COMMISSIONE EUROPEA PER L'EFFICACIA DELLA GIUSTIZIA (CEPEJ)
CHECKLIST PER LA GESTIONE DEI TEMPI DEL PROCESSO
(Lista di indicatori per l’analisi dei tempi delle procedure nel sistema giudiziario)
adottata dalla CEPEJ in occasione della sua 6^ riunione plenaria (7/9 dicembre 2005)
Questa “checklist” non è un questionario, ma un ausilio ad uso interno dei suoi destinatari, il cui obiettivo è quello di aiutare i sistemi giudiziari a raccogliere le informazioni adatte ad analizzare la durata delle procedure giudiziarie allo scopo di ridurre i termini eccessivi, di assicurare l’efficacia dei procedimenti, la trasparenza e la necessaria prevedibilità per gli utenti della giustizia.
Questa “checklist” è destinata ai legislatori, ai dirigenti pubblici e a tutte le persone responsabili dell’amministrazione della giustizia, e in particolare ai giudici e al personale amministrativo incaricato della gestione dei tribunali e degli affari, come anche agli istituti di ricerca che analizzano il funzionamento dei sistemi giudiziari. Può essere anche utile a tutte le organizzazioni e alle persone interessate allo studio della capacità dei sistemi giudiziari di gestire la durata delle procedure ed a realizzare una buona amministrazione della giustizia, trasparente e senza ritardi.
Contesto ed obiettivi della “checklist”
Per prevenire i ritardi o ridurre i termini delle procedure giudiziarie, gli Stati dovrebbero disporre delle informazioni che permettano loro di comprendere dove si verificano questi ritardi e la ragione di questi ritardi.
La Convenzione europea dei diritti dell'uomo e la giurisprudenza della Corte esigono che i sistemi giudiziari assicurino effettivamente il diritto ad un processo giusto in un termine ragionevole. La Corte valuta la lunghezza delle procedure sulla base della tipologia, tenendo conto particolarmente della complessità dell’affare, del comportamento delle parti e delle autorità competenti e dell’importanza dei diritti posti in gioco per il richiedente. Così la Corte esamina in particolare la durata di ogni procedura dal punto di vista degli utenti della giustizia. La protezione dei diritti e delle obbligazioni civili deve essere effettiva e non solo una enunciazione di principio. I tempi di ogni procedura devono essere considerati nella loro globalità, dall’introduzione della procedura stessa davanti al tribunale fino al momento in cui una decisione giudiziaria definitiva ed impositiva è eseguita.
Facendo riferimento alla giurisprudenza della Corte e alle esperienze dei sistemi giudiziari nazionali, il Programma-quadro della Commissione europea per l'efficacia della giustizia (CEPEJ) : “Un nuovo obiettivo per i sistemi giudiziari: il trattamento di ogni affare in un tempo ottimale e prevedibile”, sottolinea l'importanza del prevedibilità dei termini di durata delle procedure giudiziarie. Tale Programma pone in rilevo anche come sia importante, per la durata delle procedure, tener conto dei periodi di inattività (tempi morti).
Questi studi, condotti nell’ambito delle attività della CEPEJ, hanno evidenziato che molti sistemi giudiziari non sono in grado di raccogliere le informazioni essenziali che permetterebbero loro di valutare la durata e i ritardi per i differenti tipi di procedure, o non ne dispongono. I risultati dell’esercizio di valutazione dei sistemi giudiziari attraverso la Griglia pilota ("Sistemi giudiziari europei 2002: fatti e cifre"), mostrano particolarmente che pochi Stati sono in condizione di rispondere pienamente ed in modo pertinente alle domande relative alla durata delle procedure.
La CEPEJ si è ispirata anche all’Avis n° 6 del Consiglio Consultivo dei Giudici europei (CCJE) su “Il giusto processo in un termine ragionevole ed il ruolo dei giudici nel processo, in relazione alle modalità alternative di regolamento delle controversie”, così come ai pareri di altre organizzazioni di professionisti della giustizia, osservatori presso la CEPEJ.
La presente “checklist” mira ad aiutare gli Stati membri a mettere i loro sistemi giudiziari in grado di ottenere le informazioni necessarie e di analizzare dall’interno gli aspetti relativi alla durata delle procedure. Il suo scopo è quello di ridurre le durate eccessive, di garantire l’effettività delle procedure e di assicurare la trasparenza e la prevedibilità necessaria agli utenti della giustizia. La “checklist” dovrebbe permettere di analizzare le procedure a due livelli: analisi della durata totale della procedura dalle fasi iniziali fino alla decisione finale (e, se è richiesta, fino all’esecuzione della decisione, quando questa deve essere effettuata su iniziativa dello Stato); analisi delle differenti fasi della procedura, dando importanza particolare all’analisi dei periodi di inattività. Così questa “checklist” dovrebbe permettere di valutare il funzionamento dei sistemi giudiziari nazionali attraverso la durata dei differenti tipi di procedure (al tempo stesso nel quadro dei prossimi esercizi di valutazione svolti dalla CEPEJ e di altri esercizi di valutazione), e di facilitare le politiche di gestione dei tempi e di riduzione della durata delle procedure da parte dei sistemi giudiziari nazionali. Ed è per questo che questa “checklist” dovrebbe essere largamente diffusa tra tutte le parti interessate, ed in particolare tra i ministeri della giustizia, i presidenti di tribunali, i giudici e gli altri professionisti della giustizia.
