezzi di comunicazione in Europa. Da qualche anno, tale rischio di concentrazione è una fonte di preoccupazione di primo piano per il Consiglio d’Europa e tema di diverse raccomandazioni e dichiarazioni. Nel 2007, una dichiarazione del Comitato dei Ministri ha sensibilizzato gli Stati membri sui rischi che la concentrazione dei media può comportare per la democrazia e i processi democratici, sottolineando “l’opportunità di dissociare in maniera effettiva e manifesta l’esercizio del controllo dei media e il processo decisionale editoriale dall’esercizio del potere e dall’influenza politica” e attirando l’attenzione sulla “necessità” di adottare “misure regolamentari” per evitare una concentrazione che metta in pericolo la democrazia. Quale posizione assume il Consiglio d’Europa quando dei giornalisti vengono uccisi? Ogni volta che un giornalista viene ucciso, si commette un crimine terribile che lede tutti i cittadini e la democrazia stessa. Gli Stati membri che non proteggono i giornalisti nell’esercizio delle loro funzioni, non denunciando tali crimini o non svolgendo le indagini necessarie, possono essere ritenuti responsabili secondo la Convenzione europea dei Diritti dell’Uomo. La recrudescenza del terrorismo giustifica restrizioni alla libertà dei media? Si può lottare efficacemente contro il terrorismo nel pieno rispetto della libertà di espressione e d’informazione. La libera circolazione delle informazioni e delle idee è uno dei mezzi più efficaci per promuovere la comprensione e la tolleranza e può contribuire a prevenire e a combattere il terrorismo. Nel 2005, il Comitato dei Ministri ha adottato una Dichiarazione sulla libertà di espressione e d’informazione nei media nel contesto della lotta al terrorismo e, nel 2007, delle Linee guida sulla protezione della libertà di espressione e d’informazione in periodi di crisi. Queste ultime ribadiscono che l’articolo 10 e la giurisprudenza pertinente della Corte europea dei Diritti dell’Uomo restano la norma fondamentale in materia. Esse esigono che gli Stati membri rispettino la norma in questione nelle loro legislazioni e prassi, garantendo in particolare ai professionisti dei media la libertà di circolazione e l’accesso all’informazione e proteggendo il loro diritto di non divulgare le proprie fonti d’informazione. In che modo può essere garantito il diritto di accesso all’informazione pubblica? Una nuova Convenzione del Consiglio d’Europa sull’accesso ai documenti ufficiali sarà aperta alla firma nel giugno 2009. Sarà il primo strumento giuridico internazionale vincolante a riconoscere il diritto generale di accesso ai documenti ufficiali in possesso delle autorità pubbliche. Limitazioni al diritto di accesso ai documenti ufficiali sono consentite solo a fronte della necessità di proteggere taluni interessi come la sicurezza nazionale, la difesa o la vita privata. La Convenzione stabilisce le norme minime da applicare nel trattamento delle richieste di accesso ai documenti ufficiali. Quali sono le principali attività del Consiglio d’Europa nell’ambito della telediffusione? Il Consiglio d’Europa è stato particolarmente attivo in materia di elaborazione di testi giuridici internazionali relativi alla telediffusione. La Convenzione europea sulla televisione transfrontaliera, in vigore dal 1993, crea un quadro internazionale per la libera circolazione dei programmi televisivi tra gli Stati membri. Essa fissa regole concernenti la protezione dei diritti individuali (la libertà di ricezione dei programmi, per esempio), la responsabilità delle emittenti o il contenuto della programmazione, la pubblicità, la televendita e la sponsorizzazione. La Convenzione è attualmente in corso di revisione visto l’emergere di nuovi servizi audiovisivi e piattaforme di comunicazione. Che cosa ha cambiato Internet sul piano della protezione della libertà di espressione e d’informazione? Internet è divenuto un importante mezzo di comunicazione che ha agito da catalizzatore per la libertà di espressione e d’informazione. Come espresso in diverse dichiarazioni del Comitato dei Ministri, il Consiglio d’Europa ritiene che i principi della Convenzione europea dei Diritti dell’Uomo si applichino anche alla rete. Ciò presuppone che non debba esservi alcun controllo o alcuna limitazione di accesso all’informazione su Internet, benché sia necessario adottare delle misure per tutelare i bambini e altri gruppi vulnerabili. In questo nuovo contesto, il Comitato dei Ministri difende altresì il principio di autoregolamentazione e l’anonimato degli utenti. Per affrontare le sfide alla libertà di espressione su Internet, il Consiglio d’Europa ha adottato la Convenzione sulla criminalità informatica, che rappresenta il primo trattato internazionale relativo ai reati penali commessi tramite Internet, nonché un protocollo specifico sui contenuti razzisti e xenofobi. In che modo l’Organizzazione aiuta gli Stati e i professionisti? Il Consiglio d’Europa aiuta i paesi a elaborare le loro legislazioni e politiche, conformemente alle norme dell’Organizzazione, fornendo assistenza tecnica e per mezzo di programmi di cooperazione nel settore dei media. Per i professionisti dei media sono inoltre organizzati seminari, conferenze e formazioni su tematiche quali l’accesso all’informazione, le libertà di cui godono i giornalisti e la diffamazione scritta o orale. Inoltre, l’Organizzazione contribuisce e partecipa, con diverse parti interessate, a manifestazioni sull’utilizzo e sul funzionamento di Internet, facilitando tra l’altro, a livello paneuropeo, il dialogo multilaterale sulla governance di Internet. Contatto Jaime Rodríguez, addetto stampa Tel. +33 (0)3 90 21 47 04 Cell. +33 (0)6 899 95 042 E-mail: jaime.rodrí[email protected] Aggiornamento: luglio 2009 |