CHECKLIST DI INDICATORI PER LA GESTIONE DEL TEMPO
INDICATORE UNO: CAPACITA’ DI VALUTARE LA DURATA TOTALE DELLE PROCEDURE
Una buona gestione del tempo richiede una capacità di analisi non solo delle differenti fasi della procedura, ma anche della sua durata totale, dal suo inizio fino alla decisione definitiva e, all’occorrenza, all’esecuzione di questa decisione.
1.1 Identificare le procedure giudiziarie dal punto di vista degli utenti
1.2 Stabilire la durata complessiva delle procedure
In materia penale, i dati dovrebbero includere tutto il periodo, dal momento in cui un procedimento è stato aperto contro un indiziato sia da parte della polizia, che dal Pubblico Ministero o dal tribunale.
INDICATORE DUE: CRITERI STABILITI PER LA DURATA DELLE PROCEDURE
Ai fini della valutazione, pianificazione e trasparenza della durata di ogni procedura, dovrebbero essere definite e rese accessibili agli utenti della giustizia le norme e gli obiettivi che definiscono la durata ottimale (minima/massima) di ogni procedura. È auspicabile che queste norme siano elaborate in collaborazione con tutte le persone interessate (rappresentanti delle professioni della giustizia, pubblico, ecc.).
2.1 Definire la durata ottimale di ogni procedura
2.2 Prevedibilità dei termini
INDICATORE TRE: DELLE TIPOLOGIE DI AFFARI SUFFICIENTEMENTE ELABORATE
Una pianificazione realistica ed appropriata dei criteri e della durata complessiva delle procedure richiede che gli affari siano raggruppati in un modo sufficientemente elaborato, che tenga conto della loro complessità e della loro durata media (tipologia dei casi), che non deve essere né troppo vago né troppo dettagliato.
3.1 Tipologie di affari in relazione al tempo necessario
INDICATORE QUATTRO: CAPACITÀ DI SEGUIRE IL CORSO DELLA PROCEDURA
Una gestione adeguata del tempo richiede di tener conto della durata di ogni fase specifica del processo. A questo fine, il tempo utilizzato per almeno ciascuna delle tappe più importanti e più individuabili (“tappe della procedura") dovrebbe essere registrato ed analizzato (queste tappe sono indicate più sotto nel testo a titolo di esempio).
4.1 Raccolta dei dati relativi alla durata delle tappe più importanti della procedura
In materia penale, i dati dovrebbero includere tutto il periodo, dal momento in cui un procedimento è stato aperto contro un indiziato sia da parte della polizia, che dal Pubblico Ministero o dal tribunale.
INDICATORE CINQUE: MEZZI PER DIAGNOSTICARE VELOCEMENTE I RITARDI ED ATTENUARNE LE CONSEGUENZE
Per sorvegliare la durata delle procedure, il sistema giudiziario deve stabilire dei meccanismi adatti ad identificare velocemente le durate eccessive (ritardi) e mettere istantaneamente in allerta le istituzioni e le persone responsabili per risolvere questa situazione e prevenire delle disfunzioni future.
5.1 Una responsabilità chiara per la prevenzione e l’eliminazione dei ritardi
5.2 Politiche di emergenza (gestione delle crisi)
a. Esistono delle procedure per identificare velocemente i ritardi e per attenuarne l’impatto sulle parti?
b. Sono regolarmente disponibili delle misure provvisorie o interinali per regolare le relazioni tra le parti temporaneamente fino alla fine della procedura giudiziaria (per esempio: “résolution suspensive du litige ou décision sur la charge retenue”)?
c. Delle decisioni giudiziarie possono essere dichiarate esecutive e quindi diventare operative prima della fine della procedura di appello?
d. È possibile imporre delle sanzioni nei confronti dei partecipanti alla procedura che la ritardano intenzionalmente o involontariamente (“admonestation”, sostituzione, multa, decisione in quanto alle spese)? Queste misure sono regolarmente applicate?
5.3 Mezzi procedurali per accelerare i processi
INDICATORE SEI: L'UTILIZZO DELLE NUOVE TECNOLOGIE COME MEZZO DI GESTIONE DEL TEMPO IN UN SISTEMA GIUDIZIARIO
I sistemi giudiziari moderni sono in grado di gestire meglio i tempi del processo facendo ricorso ad una tecnologia di punta, sia per sorvegliare i tempi che per estrarre le statistiche o sviluppare una pianificazione strategica.
6.1 Sorveglianza dei tempi e dei ritardi per mezzo delle tecnologie informatiche
6.2 Le tecnologie dell’informazione come mezzo di trattamento statistico e di pianificazione in materia di durata
(traduzione in italiano elaborata liberamente dal testo francese a cura di Gabriele Guarda – presidente E.U.R.)